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Simbologia del Ragno

Il ragno è la Grande Madre che determina il destino attraverso la tessitura. Simboleggia le Dee lunari, custodisce i segreti del passato e del futuro. Al centro la tela rappresenta il sole, da cui si irradiano tutti i raggi. E’ quindi simbolo del tutto, dell’Uno che si dualizza nella Dea e nel Dio. Per i cristiani è simbolo del male, che lo contrappone alla “buona ape”. La casa del ragno, secondo Giobbe (27,18) è simbolo dell’instabilità. A parte la religione cristiana, nelle altre il ragno è associato a Dee di potere, che tessono e che quindi conoscono il destino del mondo.

Si pensi alle tre parche o moire della mitologia greca. Cloto, la giovane, fila; Lachesi, la madre, svolge il filo nel fuso; Atropo, l’anizana, lo taglia.Presso gli eizi la Dea tessitrice del mondo è Neth, fortemente legata alla figura del ragno.Per i Romani ed i Cinesi il ragno è un segno positivo: per i primi è simbolo di acume e buona fortuna, per i secondi è associato all’arrivo di buone notizie.Oltre al suo aspetto positivo di filatrice, il ragno nella sua accezione negativa simboleggia la Dea Maja, madre spietata che toglie la vita ai suoi stessi figli, soffocandoli nell’ignoranza e immobilizzandoli con le sue sottili e invisibili trame, sia fisiche che psicologiche.Il termine aracne deriva da una leggenda greca.Aracne, principessa libica, era conosciuta per la sua bravura nel tessere e ricamare e per la sua abilità si mormorava che fosse allieva d’Atena, Dea delle filatrici e delle ricamatrici.

Aracne tanto piena di se, sfidò la Dea, la quale si travestì da vecchia e le consigliò di essere più modesta. Aracne la prese a male aprole e a quel punto Atena si rivelò e ebbe inizio la sfida. Atena ricamò una tappezzeria raffigurando i dodici dei olimpici e ai quattro lati la sconfitta dei mortali che osarono sfidarli mentre Aracne filò gli amori poco onorevoli degli dei. Atena arrabbiatissima distrusse il lavoro perfetto di Aracne e la colpì con la spola. La principessa scappò e in preda alla disperazione si impiccò, ma Atena non la lasciò morire trasformandola in ragno. Il mito ammonisce. Se l’ego non sa mostrarsi umile nei confronti del Sè la sua punizione è quella di lavorare per sempre, perdendo l’aspetto umano e diventando schiavo della natura immutabile.

In copertina ‘Aracne’. Disegno del XIX secolo
Foto: Heritage Art / Heritage Images / Cordon Press

Redazione

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