Dopo una (troppo) lunga pausa forzata, da un paio di settimane hanno finalmente riaperto i cinema. Possiamo accomodarci in sala e tornare a sognare storie di celluloide. Fra i molti nuovi titoli in uscita in questi giorni in Italia c’è Crudelia (disponibile da domani anche su Disney+ con accesso vip).
Come molti altri recenti live action targati Disney, ci troviamo davanti ad un prodotto confezionato benissimo, una festa per gli occhi, che purtroppo non convince fino in fondo. Crudelia (Cruella) è diretto da Craig Gillespie e vede protagonista il premio Oscar Emma Stone, nei panni della cattiva nata nel 1956 dalla penna della scrittrice inglese Dodie Smith e resa celeberrima nel 1961 dal lungometraggio animato La carica dei 101; ruolo già interpretato negli anni ’90 anche da Glenn Close.
Come già è stato fatto con Maleficent qualche anno fa, il film pesca a piene mani dal film animato e racconta le origini del personaggio, ambientando però la vicenda qualche lustro più avanti rispetto al materiale di partenza e facendo quindi muovere la giovane Estella sullo sfondo della Londra beat degli anni ’70. Preferisco non svelare nulla della trama se non che – naturalmente – si parlerà di alta moda e di cani dalmata (in questo caso affetti da evidente disturbo della personalità, visto che si comportano come dei feroci dobermann). Mi soffermerei, invece, a sottolineare quanto la forza del film, carente nella scrittura, sia interamente racchiusa nei superlativi e visionari costumi, nelle scenografie, negli eccentrici make-up e nelle acconciature.
Un po’ poco, se visto con gli occhi di un cinefilo, ma comunque sufficiente per appassionare e far innamorare del personaggio le nuove generazioni. Emma Thompson, divertita e divertente nel ruolo della Baronessa, è un’antagonista assolutamente meravigliosa (per quanto il suo personaggio sia spesso fastidiosamente troppo simile alla Meryl Streep/Miranda Priestly de Il Diavolo Veste Prada).
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