Satyrnet.it AULAMANGA > Capitan Harlock
Descrizioni degli
episodi della serie televisiva scritte da Emanuela Capparella
(Per il momento
sono disponibili solamente le prime 32 puntate)
"La nostra storia risale a tanti anni
fa. Al lontano 2977", fa la voce narrante nel preludio al primo
episodio.
Ponendo la narrazione in un momento
successivo rispetto ai fatti narrati, viene immediatamente chiesto
allo spettatore uno sforzo di immaginazione. Gli viene chiesto di
immaginarsi di vivere in un periodo successivo (e molto lontano) al
2977, coinvolgendolo, in questo modo, nel "gioco" della narrazione e
facendolo vivere in un mondo che si suppone molto diverso (e
migliore) da quello che si conoscerà attraverso la storia.
Così viene descritta la situazione
sulla Terra "nel lontano 2977":
"Quando sulla Terra le acque si
prosciugarono, la gente disse: la fine dell'umanità e' prossima.
Ciascuno, allora, si preoccupò della propria sorte, trascurando ogni
pensiero sull'immensità dell'Universo; deridendo, anzi, quei pochi
che, fidando in un futuro migliore, salparono verso gli spazi
immensi del Cosmo alla ricerca di altri mondi.
Li chiamarono 'avventurieri a caccia
di illusioni', 'fuorilegge senza scrupoli', 'pazzi' ".
E così viene introdotto Harlock, senza
che ancora venga pronunciato il suo nome:
"Vaga verso stelle lontane. Il suo
vessillo è un teschio bianco in campo nero. Vive la sua vita in uno
Spazio senza confini e senza domani, in armonia con le leggi
dell'Universo. Libero."
Intanto sulla Dream, una della
astronavi terrestri che hanno il compito di trasportare sulla Terra
i frutti delle piantagioni planetarie:
"Cosa diavolo e' quello!"
"Ingrandire l'immagine sullo schermo!"
"Ecco, sta issando le insegne!"
"E' una nave pirata!" (si riferisce
all'Alkadia)
"E' quel maledetto Capitan Harlock!"
Termina cosi' il preludio e compare il
titolo del primo episodio.
Episodio n.1
Harlock è stato finalmente nominato, ma dovremo ancora aspettare per vederlo. Infatti compaiono prima Yuki e Yattaran, rispettivamente Comandante in Seconda e Ufficiale di Rotta dell'Alkadia, i quali stanno discutendo su come attaccare la Dream e impossessarsi del grano trasportato.
Harlock interrompe la discussione con
un semplice e autorevole:"Fermi", ritenendo più opportuno effettuare
prima una ricognizione.
Solo dopo che ha pronunciato tale
parola riusciamo a vederlo, per la prima volta.
Il narratore, ancora una volta,
interviene dando ulteriori informazioni sulla condizione degli
esseri umani nel 2977:
"Gli abitanti della Terra, in quei
tempi lontani, vivevano in un clima di prosperità. Pazienti e
puntuali, numerosi robot emigravano su altri pianeti per ricavarne
le piu' svariate risorse e trasportarle sulla Terra. Il Governo
forniva gratuitamente alla popolazione tutto il necessario e nessuno
più aveva bisogno di lavorare; per prevenire agitazioni e sommosse,
il Governo faceva trasmettere in ogni abitazione radiazioni
ipnotiche manipolando opportunamente le onde radio-televisive. Di
conseguenza quasi tutti i Terrestri erano mantenuti in uno stato di
serenità incosciente,
ma improvvisamente tutti gli
Osservatori Astronomici della Terra vennero distrutti da tremende
esplosioni. I più famosi astronomi scomparvero nel nulla, o furono
assassinati da mani misteriose."
Viene inquadrata, a questo punto, una
losca figura femminile avvolta dalla testa ai piedi in un mantello
nero. Chiaro riferimento a coloro che si riveleranno essere i veri
nemici della Terra.
"Di tutto questo venne incolpato colui
che vagava solitario come un fuorilegge degli Spazi: il Capitano
Harlock. E Harlock fu condannato alla pena capitale."
Questo episodio si svolge il giorno
del settimo compleanno di Mayu, la figlia del migliore amico di
Harlock, purtroppo morto nel 2970. Harlock aveva promesso a Mayu che
sarebbe tornato sulla Terra per il suo compleanno.
E così è, perchè Harlock preferisce
mantenere la sua promessa nonostante il rischio che corre di essere
catturato.
Durante l'incontro tra i due:
Mayu:"Avrei preferito che tu non
venissi questa volta."
Infatti Mayu sa bene del pericolo che
Harlock sta correndo solo per venire da lei.
Harlock:"Dovevo portarti il mio
regalo, lo sai..."
Harlock mette al collo di Mayu
un'ocarina costruita da lui stesso apposta per questa occasione,
dicendole dolcemente:"...con tanti auguri."
Insieme, poi, vanno a raccogliere dei
fiori da mettere sulla tomba del padre di Mayu. E' qui che si legge
la sua data di nascita e di morte (2948-2970).
"I tuoi sette anni, Mayu, sono il
prolungamento della sua vita." dice Harlock.
Harlock viene catturato e sta per
essere giustiziato, ma non perde la calma e non ha paura, perché sa
che l'Alkadia verrà a salvarlo. Tra coloro che stanno per assistere
all'esecuzione c'e' anche Mayu, preoccupata e con le lacrime agli
occhi, anche se Harlock l'ha rassicurata prima di farsi catturare.
Nel mentre Mayu assiste anche ad uno
scambio di battute tra due uomini che si trovano vicino a lei e che
non fa altro che aumentare la sua tristezza:
"Si è dato in mano ai suoi nemici
tornando sulla Terra."
"E' stato proprio stupido. Dicono che
sia ritornato per mantenere la promessa fatta ad una bambina di
sette anni."
Grazie all'intervento dell'Alkadia
Harlock riesce a scampare all'esecuzione.
Ciò che accade in questo episodio
mette subito in luce alcuni (ma solo alcuni) aspetti fondamentali
del carattere di Harlock: la fermezza nelle decisioni, la volontà di
mantenere le promesse, anche a rischio della propria incolumità.
E una straordinaria calma
nell'affrontare le situazioni più pericolose.
Compaiono inoltre altri personaggi
importanti.
-Il Primo Ministro del Governo della
Federazione Terrestre, che si scopre subito essere un'emerito
incosciente e interessato di più alle corse dei cavalli che ai
problemi "seri" del Pianeta Terra.
-Il Ministro Kirita, Capo dei Servizi
di Sicurezza della Terra. Presentato come nemico dichiarato di
Harlock, ma che ha un maggiore senso di responsabilità del Capo del
Governo (nonché degli altri membri dello stesso Governo).
-Il Professor Dayu e suo figlio
Tadashi, che compaiono per la prima volta mentre stanno osservando
lo Spazio e notano un "veicolo spaziale in viaggio verso la Terra".
Questo è il dialogo tra padre e figlio, nel quale viene nominato
Harlock.
Tadashi:"Che scopo avrà? Può essere lo
stesso che ha distrutto gli Osservatori Astronomici?"
Professor Dayu:"Può essere."
Tadashi:"Probabilmente è lo stesso
Capitan Harlock."
Professor Dayu:"No, Harlock no. Non è
un criminale. Sono convinto che Harlock ama la Terra più della
maggior parte di noi. Non commetterebbe mai simili mostruosità."
(Parole sante!)
Tadashi:"Allora, chi può essere?"
Il Professor Dayu non sa rispondere,
ma ancora una volta lo spettatore può vedere la figura femminile
avvolta nel mantello nero.
-Met, membro dell'equipaggio
dell'Alkadia. Non è terrestre ed è l'unica sopravvissuta del proprio
pianeta, reso invivibile per via di un mutamento nelle specie
vegetali della sua superficie. Queste, dopo una grande guerra,
avevano cominciato a crescere in maniera eccessiva e aggredivano gli
abitanti del pianeta uccidendoli. Lei si salva solo grazie ad
Harlock, che la ospita sull'Alkadia. Met ha la particolarità di
nutrirsi solo di alcoolici.
-Dottor Zero, il medico dell'Alkadia.
-La signora Mazusan, la cuoca
dell'Alkadia.
Episodio n.2
Titolo: ASSALTO
DALL'IGNOTO
Voce narrante:
"Gli uomini della Terra già ricavano le proprie risorse industriali e alimentari da altri pianeti servendosi di laboriosissimi e pazientissimi robot. L'unica preoccupazione degli uomini è quella di trasportare quei prodotti sulla Terra."
Una delle flotte addette a tale
trasporto viene distrutta da astronavi sconosciute. Il Ministro
Kirita è certo che il colpevole sia Harlock e per catturarlo ricorre
ad un'espediente: insieme alla Direttrice della scuola in cui vive
Mayu, cerca di convincere la bambina a scrivere una lettera ad
Harlock in modo da farlo tornare sulla Terra.
Mayu, però, si rifiuta ed è disposta
ad accettare qualunque tipo di punizione pur di non farsi complice
di questo inganno.
Intanto il "veicolo spaziale"
avvistato dal Professor Dayu e da suo figlio Tadashi mantiene la
rotta in direzione della Terra. L'oggetto, di forma sferica e colore
nero, ha dimensioni enormi, tali da escludere che si tratti di
un'astronave. Inoltre, sia sull'Alkadia che nell'Osservatorio del
Professor Dayu, giungono ad escludere che si tratti di un meteorite.
I tentativi di Harlock e del suo equipaggio di farlo esplodere, si
rivelano inutili in quanto l'oggetto respinge anche le armi più
potenti grazie ad una forte reazione magnetica.
Entrambi (Harlock e il Professor Dayu)
cercano di convincere il Primo Ministro della gravità della
situazione proponendogli l'ipotesi di un'attacco alieno, ma questi
non se ne preoccupa e preferisce credere che si tratti di un
meteorite che si incendierà appena entrerà in contatto con
l'atmosfera terrestre; anzi, crede che la storia dell'attacco alieno
sia un'invenzione di Harlock per nascondere i propri crimini.
La gigantesca sfera nera, infine,
piomba sulla Terra, distruggendo ed incendiando ciò che si trova
nelle sue immediate vicinanze.
Note:
-In questo episodio Harlock, alla
richiesta di Mayu di portarla con lui sull'Alkadia, le risponde di
non poterla portare su una nave pirata.
Harlock:"Per rispettare la volontà di
uno che ti amava molto"
Mayu:"Mio padre?"
Harlock:"Era il mio migliore amico.
Amava la Terra quanto amava te."
Si scopre, inoltre, che Harlock è il
Tutore di Mayu
-E a dimostrazione dell'importanza e
delle notevoli facoltà intuitive del personaggio di Met, nonché del
peso che ha il suo parere per Harlock, ecco il dialogo che si svolge
tra loro riguardo alla natura della sfera nera.
Harlock:"Che cosa pensi che sia
quell'enorme globo?"
Met:"Un'invasione di extraterrestri."
Harlock:"Sei convinta di questo?"
Met:"Si."
Episodio n.3
Titolo: UNA DONNA
CHE BRUCIA COME CARTA
Il Professor Dayu e Tadashi, aiutati
da un loro collega, il Professor Kuzuko, stanno analizzando le
dimensioni della sfera e il materiale che la compone. A questo punto
il Professor Kuzuko esprime il suo parere: è quasi sicuro che si
tratti di un pennant lanciato da un pianeta lontano per segnalare il
diritto di proprietà sulla Terra. Il Professor Dayu chiede al
Professor Kuzuko se può decifrare gli strani segni tracciati sul
pennant. Nel mentre Tadashi si accorge che qualcuno li sta spiando,
ma pur inseguendolo, questi riesce a fuggire. Tadashi non riesce a
vedere la spia, ma si tratta di una delle solite figure avvolte nel
mantello nero, la quale, subito dopo, si mette in contatto
attraverso il pennant con una creatura di sesso femminile che sembra
essere il suo capo e che le dà l'ordine di sopprimere immediatamente
tutti coloro che vengono a conoscenza dei loro piani.
Ed è per questo che il Professor Dayu
viene ucciso, e sta per essere ucciso anche Tadashi, se non fosse
per il tempestivo intervento di Harlock. La donna, colpita, comincia
a bruciare come se fosse carta e si polverizza in pochi secondi
sotto gli occhi dei due.
Subito, Harlock e Tadashi, analizzano
il contenuto del nastro che il Professor Dayu stava per visionare e
che contiene preziose informazioni sulla provenienza del pennant.
Praticamente vedono un "corpo gassoso che si sprigiona nello Spazio.
Traccia di un sistema stellare esploso che si va dissolvendo." ed è
da qui che il pennant è stato lanciato.
Tadashi viene invitato da Harlock a
visitare l'Alkadia; per la prima volta, c'è una vera presentazione
dei membri dell'equipaggio e della vita che si svolge a bordo
dell'Alkadia. Proprio come se gli occhi di Tadashi fossero gli occhi
dello spettatore. Tadashi ha anche occasione di vedere l'Alkadia in
azione contro una flotta di Mazoniane (i nemici della Terra hanno
finalmente un nome), da cui l'Alkadia esce vittoriosa. Yuki descrive
a Tadashi le Mazoniane dicendo che sono donne solo all'apparenza e
che la loro natura è ancora sconosciuta. Gli dice inoltre che il
colore della loro pelle è verde, anche se diventa bianco a contatto
con l'atmosfera, ed hanno la caratteristica di bruciare come carta.
Tadashi capisce quindi che l'essere
che ha ucciso suo padre altro non era che una Mazoniana.
Infine Harlock propone a Tadashi di
rimanere a bordo e lottare assieme a loro per la libertà. Non si
tratta tanto di un invito, quanto di un consiglio.
Episodio n.4
Titolo: SOTTO LA
BANDIERA DELLA LIBERTA'
Tadashi decide di non rimanere
sull'Alkadia. Harlock, comunque, gli fa consegnare un apparecchio
che potrà utilizzare per chiamare l'Alkadia da qualunque posto si
trovi, per farsi venire a prendere qualora dovesse cambiare idea.
Avevamo lasciato il Professor Kuzuko a
decifrare i segni del pennant. Questo è il risultato del suo studio:
"Questa regione sarà la seconda patria dell'onnipotente popolo
mazoniano". Di fronte ai membri del Governo riuniti ad ascoltare
l'esito della ricerca, Kuzuko aggiunge che i segni sono molto simili
a quelli degli antichi Maya.
Affermazione che provoca l'ilarità dei
presenti che considerano l'argomento poco importante in quanto
collegato ad una civiltà così vecchia e quindi poco attuale.
Tadashi, che partecipa alla riunione, è indignato.
Immediatamente dopo la riunione, la
situazione precipita. Il Professor Kuzuko viene ucciso da una
Mazoniana, mentre Tadashi sta per essere imprigionato con l'accusa
di sovversione, come complice di Harlock (Kirita l'aveva visto
scendere dall'Alkadia e ciò bastava ad incriminarlo). Kirita e il
Primo Ministro propongono a Tadashi un modo per riscattarsi: tornare
sull'Alkadia per uccidere Harlock. Ovviamente la proposta viene
rifiutata.
Infine Tadashi riesce a fuggire
durante il trasferimento all'Isola di Porto Inferno, dove avrebbe
dovuto scontare 20 anni di prigionia; riesce anche ad evitare
l'agguato di una Mazoniana e, sapendo di non avere più nessuno sulla
Terra insieme a cui combattere, decide di usare l'apparecchio
datogli da Harlock per richiamarlo ed entare a far parte del suo
equipaggio (che peraltro lo accoglie molto calorosamente).
Note:
-Tadashi non sa spiegare bene il motivo per cui ha deciso di non rimanere sull'Alkadia. Uno dei motivi, dice, può essere che l'Alkadia è una nave pirata e l'equipaggio è un equipaggio di pirati. Al riguardo, come motivazione al loro comportamento, gli viene risposto questo:"Il Capitano Harlock dice sempre: tutte le risorse amministrate da gente corrotta non andranno mai a chi ne ha bisogno. Per questo noi le intercettiamo." Proprio come avevano fatto con la Dream, l'astronave di trasporto della prima puntata.
Episodio n.5
Titolo: AI CONFINI DELLE STELLE
Il primo impatto di Tadashi con
l'equipaggio dell'Alkadia è traumatico, tanto da fargli pensare di
aver preso la decisione sbagliata. Pensa di essere capitato in una
gabbia di matti dove non c'è disciplina ed ognuno fa ciò che vuole.
In poche parole, rimane molto deluso. Alla fine dell'episodio, in
occasione di un attacco ad un’astronave mazoniana, avrà modo di
ricredersi, vedendo che in realtà l'equipaggio è formato da persone
in gamba, sempre pronte quando si richiede il loro intervento.
E mentre Tadashi cerca di ambientarsi
e abituarsi alla nuova vita (rimane anche vittima di diverse
allucinazioni per il fatto che non è abitutato alla vita nello
Spazio), Harlock abborda una delle navi da carico terrestri e oltre
al grano, prende una delle bamboline che fanno parte del carico
(destinate ai "bambini buoni della Terra"), pensando di portarla a
Mayu. Kirita, però, ha fatto nascondere dentro gli occhi di ciascuna
delle bambole delle piccole telecamere con cui può controllare
Harlock e nel momento in cui questi si trova di fronte alla bambola
scelta fra le tante, Kirita aziona il piccolo cannoncino nascosto
nella bocca per ucciderlo. Il cannoncino fa rumore nel momento in
cui viene azionato e Harlock ha i riflessi abbastanza pronti da
spostarsi, salvando se stesso e anche Tadashi, che si era venuto a
trovare anche lui sotto tiro.
Note:
-Arrivato sul Ponte di Comando
Tadashi, elogiando l'Alkadia, chiede ad Harlock chi l'ha costruita:
Harlock:"Non lo conosci, te ne
parlerò. Era un vero amico. Un grande amico, anzi."
Tadashi:"Un tuo grande amico? E adesso
dov'è?"
Harlock:"E' morto."
Tadashi:"Morto?"
Harlock:"Morto, si. Ma sempre vivo."
Tadashi:"In te, vivo?"
Harlock:"Vivo davvero. Fisicamente.
Anche se è morto, Tadashi."
Tadashi:"Che cosa intendi dire?
Rispondimi, ti prego!"
Harlock:"Yuki, accompagna Tadashi a
visitare l'astronave."
-Quando, alla fine, Tadashi ammette di
aver cambiato opinione sull'equipaggio, Harlock gli dice:
"Tadashi, questa è un'astronave
pirata, non discuto. Però, allo stesso tempo, è anche la nostra
casa. Non ti sembra che sia stupido fare cerimonie anche a casa
propria? Quando si chiede a ciascuno di fare il proprio dovere, la
disciplina è ferrea, ma terminati gli impegni d'emergenza o di
lavoro, ognuno può dormire, o giocare, o fare tutto ciò che vuole.
L'universo è enorme, il nostro è un
viaggio interminabile. Lo capisci questo, ora?"
Episodio n.6
Titolo: LA REGINA RAFLESIA
Nella puntata precedente un membro
dell'equpaggio era riuscito a fare prigionera una guerriera
mazoniana. Dal confronto con questa Harlock e i suoi capiscono che
le Mazoniane hanno uno spirito combattivo molto accentuato e che non
ha confronto con quello degli esseri umani. Inoltre capiscono,
analizzando il relitto di una navetta mazoniana, di avere a che fare
con un popolo più evoluto e intelligente di quel che pensavano.
Harlock decide di fare rotta
sull'Isola dei Pirati, un asteroide all'interno del quale sono
soliti accumulare le provviste prese alle astronavi di trasporto
terrestri ("perché l'umanità si abbandona a sprechi insensati e
prima o poi potrebbe averne bisogno"). Dentro c'è anche una
riproduzione artificiale del mare, del cielo, del sole e delle
foreste. Il mare, nota Tadashi, è di una limpidezza che ormai la
Terra non conosce più.
Durante questo breve soggiorno
sull'isola, Harlock avverte una presenza che lo sta spiando, e la
sua ossessione arriva al punto di fargli avere un'incubo. La sua,
comunque, non è solo un ossessione, perché più tardi Harlock sente
dei rumori dietro di sé e comincia a rincorrere, aiutato dagli
altri, la persona che lo stava spiando.
Nell'inseguimento giungono presso un
dirupo sul mare, e da qui emerge una sfera al di sopra della quale
viene proiettata l'immagine della Regina Raflesia. Tadashi,
credendola vera, non esita a spararle, innescando così il meccanismo
di autodistruzione della sfera, che esplode incendiando tutto ciò
che si trova nell'isola; l'Alkadia riescea fuggire a fatica
distruggendo il portellone dell'Isola che era stato bloccato
opportunamente dalle nemiche.
Appena in tempo, perché, subito dopo
la loro uscita, esplode l'intero asteroide.
Finalmente Harlock ha potuto conoscere
la Regina Raflesia, anche se indirettamente.
Episodio n.7
Titolo: LA PIRAMIDE IN FONDO AL MARE
Gli strumenti dell'Alkadia registrano
delle insolite interferenze provenienti dalla Terra, esattamente
dalla regione del Triangolo della Morte, sotto le Bermude. Una volta
immersi nel mare scoprono l'esistenza di una piramide che porta
incisi dei segni identici a quelli del pennant. Il collegamento con
il popolo di Mazone è inevitabile e viene confermato quando Harlock,
Tadashi e Yattaran entrano in ricognizione nella piramide. Infatti
al suo interno si trova "il corpo senza vita di una donna"
evidentemente mazoniana. Forse si tratta di un loro cimitero,
ipotizza Harlock.
Tornando sull'Alkadia, Tadashi e
Yattaran chiedono ad Harlock di portare quel corpo a bordo, oppure
di distruggerlo, ma Harlock è fermo nella sua decisione e rifiuta di
farlo in nome del rispetto. Allora Tadashi decide di fare di testa
sua e va per distruggere la tomba, salvo poi accorgersi che la
piramide è sparita; intanto viene immobilizzato dalle alghe del
fondale, che si trasformano in guerriere mazoniane proprio sotto ai
suoi occhi. Per fortuna viene salvato e riescono a portare una di
queste guerriere (che nel mentre si è trasformata nuovamente in
alga) ad analizzare.
La ricerca del Dottor Zero porta a
sapere che questo tipo di alghe è diffuso in tutto il mondo,
particolarmente in Giappone. Quindi Harlock, assieme a Yuki,
Yattaran e Tadashi scende in Giappone e comincia ad eliminare tutte
quelle donne che si spacciano per umane, ma che in realtà sono
mazoniane (tra queste c'è anche l'istitutrice di Mayu).
Da parte sua, Kirita, venuto a sapere
della presenza di Harlock in città, tenta per l'ennesima volta di
incastrarlo e per l'ennesima volta rimane a bocca asciutta.
Note:
-Alle insistenze di Tadashi e Yattaran
di portare a bordo il corpo senza vita della Mazoniana, Harlock
risponde:"No, riposa così bene che non voglio disturbarla."
Tadashi:"Tu pensi che quella donna sia
morta? Io penso che sia anche questa una finzione diabolica! E' una
nostra nemica!"
Yattaran:"E' vero, è nostra nemica.
Facciamola prigioniera, Capitano. Ah! Ah! Sono convinto che ci
porterà fortuna!"
Tadashi:"Che cosa decidi?"
Harlock:"Per quanto malvagia sia la
gente di Mazone, non posso fare a meno di ammirare quella creatura
meravigliosa. Io voglio vivere e morire rispettando i miei ideali.
Quella donna immersa nel sonno eterno serve la sua patria,
simboleggiandone la presenza. E' un simbolo incantevole e io lo
rispetto."
Tadashi:"Incantevole? Sono individui feroci quelli dei quali tu parli con tanta poesia! Li odio con tutte le mie forze!"
E Tadashi corre via con l'intenzione
di andare a distruggere la tomba.
Episodio n.8
Titolo: L'ASTUTA TATTICA DELLA REGINA
Dall'Alkadia intercettano un segnale
che collega la piramide del Triangolo della Morte con un punto
lontano milioni di km dalla Terra e perlustando quel punto con il
radar scoprono un'enorme flotta, probabilmente di Mazone. Prima di
dirigersi verso di essa, Harlock preferisce andare a vedere come sta
Mayu (con grande disappunto di Tadashi che, per questo, crede
Harlock un vigliacco).
Quando finalmente l'Alkadia si dirige
verso la flotta di Mazone, un Ufficiale di Raflesia mandata in
ricognizione viene catturata e confessa ad Harlock che la missione
della flotta che sta giungendo è quella di attirarli in una zona di
vortici cosmici da cui nessuno si è mai salvato. L'Ufficiale avrebbe
continuato nella sua confessione, ma Harlock la interrompe perché
non vuole sapere altro e la lascia libera, non pensando neanche
minimamente di eliminarla.
Subito dopo, come detto dall'Ufficiale
mazoniano, arriva una parte della flotta precedentemente avvistata,
che l'Alkadia riesce a distruggere completamente. Ne sta arrivando
un'altra, ma Harlock decide di non affrontarla, perché capisce che
il loro scopo non è solo quello di attirarli in un vortice cosmico,
ma, soprattutto, di tenerli occupati mentre la flotta della Regina
attacca la Terra. Per questo l'Alkadia fa rotta verso la Terra,
sorprendendo la Regina Raflesia per l'intuizione.
Note
-Quando Harlock decide di fare rotta
verso la Terra per andare a trovare Mayu, anziché affrontare subito
la flotta mazoniana, Tadashi dice:
"Capitano, mi è sembrato di capire che
dovessimo affrontare quella flotta! Perché torniamo indietro?
Ascoltami bene Harlock, se sono venuto con te è per combattere
quella gente, non per scappare di fronte a loro! Questi erano i
patti!"
Harlock:"Senti, Tadashi! Quella
bambina è figlia dello scienziato che ha costruito questa nave. Uno
dei miei primi doveri è di proteggere lei. Ora facciamo rotta verso
la Terra, dopo affronteremo la flotta. Harlock non scappa mai,
ricordalo Tadashi."
...e Tadashi si ricrederà al termine
dell'episodio (una cosa del genere si era già verificata nella
quinta puntata).
Episodio n.9
Titolo: LE TERRIBILI PIANTE UMANE
In seguito all'analisi effettuata
sull'esemplare catturato alle Bermude, il Dottor Zero non giunge ad
una conclusione ben precisa, perché non sa se collocare le Mazoniane
nel regno animale o in quello vegetale. Nel corso dell'esposizione
dei risultati, inoltre, viene messo in evidenza da Yuki e dallo
stesso Dottor Zero come questi esseri si concentrino nelle zone
della Terra dove ci sono ruderi archeologici. Vista la precisa
connessione tra Mazoniane e siti archeologici, ad Harlock viene in
mente un antico vaso, il Vaso dai Contorni Fiammeggianti, in cui,
secondo ciò che diceva il suo amico (il costruttore dell'Alkadia,
per intenderci) è nascosta la chiave della storia della Terra.
Può darsi, insomma, che le Mazoniane
abbiano avuto già a che fare con il Pianeta Terra. Harlock affida a
Tadashi (che in questo episodio mostra di essere "cresciuto"
rispetto a prima) il compito di sottrarre il Vaso al Museo Federale.
L'importanza del Vaso è evidente
quando si vede che il personale del Museo è costituito completamente
da Mazoniane. Effettivamente, sottoponendo il Vaso al controllo del
Computer, si scopre che al suo interno c'è una sorta di "circuito
memorizzatore" che contiene un messaggio e l'immagine di una stella
"mai vista". Il messaggio è questo:"Siamo noi. Qui Mazone. Mazone.
State ascoltando la voce della gloriosa Regina Raflesia Il tempo è
trascorso per la nostra madre patria. Non c'è più tempo per la
nostra madre patria. Ora essa raggiungerà i nostri fratelli al
limite del cosmo."
Dopo aver ascoltato il messaggio,
Harlock decide di fare rotta verso il Sudamerica per andare a
controllare la foresta che circonda l'antico osservatorio
astronomico dei Maya e vedere se laggiù può trovare altri indizi che
gli facciano conoscere meglio il nemico ("Per sconfiggere un nemico
potente, bisogna conoscere molte cose sul suo conto"). Met è
preoccupata per lui, perché là "ci sono piante pericolose e teme che
possa accadere qualcosa di terribile"...e non si sbaglia, perché
giunti nella foresta (con Harlock è sceso anche Tadashi) gli alberi
si trasformano nelle sagome femminili delle Mazoniane e attaccano i
due.
Non potendo intervenire direttamente con il fuoco dall'Alkadia, in quanto si rischierebbe di prendere anche Harlock e Tadashi, Yattaran propone una soluzione geniale: contrastare le Mazoniane con il freddo; sia perché parte della loro natura è vegetale, sia perché in questo caso si tratta di piante tropicali. Con il freddo creato dalla macchina per la neve dell'Alkadia, le sagome femminili si ritrasformano in alberi e lasciano liberi Harlock e Tadashi.
Terminato il pericolo, il pensiero di
Harlock va alle Mazoniane, ma non in termini vendicativi: "La vita
di questi esseri misteriosi è terribile, e affascinante. E' un
nemico da combattere. Un nemico che fa orrore e pena, nello stesso
tempo."
Episodio n.10
Titolo: VERSO IL PIANETA SEGRETO
L'arrivo dell'Alkadia nella Foresta
Amazzonica ha avuto i suoi effetti positivi perché ha sventato i
piani di attaccomazoniani previsti per quella zona e Raflesia è
ormai convinta che Harlock sia un ostacolo da non sottovalutare;
l'impegno per eliminarlo deve essere maggiore. Decide intanto di
accettare la proposta di Allergias, uno dei suoi Ufficiali, che
chiede di poter affrontare Harlock direttamente per vendicare le
compagne della sua specie (quelle della foresta).
A questo punto il Dottor Zero, dopo
l'esperienza di Harlock e Tadashi nella foresta, esprime il suo
parere definitivo sulla natura delle Mazoniane, concludendo che si
tratta di esseri vegetali.
In questo episodio Tadashi mostra
ancora una volta la sua impazienza e impulsività, e anche la sua
fragilità, perché durante il combattimento diretto con la flotta di
Allergias, il suo sguardo incontra quello di Laura, (Comandante
della Prima Stazione Spaziale, al servizio di Allergias), che ha un
potere ipnotizzante e capace di stordirlo, mettendolo fuori
combattimento. Praticamente Tadashi perde il controllo dei propri
pensieri e comincia a sognare di quando era più piccolo e giocava
con i suoi genitori. Così il Comandante Laura, usando questo
espediente, riesce a fuggire.
Più tardi, in un momento di pausa,
terminato il combattimento contro Allergias, Yuki invita Tadashi a
prendere un tè nella propria cabina e approfitta per fargli notare
la brevità del combattimento tra lui e il Comandante Laura: solo
"3/10 di secondo" e gli suggerisce, per il futuro, di tenere sempre
ben presente che le Mazoniane non sono donne, ma ne hanno solo le
sembianze, e che la loro bellezza può offuscare la mente di chi le
guarda. Yuki fornisce a Tadashi anche uno spunto di riflessione
dicendogli che forse, nel suo inconscio, non prova per loro
quell'odio che a parole dice di provare.
Intanto che Yuki e Tadashi parlano,
l'Alkadia si avvicina al Pianeta Venere, dove forse le Mazoniane
hanno impiantato la loro base. La decisione di raggiungere Venere è
stata presa dopo aver notato che il materiale dell'astronave di
Allergias (distrutta in combattimento dal rostro dell'Alkadia) ha le
stesse caratteristiche di quelli presenti su Venere.
Episodio n. 11
Titolo: LAURA DAGLI OCCHI SCINTILLANTI
Viene avvistata un'astronave mazoniana
in avaria. Tadashi e Yattaran vi entrano per vedere cosa c'è al suo
interno e trovano una superstite, proprio il Comandante della Prima
Stazione Spaziale: Laura. La portano sull'Alkadia e Harlock l'affida
a Tadashi con la precisa intenzione di metterlo alla prova, affinché
possa imparare a "controllare i propri sentimenti". Yuki, che ha
preso a cuore la situazione di Tadashi, non è d'accordo, perché sa
che la debolezza di Tadashi cederà di fronte alla bellezza di Laura.
Infatti, per ben tre volte, Laura ipnotizza Tadashi, assumendo ai
suoi occhi le sembianze della madre morta quando lui aveva 12 anni,
e gli si rivolge con un tono di voce molto suadente. Con questa
tecnica Laura riesce ad ottenere dal giovane e inesperto Tadashi
tutte le informazioni sull'Alkadia di cui lui è a conoscenza, e come
se non bastasse, una volta che l'Alkadia è entrata nell'atmosfera di
Venere, si fa liberare e trasportare sul Pianeta.
Quando Tadashi torna sul Ponte di
Comando (dove sono già a conoscenza dell'inganno di cui è stato
vittima), Harlock gli chiede perché ha liberato la prigioniera, ma
lui è ancora convinto che si trattava della madre. Allora, per farlo
tornare in sé, gli fanno vedere il filmato, registrato
dall'astronave, del momento in cui libera quella che pensava fosse
sua madre. Tadashi deve arrendersi di fronte al fatto che in realtà
si trattava del Comandante mazoniano.
Inutili le scuse e il dispiacere di
Tadashi per aver dato quelle informazioni, perché né Harlock, né gli
altri sono adirati con lui. Capiscono che pochi avrebbero resistito
allo sguardo ipnotizzante della Mazoniana. Harlock, poi, non è
preoccupato per la fuga di informazioni (anche perché Tadashi non
sapeva proprio "tutto" dell'Alkadia), ma si preoccupa più che altro
del tipo di arma utilizzata stavolta da quelle creature: "Quella
gente, tentando di distruggere i nostri cervelli, distruggerà anche
i nostri cuori. Questo è molto peggio delle informazioni che possono
carpirci sulle caratteristiche della nostra astronave. Se
dimenticherai questo, saremo perduti. Ancora prima di combattere."
Note
-All'inizio dell'episodio:
Tadashi:"Mi sembra che la nave si stia
muovendo in modo strano, non vi pare?"
Yuki:"Si. Sembra anche a me,
Capitano."
Harlock:"Trema, naturalmente."
Tadashi:"Che?"
Harlock:"Trema pensando di dover
affrontare una battaglia contro un nemico potente su di un pianeta
sconosciuto."
Yuki:"Ci prendi in giro?"
L'argomento, poi, cade, ma Harlock non
li stava prendendo in giro.
Episodio n.12
Titolo: MADRE, IN TUA MEMORIA!
Sorvolando ad alta quota il Continente
Fossile del Pianeta Venere, Harlock e i suoi avvistano dei segni che
il Dottore ricollega a quelli visti nella zona dei Maya; in
particolare Harlock nota due segni che indicano due direzioni ben
precise. Il primo indica la zona della Foresta Fossile, che però sta
andando a fuoco (forse era una base distrutta in seguito ad
un'incidente o ad un'eruzione); il secondo indica un cratere dove
Harlock decide di entrare. Si fermano prima di toccare il fondo e
proseguono a piedi attraverso un corridoio che li porterà in un
locale in cui trovano degli antichi vasi. I vasi vengono portati
sull'astronave e il materiale risulta risalente a 180 milioni di
anni prima, ma come mai sono in mano alle Mazoniane?
Improvvisamente Harlock avverte
qualcosa e Yuki conferma dicendo che è come se stessero percuotendo
l'astronave. Harlock dà l'ordine di uscire immediatamente dal
cratere e una volta usciti si accorgono che una costruzione, simile
ad un antico palazzo, si è sollevata da terra. Subito la costruzione
si disintegra svelando l'astronave che era nascosta al suo interno:
mazoniana, ovviamente.
Questa comincia a colpire
insistentemente l'Alkadia, in un punto ben preciso, a "8 metri e
mezzo dal limite di poppa", proprio dove si trova il Computer, che è
la parte fondamentale dell'Alkadia.
Tadashi decide di uscire ad affrontare
le Mazoniane in prima linea, sentendosi colpevole per aver dato le
informazioni sulla posizione del Computer, ma questa volta si fa
onore, distruggendo diverse navette mazoniane e soprattutto
uccidendo Laura, che, ancora una volta, ha tentato di "distrarlo"
con l'immagine della madre. La lotta, per lui, non è certo stata
semplice, ma alla fine è riuscito a liberarsi da quelle
allucinazioni di cui era vittima e da cui soltanto lui poteva
liberarsi.
Voce narrante:
"Soltanto dopo aver scacciato la
tremenda allucinazione Tadashi rivede, nella sua mente, l'immagine
raele di quella che è stata sua madre. Di fronte a quell'immenso
cielo pieno di stelle le giura di abbandonare ogni sentimento di
odio e di vendetta. Dedicherà la sua vita soltanto alla difesa del
piccolo pianeta in cui hanno trovato riposo i suoi genitori."
Note
All'interno del cratere Harlock
pronuncia questa misteriosa frase:
"La nostra nave è in pericolo,
qualcuno mi sta avvertendo."
Infatti il "tremare" dell'Alkadia non
era dovuto affatto ad un terremoto.
Episodio n. 13
Titolo: IL CASTELLO STREGATO NEL MARE DELLA MORTE
Avvicinandosi alla Terra Yuki
intercetta un'altro segnale oltre ai soliti della piramide e del
pennant, che proviene dal Mare dei Sargassi. Nonostante Yattaran
storca il naso all'idea di "bagnarsi" in quello che chiamano
Cimitero
Sottomarino, Harlock decide ugualmente
di andare. Non prima, però, di aver salutato Mayu da un telefono di
una Base Militare Terrestre, dove arriva e riparte indisturbato,
senza che nessuno osi alzare un dito per catturarlo.
Ora l'Alkadia può ammarare sul Mare
dei Sargassi, ma mentre stanno sondando il fondale pieno di navi e
sottomarini affondati, alcuni dei quali navigano senza che ci sia
nessuno a pilotarli dall'interno, dall'alto arriva una "formazione
da combattimento" del Governo Federale comandata da Kirita. Harlock
ordina di non rispondere al fuoco per rispetto al principio di non
combattere contro i suoi simili e, quando meno se l'aspettano,
emerge dall'acqua "un'enorme nave da battaglia della Seconda Guerra
Mondiale", che comincia a fare fuoco su quelli del Governo Federale
facendoli fuggire via. Poi, improvvisamente, la nave "fantasma" in
questione decolla dall'acqua e attacca l'Alkadia, che non può fare
altro che reagire al fuoco, sconfiggendola. La nave "fantasma"
prende fuoco e precipita, immergendosi nuovamente nel mare. Durante
l'affondamento si può vedere che sulla nave sventola la bandiera
giapponese.
Harlock, comunque, vuole vederci
chiaro, perché è convinto che tutte quelle imbarcazioni si muovano
grazie ad una mano ben precisa che li guida; quindi decide per
l'immersione. Una volta giunti sotto il mare vedono una cupola
luminosa, con la probabile funzione di barriera, da cui promana una
forza magnetica identica a quella della piramide e del pennant.
Superata la "membrana" (che si ricompone dopo il loro passaggio),
scoprono al suo interno, tra numerosi relitti di imbarcazioni e
mezzi aerei (ma c'è anche un'automobile!) una mostruosa costruzione,
abitazione della Sovrana del Mare, Aman, la quale li accoglie poco
benevolmente. Infatti essa ha stretto un patto con la Regina
Raflesia mettendole a disposizione i propri poteri; in questo caso
ha il compito di eliminare dalla circolazione Harlock e i suoi amici
e poiché un giorno del suo Regno corrisponde a 100 anni terrestri,
Aman usa i suoi poteri per far assopire tutto l'equipaggio
dell'Alkadia, in modo che al loro risveglio trovino una Terra sotto
il dominio delle Mazoniane.
Harlock, questa volta, non può davvero
fare nulla. Gli rimane solo una possibilità di salvezza e,
protendendo la mano verso l'Alkadia, disperato, invoca l'intervento
del suo più grande amico. Allora il Computer dell'Alkadia si
accende, guida l'astronave fino al punto in cui si trovano Harlock e
gli altri e li fa salire. Uccide Aman e torna in supeficie.
Terminato l'effetto dell'incantesimo
di Aman, sul Ponte di Comando si vedono i "nostri" riuniti e si
sente un suono paticolare, che ricorda il battito di un cuore;
soltanto, un po' artificiale. Harlock pronuncia una frase,
apparentemente non indirizzata a nessuno dei presenti:"Ancora una
volta ti dobbiamo la vita.", con tono riconoscente.
Ora il Computer si spegne e si
interrompe anche il battito.
Harlock approfitta per andare da Mayu
(ogni momento è buono) e la piccola gli racconta una favola, molto
antica, ma che contiene molti punti di contatto con l'avventura
appena vissuta dall'Alkadia e dal suo equipaggio: un ragazzo; un
castello sottomarino; una principessa; una giornata intera passata
sotto il mare; il ritorno in un mondo ormai cambiato, dopo
un'assenza di 100 anni.
Episodio n.14
Kirita ha rapito Mayu per portarla nel
deserto del Sahara e fa in modo che Harlock possa raggiungerlo
fornendogli di volta in volta le indicazioni. Solo a lui, però.
Perché ordina che l'Alkadia atterri senza il suo capitano nella
Valle degli Spettri.
Una delle tappe di Harlock per
raggiungere la meta è il paese di Kuruna (Egitto) dove gli verrà
fornita una mappa e un cavallo per attraversare il deserto proprio
dal padre adottivo di Kirita. La particolarità, di cui si stupisce
lo stesso Harlock, è che Kirita lo aveva annunciato al padre come
suo amico.
Harlock, dunque, parte per il deserto,
ma la traversata è molto faticosa, il cavallo non resiste e muore a
metà strada costringendo Harlock a proseguire con le proprie gambe.
Per alleggerirsi lascia cadere, uno per volta, gli oggetti che porta
con sé. E non è finita, perché arriva anche una tempesta di sabbia
che gli strappa via la mappa.
Dall'Alkadia, intanto, cercano senza
successo di mettersi in contatto con lui, che tra gli altri oggetti,
ha lasciato cadere anche la ricetrasmittente. Allora Yuki e Tadashi
pensano di andarlo a cercare con un ricognitore, ma Met li ferma,
perché sa che Harlock può farcela (lo sa perché lo sente, perché
"gli è sempre accanto"). In effetti Harlock, anche se spossato e
disidratato, riesce comunque ad avvicinarsi al luogo in cui sono
Kirita e Mayu grazie al suono dell'ocarina di Mayu e quando ormai
non ce la fa più, e si lascia cadere a terra, destino vuole che Mayu
si accorga di lui e lo aiuti a rinvenire con un po' d'acqua. Mayu, a
questo punto, lo porta da Kirita e Harlock sta per ucciderlo:"Io non
ho mai ucciso nessuna creatura terrestre, per mio impegno ideale, ma
non posso perdonarti di aver portato Mayu in un posto simile!". Per
fortuna Mayu gli si para davanti impedendoglielo e dicendogli come
Kirita l'abbia salvata dal morso di uno scorpione, rimanendone
vittima egli stesso. Infatti Kirita sta male e Harlock, dopo aver
ascoltato la preghiera di Mayu, non esita a salvargli la vita
preparando per lui una sostanza medicinale.
Ma qual'è lo scopo di Kirita? Non
certo quello di mostrare ad Harlock la tomba della propria
sorellina, Tami, morta all'età di sette anni e sepolta ai piedi
della Sfinge, come effettivamente fa. Lo scopo è, invece, quello di
mettere fuori combattimento l'Alkadia e uccidere Harlock servendosi
in entrambi i casi di una grande arma laser nascosta all'interno
della Sfinge e da lui scoperta il giorno della morte di Tami.
Quest'arma ha una gittata di ben 200
km; esattamente la distanza tra la Sfinge e il luogo in cui è
atterrata l'Alkadia, e presenta dei segni identici a quelli del
pennant.
Vuol dire forse che le Mazoniane erano
lì già 5000 anni prima? Kirita punta l'arma in direzione della
Valle degli Spettri e l'Alkadia viene sepolta dalle rocce rimanendo
immobilizzata, mentre Harlock ha i secondi contati. Mayu, ancora una
volta, improvvisamente, si frappone tra Harlock e Kirita cercando di
far ragionare Kirita con queste parlole:"Se mi hai salvato la vita
vuol dire che non sei cattivo. Allora come puoi uccidere Harlock?",
ma sembra che non ci sia più via di scampo, quando a un certo punto
l'Alkadia, tra lo stupore dell'equipaggio, comincia a muoversi da
sola e si libera da quella prigione di pietre, arrivando appena in
tempo per permettere a Yattaran di distruggere la terribile arma
(con tanto di Sfinge annessa) e salvare Harlock e Mayu.
Note -
Dalla versione italiana sono stati
tolti due pezzi. Il primo aveva come protagonisti Mayu e Kirita.
Kirita cerca di far bere Mayu, perché sì, l'ha rapita, ma non è
comunque sua intenzione farla morire. Visto che però Mayu si rifiuta
per principio di bere l'acqua che lui le offre, facendo anche cadere
la preziosa borraccia a terra, lui interviene con la forza: butta
giù Mayu dal cammello e la obbliga a bere l'acqua.
Il secondo pezzo tolto si trovava nel
punto in cui il cavallo di Harlock non può più resistere alla fatica
e muore (Harlock prosegue, poi, a piedi nel deserto). Il cavallo,
nella versione originale, non è semplicemente "caduto e morto" , ma
era caduto esausto e moribondo sulla sabbia, Harlock aveva preso la
pistola e voltata la testa aveva ucciso definitivamente il cavallo.
Episodio n.15
Dall'Alkadia, osservando la Terra, i
monitor mostrano un'aurora boreale della quale, subito, viene
evidenziata la stranezza. Primo perché, come dice Yuki, questi
fenomeni sono in genere connessi con le macchie solari, e in questo
caso, il sole non presenta macchie. Secondo, perchè la striscia nera
che l'attraversa e che ad Harlock sembra una strada, scompare
improvvisamente. Terzo, e più importante, Met teme le aurore perché
sul suo pianeta la comparsa delle aurore più belle è coincisa con il
mutamento delle piante. Quest'ultimo motivo è il più importante
perché Met ha già dimostrato altre volte la sua capacità di
avvertire in anticipo tanto i pericoli quanto le situazioni in cui
non c'era nulla da temere e quando Harlock decide di scendere sulla
Terra per controllare l'aurora, Met lo segue per potergli stare
vicino (sa che Harlock avrà bisogno del suo aiuto).
Fanno atterrare l'Alkadia proprio sul
punto che sembrava una striscia di terra e Harlock con Met, scesi
con un ricognitore, notano un'altro elemento sospetto: una tempesta
che è improvvisa (quando al Polo il tempo non dovrebbe cambiare così
velocemente) ed è localizzata solo nel punto in cui si trovano loro.
Met implora Harlock di tornare indietro perché ormai è certa del
pericolo che incombe su di lui, ma visto che Harlock è ben
determinato a proseguire, allora lei lo aspetta, decisa a non
tornare se non insieme a lui.
Allora Harlock s'incammina lungo la
striscia che attraversa l'aurora e alla fine della strada si trova
di fronte ad un castello meraviglioso, degli stessi colori
dell'aurora, e luminoso come se fosse costruito nel ghiaccio. Gli
compare davanti una donna dall'aspetto bellissimo, una Mazoniana che
gli dice di aver avuto un solo scopo in tutta la sua vita: farlo
scomparire.
E subito Harlock si ritrova
immobilizzato da un filo quasi impercettibile, ma non per questo
meno efficace, viene deposto dalla donna in una sorta di bara
costruita nel ghiaccio e viene ricoperto poco per volta con lastre
dello stesso materiale. La donna, inoltre, mette fuori gioco
l'Alkadia facendola sprofondare nel ghiaccio, proprio sotto gli
occhi della propria vittima.
Tutto sembra essere perduto, finché la
donna non arriva a ricoprire Harlock con la lastra, l'ultima, che
sigillerà per sempre la bara, ossia quella che dovrebbe coprire il
suo viso. In questo momento, infatti, succede qualcosa per cui la
Mazoniana si ferma a guardarlo e comincia a pronunciare frasi che
nessuno si sarebbe mai aspettato, neanche lei. Infatti confessa la
propria ammirazione per Harlock e il desiderio nascosto che ha
sempre avuto di averlo accanto. In poche parole, si è innamorata di
Harlock.
A questo punto Met capisce che è
giunto il momento di intervenire e salvare Harlock dalle attenzioni
morbose della Mazoniana. Il combattimento tra Met e la Mazoniana è
molto particolare, si svolge a suon di onde energetiche che sembrano
essere generate dalle loro menti. Tuttavia la forza delle onde
emesse dalla mente di Met sovrasta quella dell'avversaria,
sconfiggendola. La Mazoniana muore, ma non bruciando come tutte le
altre, bensì quasi squagliandosi. Stessa sorte tocca al bellissimo
castello, che scompare rivelando la sua vera identità, cioè una base
mazoniana dall'aspetto orrendo, assai contrastante con la bellezza
del castello che la nascondeva.
Ora tutto è finito e ci troviamo sul
Ponte di Comando dell'Alkadia (liberatasi in seguito alla sconfitta
della Mazoniana) da dove Harlock fa fuoco per distruggere la base
nemica. La vittoria di Met viene spiegata dalla stessa dicendo che
sicuramente la forza del proprio sentimento per Harlock era di gran
lunga maggiore di quello provato dalla Mazoniana.
Tutti si chiedono come sia possibile
che una creatura del genere sia stata in grado di provare amore.
Note
-Il preludio all'episodio è dedicato
all'incubo fatto da Mayu, in cui Harlock era senza vita, sepolto nel
ghiaccio. Quindi, come Met, anche Mayu mostra la propria vicinanza
ad Harlock.
-Un'ultima cosa. Non pensate che
Kirita non abbia approfittato delle condizioni di inferiorità in cui
si era venuta a trovare l'Alkadia! Il suo attacco viene scoraggiato
dalla stessa Mazoniana perché praticamente Kirita avrebbe finito per
sciogliere il ghiaccio attorno all'astronave, liberandola.
Episodio n.16
Titolo: LA CANZONE DEL COMMIATO
Questo episodio è dedicato a Yuki e si
contraddistingue dagli altri perché è il primo di quelli dedicati
alle vite dei singoli personaggi. Soprattutto, incentrati sui
momenti decisivi della loro vita, cioè quelli che li hanno formati
nel carattere e portati a scegliere di vivere sull'Alkadia. Andando
avanti nel corso della storia, ci saranno anche quelli dedicati a
Maji (che verrà presentato direttamente in quell'occasione), a
Yattaran, al Dottor Zero, a Mazusan, e, finalmente, anche quello
dedicato al grande amico di Harlock, padre di Mayu e costruttore
dell'Alkadia. Una buona parte della storia di Met abbiamo avuto modo
di conoscerla volta per volta, ma anche per lei ci sarà un'episodio.
Su Tadashi sappiamo già tutto.
"La canzone del commiato" è molto
particolare anche nei colori, nelle musiche, nelle inquadrature e
nell'intreccio. Se in tutta la serie traspare lo stile e il gusto
degli anni '70, in questo episodio l'influenza è molto più evidente,
rendendolo diverso proprio per questo, da tutti gli altri. Si può
dire che è "unico".
Per motivi di chiarezza ho deciso di
descrivere gli eventi di questo episodio seguendo il loro ordine
reale, non quello dell'intreccio. Anche perché gli eventi che
appartengono al presente narrativo (escludendo quindi i flashback)
sono contemporanei ai primi 5 minuti dell'episodio successivo
(vedi).
Il padre di Yuki era uno scienziato
che nel suo laboratorio studiava e sperimentava il modo di costruire
una colonia su di un satellite artificiale che avesse le stesse
caratteristiche della Terra e dove gli umani potessero andare a
divertirsi. Della sua equipe faceva parte anche Kasuya, il ragazzo
di cui era innamorata, e contraccambiata, Yuki. Questo ragazzo,
Kasuya appunto, aveva deciso un giorno di uccidere il padre di Yuki,
che rappresentava un'intralcio alle sue mire di potere, ma aveva
lasciato credere a tutti che il soffocamento del padre di Yuki fosse
stato un brutto e inaspettato incidente. Poi, abbandonato tutto e
tutti, compresa Yuki, aveva dichiarato di non voler più entrare in
quel laboratorio. La madre di Yuki era morta subito dopo di
crepacuore e Yuki, sentendosi abbandonata anche da Kasuya (ella non
sapeva che il padre era stato assassinato, e per di più da lui), dal
quale non si aspettava che rinunciasse alle ricerche, e vedendo
screditato e deriso il lavoro del padre, aveva deciso di imbarcarsi
sulla prima astronave che gli sarebbe capitata. Infatti, poi, era
stata trovata su un'astronave, clandestina, dal Comandante, che la
riconosce e lei, per la rabbia, lo aveva aggredito saltandogli
addosso. A causa del suo gesto poco rispettoso, Yuki era stata
imprigionata sulla stessa astronave, ma per fortuna, mentre si
trovava nella prigione, l'astronave era stata attaccata
dall'Alkadia, sempre alla ricerca di provviste da immagazzinare, e
lei era stata liberata da Harlock e accolta a bordo della sua
astronave.
Ora si torna ai nostri giorni, quelli
in cui si svolge la nostra storia. L'Alkadia si sta avvicinando al
satellite in cui il padre di Yuki svolgeva i suoi esperimenti (che
si trova vicino all'ottava Isola dei Pirati) e Harlock le dà la
possibilità di scegliere se rimanere ancora con loro, visto che non
ha più nessuno ad aspettarla, oppure di tornare.
Yuki ringrazia e decide di tornare per
continuare il lavoro del padre, magari proprio insieme a Kasuya,
qualora lo avesse ritrovato e convinto a lavorare con lei.
La meta dell'Alkadia, adesso, è
l'Ottava Isola dei Pirati. Prima, però, si dirigono a prendere Mayu
perché Harlock ha deciso di farle passare sull'Alkadia le sue
vacanze scolastiche.
Quest'ultima cosa, cioè la decisione
di prendere Mayu e di andare sull'Isola, è narrata nell'episodio
n.17, nei primi 5 minuti. Nell'episodio n.16 non si parla di questo,
ma si dà per buona la presenza di Mayu sull'Alkadia, nonché la sosta
sull'Isola.
Tornando a Yuki: la prima cosa che fa
è visitare la tomba dei genitori dove incontra anche Kasuya, che la
stava aspettando per dirle che aveva deciso di riprendere gli
esperimenti. Anche per riscattare la memoria del padre di Yuki. Le
confessa, poi, di essere ancora innamorato di lei. Yuki, quindi, si
unisce a lui per le ricerche (in fondo era per questo che aveva
lasciato l'Alkadia) e s'incamminano insieme verso la casa dei
genitori di lei, che ora è la casa in cui vive Kasuya assieme alla
sorellina.
Su questa sorellina di Kasuya viene
subito gettato un velo di sospetto, perché Yuki non aveva mai saputo
della sua esistenza. Più tardi, infatti, Yuki si presta per una
prova che dovrebbe servire a testare la resistenza dell'essere umano
sulla colonia artificiale, ma che in realtà è un macchinario che ha
il solo scopo di ipnotizzarla per farla rispondere ad una domanda
ben precisa:"Quando l'Alkadia si trovava al cospetto della Sovrana
Aman e tutto l'equipaggio dormiva sotto l'effetto dell'incantesimo,
chi ha fatto muovere l'astronave? Qual'è il segreto?".
Praticamente si capisce che Kasuya si
è alleato con le Mazoniane e che la presunta sorellina è una di
loro. Per fortuna Yuki non risponde alla domanda, ma purtroppo, alla
fine della prova dimentica ciò che le è successo.
Un giorno Yattaran e il Dottor Zero
vanno a trovare Yuki per vedere, e riferire agli altri, come sta.
Tra le altre cose le dicono che l'Alkadia si trova sull'Ottava Isola
dei Pirati. Mai l'avessero detto! Kasuya, infatti, sta ascoltando di
nascosto e va immediatamente a comunicare la notizia a Kirita per
permettergli di coglierlo di sorpresa (l'attacco di Kirita,
comunque, va a vuoto, come i precedenti).
Dall'Alkadia, quindi, capiscono che
Yuki è in pericolo, ma Harlock decide di intervenire solo se Yuki
sarà in grave ed effettivo pericolo, perché pensa che si tratti di
una sua questione personale e che questa vada risolta solo da lei.
L'intervento dell'Alkadia per ora si
limita a mettere Yuki in guardia, attraverso Met, che si offre per
andare da lei in segreto. Una volta giunta le pone delle domande per
portarla a riflettere sulla situazione; proprio quelle domande che
Yuki si sarebbe dovuta porre da sola.
Quando Yuki arriva a capire e scopre
la vera natura di Saki, allora affronta Kasuya faccia a faccia
dicendogli ciò che pensa di lui e questi, esaltato, la sprona ad
ucciderlo, la provoca, ma Saki è in agguato alle spalle di Yuki e le
punta la pistola contro. Harlock la uccide appena in tempo, proprio
nel momento in cui stava per sparare a Yuki.
Kasuya, vigliacco, approfitta del
momento per fuggire (al riguardo vedi la nota)
Ovviamente Yuki torna sull'Alkadia, ma
solo dopo aver chiesto ad Harlock se sono ancora disposti ad
accettarla tra loro. Harlock le risponde:"Ti aspettiamo, Yuki."
Questo è quanto, ma la mia descrizione
si limita solo ai fatti, mentre, invece, questo episodio, in certi
momenti, ha dei suoni e delle immagini molto particolari. In realtà,
tutta la serie ha delle belle musiche, dei bei suoni e molte
immagini suggestive, ma questa puntata ha un'atmosfera veramente
unica; grazie, soprattutto, al samizen, uno strumento tradizionale
giapponese, a corde, il cui suono accompagna più volte le immagini.
Era lo strumento che suonava la madre di Yuki, per una tradizione di
famiglia.
Più degli altri, questo episodio, va
visto e ascoltato, fosse solo per questi pezzi così particolari.
Note
-Ho detto che Kasuya approfitta per
fuggire, ma non è ciò che accade veramente, perché quando Yuki
punta l'arma contro Kasuya, lascia anche cadere il samizen per
impugnare meglio la pistola (gesto che evidenzia tutta la sua
determinazione e la sua volontà di raccogliere tutte le forze per
compiere un'azione così difficile); subito dopo la caduta del
samizen c'è un passaggio di immagine troppo brusco il quale porta lo
spettatore attento a supporre che ci sia stato un taglio, attuato
per eliminare il momento dell'uccisione di Kasuya da parte di Yuki.
Infatti, nella scena immediatemente successiva alla caduta del
samizen, si vede Yuki di spalle, inginocchiata (quando un attimo
prima stava in piedi per sparare) e un corpo disteso a terra di
fonte a lei. Questo particolare non è evidente, ma c'è, e quindi
vuol dire che Yuki ha trovato in sé tutto il coraggio per uccidere
colui che è stato la causa del suo "esilio" sull'Alkadia e che
sarebbe stato di fondamentale aiuto per le Mazoniane nella conquista
della Terra.
Certo Yuki, ora, è distrutta, e,
giustamente, piange perché l'esperienza vissuta è stata estremamente
forte. Come lei, del resto. Ciò è sicuramente una conseguenza
dell'adattamento.
Episodio n.17
Titolo: LO SCHELETRO DEI FALCHI
SPAZIALI
Questo è il secondo episodio dedicato
alle storie dei singoli personaggi. Stavolta è il turno di Maji, il
Primo Timoniere dell'Alkadia, che conosciamo ora per la prima volta.
Per l'esattezza Maji è protagonista anche dell'episodio n.18, e
bisognerà vedere entrambi gli episodi per conoscere meglio la sua
storia e i suoi sentimenti. Come già detto nel riassunto precedente,
i primi 5 minuti dell'episodio si svolgono in contemporanea alla
puntata n.16. Infatti Harlock decide di andare a prendere Mayu sulla
Terra per farle trascorrere le vacanze scolastiche sull'Alkadia e
poi si dirigono sull'Ottava Isola dei Pirati. Tutto ciò mentre Yuki
sta lavorando con Kasuya per portare avanti le ricerche del padre
(vedi).
Mayu, quindi, sta sull'Alkadia e tutto
l'equipaggio si prodiga per farla divertire. In particolare Maji,
che mostra di essersi affezionato a lei molto più degli altri.
Quando Mayu se ne va, infatti, Maji si rattrista fino al punto di
non parlare più, facendo persino preoccupare i suoi compagni, che
non ne comprendono il comportamento.
Effettivamente la sua tristezza
potrebbe sembrare eccessiva per chi non ne conosce il motivo.
Intanto, nello spazio, viene avvistata
una bottiglia contenente una lettera. E' stata scritta da Toshiro
Yamanaka, il Comandante dei Falchi Spaziali, dell'esercito della
Federazione. Egli chiede aiuto perché la sua astronave è rimasta
intrappolata in un gorgo di onde magnetiche che la fanno girare
vorticosamente e spiega che si sono trovati lì dopo aver
oltrepassato la nebulosa Collo di Cavallo durante un'inseguimento
alle Mazoniane, per scovare la loro base principale.
Harlock non esita a fare rotta verso
la nebulosa e Maji, non appena viene a sapere che lo scopo della
missione è salvare il Capitano Yamanaka, sale subito sul Ponte di
Comando per capire meglio. Infatti Maji conosce Yamanaka, perché una
volta era stato il suo Capitano e si capisce subito che per lui era
stato molto più di un semplice Superiore al quale obbedire. Da qui
Maji comincia a raccontare la sua storia, prendendo spunto dalla
domanda di Tadashi sul motivo per cui, dalle astronavi della
Federazione, sia poi passato a bordo dell'Alkadia.
Il suo racconto comincia ricordando
come la stessa Alkadia, in uno scontro, abbia sconfitto (ma non
distrutto) l'astronave di Yamanaka, su cui era anche Maji. Vuol dire
che una volta, quindi, erano nemici, quando ancora sia Yamanaka che
Maji non credevano all'esistenza delle Mazoniane. Maji, poi,
continua parlando della vita felice che conduceva con la donna che
amava (Aki) e la bambina (Midorì) nata dal loro matrimonio. Ma un
giorno (un brutto giorno) Yamanaka si era presentato di fronte a lui
chiedendogli di lasciare immediatamente la propria moglie perché si
trattava di un essere extraterrestre dall'aspetto femminile e aveva
cercato di fargli capire come queste, nonostante l'apparenza,
fossero in realtà spietate e pronte ad uccidere per conquistare le
Terra. Maji, ovviamente, non aveva voluto saperne e i due si erano
separati, fino a quando Maji non aveva sentito uno sparo. Era stato
Yamanaka a sparare; aveva sparato contro una Mazoniana che stava in
agguato pronta ad ucciderlo e quando Maji, una volta giunto, aveva
scoperto che la donna era proprio la sua amata Aki, preso dalla
rabbia si era scagliato contro quello che credeva un freddo
assassino; addirittura gli aveva puntato contro la sua stessa
pistola.
Lo aveva fermato Harlock, che aveva
confermato a Maji quanto dettogli da Yamanaka.
A questo punto le strade dei tre si
erano divise (o forse bisognerebbe dire che ognuno di loro aveva
deciso di prendere una strada diversa per una stessa lotta). Maji
era tornato a casa e aveva scoperto che quegli esseri vestiti da
capo a piedi con un mantello nero (lo stesso che indossava sua
moglie uccisa da Yamanaka) avevano appena portato via la sua Midorì.
Aveva capito che si trattava di Mazoniane.
Così Maji aveva deciso di unirsi ad
Harlock, perché questi aveva detto che il suo scopo era quello di
inseguire e combattere quel popolo. Per lui era diventato "l'unico
modo di ritrovare Midorì" e anche se stesso, visto che dopo il
rapimento della figlia si era lasciato andare all'alcool. Infatti
Maji poteva, e a stento, accettare la morte di Aki, ma non il
rapimento di quella che essendo anche figlia sua doveva essere,
anche se solo in minima parte, umana.
Così termina il racconto e Maji
aggiunge che deve assolutamente poter rivedere Yamanaka e chiedergli
perdono per il proprio comportamento. Stando sull'Alkadia, infatti,
si era reso conto della malvagità delle Mazoniane e della loro
abitudine di giocare con i sentimenti umani.
Ora, però, a furia di rivangare il
passato, Maji ha dovuto rivivere quelle stesse forti emozioni, che
per fortuna riescono a trovare uno sfogo nel pianto, mentre corre
via dal Ponte di Comando.
Rotta verso la nebulosa Collo di
Cavallo.
Prima ancora di giungere a meta, però,
è la stessa astronave dei Falchi Spaziali, gravemente danneggiata,
che si para innanzi all'Alkadia. Forse è stata liberata dal gorgo
grazie al passaggio di una cometa che ha interrotto il flusso
magnetico, ma poco importa. Maji, Harlock, Yuki e Tadashi entrano
dentro, nei corridoi dell'astronave, ma Maji non resiste e comincia
a correre verso il Ponte di Comando, gridando il nome del suo
vecchio capitano.
Quando arriva e crede di averlo
trovato, perché lo vede dritto, in piedi, che impugna il timone, si
accorge, invece, guardandogli il volto, che di lui è rimasto solo lo
scheletro. Sono arrivati tardi. Maji si inginocchia comunque di
fronte a lui chiedendogli perdono tra le lacrime, e continua a
piangere anche dopo, sull'Alkadia, durante l'ultimo saluto di tutto
l'equipaggio.
Note
-C'è un dialogo, stupendo, tra
Yamanaka e Maji, svoltosi qualche tempo dopo la sconfitta contro
Harlock. Maji vuole renderne partecipi gli amici dell'Alkadia,
raccontandoglielo. E' un pezzo stupendo, che ci mostra il tipo di
rapporto che legava i due e quale livello di confidenza avessero
raggiunto.
Yamanaka:"Sai Maji, comincio a provare
un sentimento d'invidia per Capitan Harlock. Vola per gli Spazi
obbedendo soltanto ai suoi ideali e all'impulso del suo cuore. Senza
mai piegarsi di fronte a nessuno."
Maji, poco convinto:"Si, ma è un
pirata!"
Yamanaka:"Lo so, ma navigare
liberamente per gli Spazi, senza vincoli, deve essere meraviglioso.
A noi spesso questa gioia viene negata da obblighi odiosi. Sai che
cosa vorrei? Ridurre tutta la mia vita a un solo giorno e in quel
giorno, comandare l'Alkadia."
Maji, con un grande sorriso:"Anche a
me piacerebbe! Dev'essere bello manovrare quei motori! Farei andare
l'astronave su e giù, continuamente, senza stancarmi mai!"
"Allora, pensavamo la stessa cosa?"
dice sorridendo Yamanaka, guardando Maji.
Ed entrambi scoppiano in una
bellissima risata. Ridono di sé stessi e del fatto di non aver mai
avuto il coraggio di ammettere i propri più profondi desideri, con
quel genere di risate che solo i veri amici possono fare insieme.
Episodio n.18
Nonostante l'astronave di Yamanaka sia
stata trovata al di fuori della nebulosa Collo di Cavallo, sempre
verso quella nebulosa l'Alkadia decide di mantenere la rotta, perché
secondo quanto era scritto nel messaggio di Yamanaka, oltrepassatala
avrebbero trovato la base principale delle Mazoniane.
Maji durante il viaggio se ne sta
chiuso nella sua stanza guardando la foto della figlia ed esce
soltanto quando gli sembra di sentire il suono di un campanellino a
bordo dell'Alkadia. Questo campanellino lo fa ripensare a quello che
la sua Midorì portava sempre al collo, anche al momento del
rapimento e quindi, uscendo dalla stanza, Maji segue quel suono
nella speranza di ritrovarla. Quando arriva vede una Mazoniana che
effettivamente assomiglia molto a sua figlia e possiede un
campanellino proprio identico al suo; questa assume un aspetto più
umano per ingannare la sua vittima, così che egli la possa
considerare davvero sua figlia, con tutte le conseguenze facilmente
immaginabili nel comportamento di Maji, che prenderà sempre le sue
difese, essendo suo padre. Quella Mazoniana, effettivamente, è sua
figlia, ma ormai lei non ha più alcun legame con lui, e tutti
sembrano essersene accorti, tranne Maji, che non è disposto a
rinunciare a lei e farà di tutto per ricordarle l'infanzia passata
sulla Terra assieme a lui.
Improvvisamente Midorì fugge e
scompare, per poi ricomparire sul Ponte di Comando assieme ad altre
Mazoniane che sembrano essere ai suoi ordini. Harlock sta per
sparare proprio a Midorì, ma Maji si mette di fronte a lui
chiedendogli di abbassare l'arma. Yuki, però si accorge quasi subito
che quelle guerriere sono solo ombre; la conferma arriva dopo che
Met passa attraverso una di loro senza incontrare alcun tipo di
resistenza e Maji cerca di abbracciare Midorì senza riuscirci. Le
ombre, dice Yuki, provengono dalle Pleiadi e ben presto scoprono
anche che il loro scopo è di distrarre l'equipaggio mentre le vere
Mazoniane raccolgono informazioni sull'Alkadia. Ad accorgersene è
Met, che uccide una di loro che si nascondeva nella stanza di
Harlock. Riesce ad ucciderla semplicemente lanciandole una carta da
poker, come se fosse un coltello.
Immediatamente viene messo in allerta
tutto l'equipaggio, tra cui Maji che nuovamente cerca di raggiungere
la figlia Midorì, in fuga dopo aver capito che il loro piano è stato
scoperto. La fuga di Midorì cessa quando si trova di fronte Harlock
e per liberarsene gli punta contro la pistola, intenzionata a farlo
fuori una volta per tutte, ma Maji le dice di fermarsi perché non
può sparare a quello che è il suo Comandante e poi guarda Harlock,
dicendogli che non può uccidere colei che è sua figlia. Ma lei è
ormai una Mazoniana e solo agli occhi di suo padre ella può sembrare
un essere umano con sentimenti umani. Infatti approfitta subito di
un momento di disattenzione di Maji per colpire Harlock a
tradimento, per fortuna soltanto sfiorandolo, perché lui si sposta
in tempo per evitare il colpo.
Lei fugge ancora e Harlock stavolta
sembra deciso a spararle, ma non può non ascoltare le preghiere di
Maji che addirittura gli propone di essere ucciso al posto della
figlia. La mira di Harlock si sposta verso Maji che sta fermo
immobile davanti a lui, pronto ad essere ucciso davvero.
L'intenzione di Harlock, però è solo di farlo rinsavire e fargli
capire che ormai di sua figlia, nella Mazoniana, non è rimasto
nulla. Insomma sembra che Harlock voglia colpirlo davvero, mentre
invece il suo colpo mira solo a sfiorare la parte destra della sua
testa, con una precisione davvero unica. Dopodiché Harlock si
avvicina a lui e cerca con le parole, dolcemente, di farlo
ragionare, ma Maji, evidentemente, ancora non è pronto ad ammettere
una verità dettagli da un'altra persona. Dovrà capirlo da solo, e
questo capiterà ben presto, perché subito dopo Maji decide di
inseguire Midorì e quando se la trova di fronte, su un pianeta
contro cui si è andato a schiantare con il proprio ricognitore, la
chiama ancora una volta per nome, ma è lei stessa, stavolta, a
dirgli ciò che lui non aveva mai voluto accettare:"Sono il Soldato
Mazoniano 6709 comandante la truppa d'assalto. Il mio nome è Patru".
Dice di essere nata da una pianta e che loro (le Mazoniane) non
hanno bisogno di un padre. Maji a queste parole si inginocchia e
piange, perché realizza che davanti a sé c'è solo una Mazoniana, e
non una figlia; allora afferra la pistola per ucciderla, ma lei è
molto più veloce e fugge via subito dopo avergli impedito di
puntarle contro la pistola.
Quando l'Alkadia lo raggiunge, Maji,
salendo, cerca di chiedere scusa ad Harlock, che però non lo fa
parlare perché ha già capito le sue intenzioni:"Ti capisco, Maji",
dice Harlock semplicemente, risparmiandogli la fatica di raccontare
ciò che, sicuramente con dolore, gli aveva fatto capire il suo
errore.
E così, come era successo a Tadashi
con il Comandante Laura, anche Maji prende la propria rivincita su
Patru in combattimento, uccidendola. Riesce anche a superare il
momento in cui la Mazoniana assume ai suoi occhi l'aspetto di Midorì
per ingannarlo.
Certo, anche lui, come era successo a
Yuki con Kasuya, rimane sconvolto dal suo stesso gesto, restando
immobile e in silenzio a ricordare i momenti passati con lei quando
era una bambina, ma è anche vero che quella, ormai, era solo il
Soldato Mazoniano 6709, non la sua Midorì.
Note
-Durante l'episodio l'Alkadia avvista
la nebulosa Collo di Cavallo. Devono ancora raggiungerla.
Episodio.19
Titolo: IL TRANELLO DELLA REGINA
RAFLESIA
Solo tre giorni e l'Alkadia
raggiungerà la nebulosa Collo di Cavallo: la stessa che il Capitano
Yamanaka aveva inutilmente tentato di raggiungere prima di loro.
Nulla sembra minacciare pericoli, a
parte una nube di gas, la quale emette in continuazione forti
scariche elettriche, fortunatamente inoffensive per l'Alkadia.
Proprio per questo Harlock si limita a dare l'ordine di controllare
se tutti
gli impianti dell'astronave funzionano
regolarmente, ed è in questo frangente che Met nota che il Computer,
anche la conferma del fatto che non c'è nulla da temere. Infatti
scoprono il Computer dell'Alkadia ha addirittura deciso di dormire.
Ebbene sì, il Computer...dorme. Non
solo, quindi, è in grado di avvertire in tempo l'avvicinarsi di
eventuali pericoli, ma è anche in grado di dormire. Ovvio lo stupore
di Tadashi e Yuki a questa notizia, che però non sembra sorprendere
minimamente né Harlock, né Met. Met, tra l'altro, accenna una
risposta facendo notare come sia del tutto normale che in una
situazione del genere (cioè in assenza di pericoli) il Computer
dorma. Tadashi e Yuki avranno modo, in seguito di porre altre
domande sull'Alkadia e il suo Computer alla stessa Met (vedi le note
in fondo).
Tornando alla nube gassosa: Harlock
conclude che non è altro che uno strumento utilizzato da Raflesia
per sondare le menti dell'equipaggio dell'Alkadia, attraverso dei
raggi che hanno lo scopo di analizzare gli impulsi elettrici del
cervello umano. In tal modo la Regina delle Mazoniane cerca di
saperne di più sull'identità del misterioso 42° membro
dell'equipaggio, colui il cui intervento è risultato determinante
già in altre occasioni.
Il risultato di tale ricerca,
tuttavia, non è soddisfacente, poiché il raggio-sonda non riesce a
carpire i pensieri di tale individuo; infatti, proprio nell'istante
in cui il raggio sondava la sua mente, il fantomatico 42° uomo stava
dormendo. Nulla sui suoi pensieri, dunque, anche se la Regina
ottiene comunque la preziosa conferma della sua esistenza.
Intanto sull'Alkadia il viaggio
prosegue tranquillo. Gli uomini dormono come sempre in mezzo ai
corridoi; anche il dottor Zero e il suo gatto dormono della grossa,
mentre Met suona l'arpa e le sue dolci note si diffondono nella
stanza di Harlock.
Tutto, insomma, si svolge nella calma
più assoluta.
"Troppo", pensa Harlock,
contemporaneamente allo spezzarsi di una delle corde dell'arpa di
Met. Troppa calma, e ciò lo insospettisce facendolo giungere alla
conclusione che Raflesia ha teso loro un tranello, spingendoli a
credere che il messaggio trovato nella bottiglia fosse di Yamanaka.
Molto probabilmente è andata così.
Harlock ora ne è certo, e Met, che lo sta ascoltando attentamente,
conclude lei il suo discorso affermando che quindi il vero scopo di
quel messaggio era di far avvicinare l'Alkadia verso le navi di
Mazone con l'intenzione di studiarne meglio l'equipaggio e tendergli
un agguato. In questo modo, per esempio, si sarebbe potuta spiegare
la passata presenza a bordo delle guerriere ombra (nonché di quelle
vere).
Harlock, nonostante ciò, decide di
continuare e mantenere la rotta verso la nebulosa, con in più,
stavolta, la consapevolezza di seguire un percorso già previsto per
lui da Raflesia. Un'utilissima informazione che di certo lo porrà in
vantaggio rispetto all'avversario.
Quando ormai mancano solo 8 ore per
raggiungere la nebulosa Collo di Cavallo, Harlock, che ha già in
mente un piano per difendersi dagli agguati nemici, chiede a Yuki
aggiornamenti sulla posizione di Ombra di Morte, un pianeta senza
gravitazione orbitale, che costituisce la loro base di emergenza e
all'interno del quale possono rifugiarsi in caso di pericolo. Ombra
di Morte è stato progettato per seguire l'Alkadia ovunque vada ed è
anch'esso frutto dell'ingegno del costruttore dell'astronave.
In questo frangente Ombra di Morte,
secondo il piano di Harlock, dovrà rimanere nascosta dentro la
nebulosa mentre l'Alkadia uscirà allo scoperto. Praticamente fungerà
da rifugio in caso di pericolo. E il pericolo non tarda a
presentarsi, dopo 18 ore, al termine dell'attraversamento della
nebulosa, perché l'Ufficiale mazoniano a cui è stata affidata la
missione ha fatto in modo di far lanciare una cometa proprio verso
Ombra di Morte (e di conseguenza contro l'Alkadia stessa). Sembra
davvero mettersi male per Harlock ed il suo equipaggio perché di
fronte a loro si pone anche un altro ostacolo consistente in un
vortice di onde magnetiche. A questo punto il piano di Harlock,
anche se di difficile attuazione, rimane l'ultima speranza, e una
volta riusciti a rifugiarsi dentro Ombra di Morte,
Harlock dà l'ordine di collegare il
timone dell'Alkadia (in questo difficile momento pilotato da lui
stesso) agli strumenti di manovra del piccolo pianeta.
L'intenzione di Harlock è quella,
oltre che di rifugiarsi, di mandare la cometa ad affondare nel magma
di una delle tante stelle che li circondano (tutte di recente
formazione). Per far questo piloterà egli stesso Ombra di Morte
servendosi del timone dell'Alkadia (il suo costruttore aveva proprio
previsto tutto) e, sfruttando il fatto che la cometa è stata
programmata per seguire il pianetino, Harlock porterà la stessa
Ombra di Morte fino a sfiorare una delle tante stelle, virando
improvvisamente per evitarla. La cometa, a quel punto, non farà più
in tempo a tornare indietro e andrà inevitabilmente a morire nel
magma, distruggendosi.
Il piano di Harlock funziona e porta
all'esito desiderato.
Le Mazoniane non si arrendono e
tentano un attacco a sorpresa con le loro astronavi.
Beh, sembra quasi inutile dire che
anche questa volta le astronavi mazoniane hanno la peggio, sia nella
lotta contro l'Alkadia, sia nelle scontri singoli.
Note
-Continuano le domande di Tadashi e di
Yuki sull'Alkadia e sul suo costruttore, di cui Harlock è sempre
restio a parlare. Per l'esattezza, come dice Yuki a Met nel corso
dell'episodio, le risposte di Harlock sull'argomento sono sempre
riferite all'ingegno del costruttore e a quanto egli fosse un genio
incomparabile. Nulla di più.
Met in questo episodio viene
interpellata sull'argomento con domande molto precise da parte di
Tadashi e di Yuki. Per esempio su come mai l'Alkadia, in Egitto, si
sia mossa da sola; oppure il motivo per cui il timone, in quel
preciso momento in cui stanno parlando, si sta muovendo da solo; o,
ancora, da dove deriva la caratteristica del Computer di dormire
quando non è necessario il suo intervento (fatto assolutamente
insolito per un computer).
La risposta di risposta di Met a tali
domande è (riferendosi al costruttore dell'Alkadia): "Pensava che la
razza umana, senza una zattera di salvataggio al di là della Terra,
si sarebbe estinta, e ha costruito questa 'zattera' a prezzo della
sua vita. Ecco perché la nave ora è viva".
Non che questa sia una risposta
propriamente esaustiva, ma se non altro Yuki e Tadashi, ora, hanno
qualche dato in più su cui ragionare.
-A conclusione dell'episodio, subito
dopo la fine della battaglia che ha visto ancora una volta la
sconfitta delle Mazoniane, si vede Harlock nella sua stanza mentre
si versa del vino in un bicchiere, come per rilassarsi.
Improvviasamente compare di fronte a lui Raflesia, o meglio, la sua
proiezione (finora Raflesia non è mai comparsa realmente di fronte
ad Harlock), ma Harlock non si scompone minimamente.
Raflesia: "Penso che sia arrivato il
momento di parlarci un po'."
Harlock: "Non ho nessuna intenzione di
rivolgere la parola a un'ombra."
Raflesia: "Sei sempre molto orgoglioso
Harlock, ma ora non serve."
Harlock: "Pensi che il mio sia
soltanto orgoglio? Tu non capirai mai, perché non sei mai riuscita a
capire di che cosa sia fatto il sangue umano." Harlock versa altro
vino nel bicchiere.
Raflesia: "Continuerai ancora a
lottare ostinatamente contro di me?"
Harlock: "Se la tua è una proposta
d'armistizio, non ti illudere che accetti."
Raflesia (dopo un breve silenzio e
chiudendo un attimo gli occhi, come se stesse parlando con se
stessa): "Ho piantato semi che hanno germogliato contro di me."
Quest'ultima frase, dal contenuto
assolutamente inaspettato, non manca di sorprendere Harlock.
Episodio n.20
Titolo: JURA LA STELLA DISABITATA
Jura, a dispetto di quanto dice il
titolo, non è una stella, bensi' il pianeta d'origine di Met, che
ella credeva ormai spacciato e condannato alla morte dai suoi stessi
abitanti. Questi avevano intrapreso una guerra nucleare le cui
conseguenze erano state disastrose sia per loro che per il pianeta;
infatti tutte le specie vegetali avevano cominciato a crescere in
maniera abnorme ed innaturale uccidendo una dopo l'altra tutte le
creature viventi.
Praticamente Met è l'unica
sopravvissuta della sua specie ed è stato Harlock che, intervenendo
appena in tempo portandola via da quel pianeta, le ha dato una nuova
possibilità di vivere sull'Alkadia. Per questo più volte sentiamo
Met dire di aver dedicato la sua vita ad Harlock, poiché prova
ancora una profonda gratitudine nei suoi confronti.
L'Alkadia ora sta viaggiando verso la
Grande stella rossa Antares con l'intenzione di arrivare fino alla
Terra, ma Harlock accetta ugualmente di buon grado la richiesta di
Met di ritardare la tabella di marcia per poter raggiungere Jura,
che vuole rivedere a tutti i costi in seguito alla scoperta della
sua inaspettata "rinascita".
Effettivamente questo era un fatto che
nessuno di loro si sarebbe aspettato, ma che pensandoci bene, come
noterà Yuki in seguito, può essere spiegato semplicemente con la
stessa crescita abnorme delle piante, che proprio grazie alla loro
dimensione sono riuscite a depurare l'aria del pianeta in breve
tempo rendendolo nuovamente vivibile.
Ormai si può parlare di una completa
rifioritura di tutto il pianeta, e non solo in senso metaforico,
visto che adesso la superficie è ricoperta di bellissimi fiori.
Strano che tali piante, però, non
attacchino più gli esseri viventi. E ancora più strano il fatto che
i fiori, bellissimi, assumano sembianze differenti a seconda di chi
li guarda. Per Yuki, ad esempio, sono orchidee : "Oh! Come sono
belle queste orchidee! Sono veramente belle!", mentre Tadashi
esclama: "Non sono orchidee, sono rose. Non hanno nessuna
somiglianza con le orchidee!", Met: "Non sono orchidee, e neanche
rose! Sono...tulipani!".
Harlock comincia a capire che i loro
sospetti sul pianeta sono più che fondati; coglie un fiore, una rosa
rossa (evidentemente è questo il tipo di fiore che vede lui, anche
se non lo si dice esplicitamente), lo annusa, sente che c'è qualcosa
che non va e ordina un ritorno immediato sull'astronave.
Due figure nel mentre stanno
osservando l'Alkadia da lontano. Trattasi delle ormai ben note (e
ben poco rassicuranti) figure avvolte negli ormai ben noti mantelli
neri. Le Mazoniane, insomma.
Sull'Alkadia non hanno ancora visto le
Mazoniane, ma gli iniziali sospetti ormai stanno diventando sempre
più concreti, in particolare quando Masu-san vede Yuki che sta
mettendo degli ortaggi all'interno di un bel vaso, proprio come
fossero dei fiori molto delicati. Beh, inutile dire che quelle
piante misteriose, agli occhi di Masu-san, che è la cuoca
dell'Alkadia, appaiono come piante commestibili pronte per essere
tagliuzzate e messe in pentola!
Rape, per la precisione. Una volta che
Masu-san ha spezzato il gambo con il suo coltellaccio da cucina,
ecco che si svela la vera funzione di quella pianta, dal cui gambo
fuoriesce una polvere che, espandendosi rapidamente, fa svenire e
cadere a terra l'intero equipaggio, con l'esclusione di Met e del
Dottor Zero (per fortuna); quest'ultimo, nonostante gli sforzi, non
riesce a trovare un rimedio soddisfacente alla sostanza dannosa, che
come effetto ha quello di paralizzare i muscoli del corpo.
Proprio ora le Mazoniane, che
evidentemente avevano calcolato tutto, attaccano di sorpresa
l'Alkadia con gigantesche piante rampicanti che la imprigionano a
terra, circondandola contemporaneamente con i loro caccia. Il
Computer tenta di far decollare l'astronave, ma ormai è troppo
tardi e l'Alkadia è immobilizzata a mezz'aria dalle piante che la
avvolgono. Harlock, a malapena e grazie all'aiuto di Met, riesce a
raggiungere il Ponte di Comando e a manovrare la batteria principale
dell'Alkadia contro i caccia mazoniani, per distruggere loro e le
piante rampicanti, riuscendo infine nel proprio intento.
Ora Harlock è esausto per l'enorme
sforzo che ha dovuto compiere nonostante l'effetto deleterio di
quella specie di droga, e Met gli dà un bicchiere di vino per farlo
riprendere un po'. Incredibilmente il vino fa migliorare in maniera
inaspettata lo stato di salute di Harlock. Fosse proprio l'alcool,
allora, l'antidoto per quella sostanza? Infatti, dice Harlock, gli
unici che non ne sono stati colpiti, sono stati proprio gli unici
che al momento della diffusione della polverina avevano appena
bevuto del vino: Met e il Dottor Zero.
Niente di più semplice, quindi, per
ovviare al torpore che ha messo k.o. l'intero equipaggio,
considerata soprattutto la passione del Dottor Zero per gli
alcolici!
Superato questo momento di difficoltà,
ora è Met, da sola, a dover affrontare un'ultima e difficile prova
andando ad incontrare, in cima ad una bellissima collina fiorita, la
sua grande amica d'infanzia, Fure; anche se forse sarebbe meglio
dire colei che si presenta come tale, ma che in realtà non è altro
che una Mazoniana che inganna la sua vittima nei suoi affetti più
cari, proprio come era già capitato in passato ad altri membri
dell'equipaggio. Met si accorge presto dell'inganno e le altre
Mazoniane che si erano nascoste attorno sono pronte ad ucciderla, ma
la finta Fure le ferma offrendo a Met la possibilità di duellare con
lei, tant'è sicura di vincere, anche se basterebbe un suo cenno per
farla giustiziare. Met accetta e combatte, con la spada laser che
Harlock, previdente come sempre, aveva voluto che portasse con se'.
Prima di cominciare il duello,
tuttavia, c'è un dialogo tra le due. Met chiede se le splendide
piante che ricoprono ora il pianeta siano opera loro. La Mazoniana
conferma e rivela che anche la guerra era stata provocata da loro
con l'apposito intento di impadronirsi del piccolo pianeta e
trasformarlo in un posto meraviglioso, ricoperto di fiori, in onore
della grande Regina Raflesia. Ma, cosa ancora più terribile, è che
quelli che erano gli abitanti, ora "sono" i fiori che ricoprono il
pianeta e ciò, secondo il punto di vista mazoniano, ha dato un
maggior senso alla loro vita.
Met è inorridita: "Solo per questo?",
si domanda incredula e sconvolta.
Il duello non è semplice e anche se
Met alla fine riesce ad uccidere l'avversaria, le altre sono pronte
a uccidere lei, che non può, per di più spossata com'è dalla lotta,
difendersi da tutte le altre. Ormai non è più un duello, ma è
diventato una lotta impari e Met ne uscirebbe inevitabilmente
sconfitta. La sconfitta, in questo caso, significa la morte.
L'unica possibilità di salvezza per
lei è che qualcuno l'aiuti ed intervenga ad aiutarla. Magari sarebbe
auspicabile un intervento dell'Alkadia...
...e l'Alkadia, infatti, interviene
risolvendo la situazione.
Le ultime parole di Met, nel guardare
il proprio pianeta sono molto amare, e i suoi pensieri ormai sono
ancora più tristi di quando pensava che fosse stata semplicemente la
stoltaggine dei suoi simili la causa della morte del pianeta. Ormai
ha la conferma di essere rimasta sola, e ciò risulta ancora più
pesante per lei, dopo aver avuto anche solo per un attimo la
speranza di non essere più l'unica sopravvissuta della propria
specie. Il dolore aumenta ancora di più (se possibile) nel pensare
che qualcuno l'ha ingannata proprio su ciò in cui lei credeva di
più: l'amicizia di Fure e la vita sul proprio pianeta.
"Quando vivevo qui," -dice -"
disprezzavo la mia gente per l'atroce guerra che aveva intrapreso.
Quasi le auguravo di perire vittima della sua stessa follia. E ora,
che so che nessuno esiste più, provo uno sgomento angoscioso.
[chiude gli occhi con forza]
Rimanere soli è terribile. [comincia a
piangere]
Si ha bisogno di sapere che c'è
qualcuno fatto come noi nel mondo. Chiunque sia.
Altrimenti, è tutto solitudine. E la
solitudine, è come non vivere!"
Note
All'inizio dell'episodio Met fa un
sogno che praticamente anticipa ciò che vivrà successivamente. Sogna
di essere in mezzo ad un prato fiorito a suonare la propria arpa
quando improvvisamente sente la sua amica Fure invocare il suo
aiuto.
Episodio n.21
Titolo: GORAM!
Sono passate tre settimane da quando
l'Alkadia ha lasciato Jura, dirigendosi nuovamente verso la Terra e
le Mazoniane non hanno dato alcun segno della loro presenza,
nonostante sia passato tutto questo tempo. Non è certo da
considerarsi un buon segno.
Inoltre, più il tempo passa, più
bisogna stare in allerta.
Così, sul Ponte di Comando, mentre
Yuki e Tadashi parlano di questa insolita situazione e Harlock sta
seduto immerso nei propri pensieri, Yattaran se ne sta tranquillo,
seduto per terra a canticchiare, intento a costruire il suo ennesimo
modellino. Già, un modellino, ma non un modellino qualunque.
Stavolta si tratta nientemeno che della "Uchuu Senkan Yamato", che a
pensarci bene non poteva non far parte della sua vasta collezione!
Il modellino lo si può vedere chiaramente nel momento in cui, per la
prima volta dall'inizio dell'episodio, il nostro Ufficiale di Rotta
si inserisce nel discorso per dire la sua riguardo all'orbita dei
pianeti minori, in cui l'Alkadia si trova a passare proprio in
questo momento.
Yattaran fa notare che anche solo il
più piccolo di quei pianeti (Icaro), se cadesse su Tokyo, la
distruggerebbe completamente. Un modo come un altro per dire che la
stessa Alkadia, quindi, si trova a correre un forte pericolo,
soprattutto perché i singoli pianetini sembrano stranamente venire
tutti contro di lei. Uno di questi scoppia, guarda caso, proprio
durante il loro passaggio... ma Harlock ora è al timone, alla guida
dell'astronave, ed è abbastanza abile da riuscire a schivare ogni
ostacolo, con riflessi pronti per allontanarsi allo scoppio del
pianetino, attutendone così l'impatto.
Tutto ciò non può essere stato un caso
e difatti, alcune ore dopo, l'Alkadia subisce un secondo attacco da
alcuni soldati che si introducono a bordo con l'evidente obiettivo
di uccidere tutti i membri dell'equipaggio, compreso Harlock, che
nel difendersi è costretto ad ucciderne alcuni. Durante il
combattimento la prima cosa che Harlock nota è che questi esseri non
bruciano quando vengono colpiti mortalmente. Segno evidente che non
si tratta di soldati della Regina Raflesia.
Per fortuna, dopo essere riuscito a
disarmarlo, riesce a rivolgere la parola all'ultimo di loro, che
alla domanda di Harlock se sia o meno una Mazoniana si toglie il
casco e mostra il proprio aspetto... non è una Mazoniana, né
tantomeno un umano: è un essere di sesso maschile, ma prima di
sapere la sua origine dovremo aspettare ancora un po', visto che il
soldato approfitta del fatto che Harlock ha abbassato la pistola per
fuggire. Il motivo per cui Harlock ha abbassato la guardia è molto
semplice: ha capito che colui che ha davanti è un combattente
corretto, non solo per il fatto che non si tratta di una Mazoniana
(con un soldato mazoniano non bisogna mai abbassare la guardia!), ma
perché il suo comportamento è stato leale e molto coraggioso, e il
suo sguardo è fiero e deciso anche ora che si trova disarmato.
Infatti l'unica cosa che si limita a fare è cercare di fuggire,
anche se avrebbe potuto attaccare Harlock facilmente. Comunque sia,
lealtà e coraggio a parte, sta di fatto che riesce a fuggire
lasciando Harlock senza risposte.
La fuga del soldato però è piuttosto
breve, perché Tadashi riesce a seguirlo fin dentro alla sua
navicella, quella con cui era venuto. In parte ciò è stato una
fortuna per il soldato, perché Harlock ritira l'ordine di
distruggere la navicella solo perché è venuto a conoscenza del fatto
che anche Tadashi vi si trova a bordo. A questo punto il fatto che
Tadashi sia lì potrebbe sembrare un intralcio all'eliminazione di un
nemico che ha dimostrato di essere tanto pericoloso per l'Alkadia,
ma non è così, perché è proprio grazie a Tadashi che il soldato
ritornerà sull'Alkadia e Harlock finalmente potrà conoscerlo meglio.
All'interno della navicella nemica, infatti, Tadashi non sta certo
senza far nulla e cerca in tutti i modi di mettere fuori gioco
l'avversario (non senza fatica e non senza riportare anch'egli una
ferita). Tadashi praticamente lo colpisce ad una spalla, facendolo
svenire e svenendo egli stesso a causa della propria ferita
(infertagli ovviamente dal nemico durante il combattimento). Il
fatto che entrambi siano svenuti e che in pratica nessuno dei due
sia stato effettivamente sconfitto dall'altro sta a mostrare come
entrambi siano coraggiosi e coriacei. Di quei tipi che non mollano
mai, insomma!
A fatti conclusi la navicella del
soldato nemico è senza guida e ormai per l'Alkadia è semplice
afferrarla. La scena immediatamente successiva al combattimento tra
Tadashi e il soldato (di cui non conosciamo ancora il nome!), li
vede infatti nell'infermeria dell'Alkadia dove il Dottor Zero sta
curando le loro ferite.
Ecco. Qui finalmente il soldato nemico
svela il proprio nome e il proprio pianeta d'origine: lui è Zoru,
mentre il pianeta si chiama Tobaga. Zoru, mentre parla, non
smentisce l'impressione che se ne era avuta inizialmente e assume
infatti un atteggiamento fiero e impettito. Afferma inoltre di non
far parte dell'esercito mazoniano, che non ci starebbe mai e che
odia quelle assassine.
Tutte queste informazioni non le dà di
propria iniziativa, ma sono risposte a domande ben precise di coloro
che gli sono intorno (Met, Yuki, il Dottor Zero e Tadashi). Zoru non
sembra una persona che parla con facilità.
Avevo accennato al suo atteggiamento
fiero, con lo sguardo di colui che non ha paura di guardare in
faccia l'avversario. Proprio come Harlock. Tuttavia, quando Harlock
entra nell'infermeria, entrambi, dopo essersi guardati per un
attimo, rivolgono gli occhi verso il basso. In questo caso non si
tratta certo di paura, ma per entrambi è un segno di rispetto:
Harlock non vuole mettere a disagio un avversario che si è
dimostrato così coraggioso e leale e che in questo momento di trova
in un certo senso, prigioniero dei propri nemici (in fondo è pur
sempre stato sconfitto). Harlock ha capito che davanti a lui c'è un
avversario che merita tutto il suo rispetto. Anche Zoru da parte sua
ha capito che Harlock è particolare, e abbassa lo sguardo perché,
come si vedrà dopo, non capisce come mai egli non l'abbia ucciso nel
momento in cui poteva farlo e anzi lo stia ospitando senza problemi
sulla sua astronave. Ha capito che Harlock non è una persona comune,
che è anche lui un forte guerriero e soprattutto leale. Zoru prova,
in un certo senso, vergogna di fronte ad Harlock e più tardi ne dirà
il motivo direttamente a lui.
Harlock per rompere il ghiaccio gli si
avvicina, lo guarda sorridendo e lo invita a seguirlo (è la prima
volta che Harlock rivolge la parola a Zoru da quando è entrato
nell'infermeria). Non senza sorpresa, Zoru accetta questo strano
invito, si alza e segue Harlock fin nella sua stanza, dove Harlock
stesso gli offre un bicchiere di vino da bere assieme a lui. Zoru
però non beve e si limita a guardare Harlock, che intanto ha già
finito il suo e sta per prenderne un'altro. Solo ora Zoru parla.
"Perché mi offri da bere? Sono tuo
prigioniero ed ho tentato di ucciderti.
Perché mi tratti con tanto riguardo?".
"E' un onore accogliere un valoroso
soldato. Che sia amico o avversario, non ha importanza per me.",
risponde Harlock.
Zoru quindi, per sdebitarsi con lui,
promette che risponderà a qualunque domanda (ovviamente si riferisce
al fatto che può fornire informazioni segrete sull'esercito
mazoniano), ma Harlock, e c'era da aspettarselo, non gli farà
nessuna domanda e gli assicura, anzi, che non è tenuto in alcun modo
a rispondere.
"Perché?" gli chiede Zoru stupito.
"Perché l'Alkadia è una nave libera."
risponde Harlock.
"Libera? E' una bella parola,
'libertà'.
Libera significa che vi si combatte
solamente per i propri ideali?".
Harlock accenna un si con la testa e
dopo un attimo di silenzio Zoru si avvicina a lui, guarda fuori
dalla vetrata che si trova nella stanza di Harlock, cominciando a
raccontare la propria storia. Fino ad ora non si era mai
"sbottonato" così tanto e non aveva mai detto così tante cose di
propria volontà.
Zoru racconta, di Tobaga, che era
l'immagine della pace. C'era, sì, un esercito, ma non si era mai
presentata l'occasione di servirsene fino al giorno in cui furono
attaccati di sorpresa dalle Mazoniane, la cui potenza bellica era
schiacciante. Per questo furono sconfitti.
Lui, che faceva parte di questo
esercito, sapeva bene che tutti erano come lui: pronti a
contrattaccare anche a costo della vita, ma data l'enorme
inferiorità delle loro forze, la maggior parte della popolazione
civile fu presa in ostaggio e i soldati rimasti furono riuniti in
un'Unità di Assalto col compito di distruggere l'Alkadia. Gli fu
detto che se uno solo di loro si fosse rifiutato o se il piano fosse
fallito, gli ostaggi sarebbero stati massacrati.
"Non sono umiliato per essere stato
sconfitto," - dice - "ma lo sono per essere diventato uno strumento
nelle loro mani. Ho due figli che non rivedrò mai più ai quali
dicevo sempre che non avrei mai agito contro i miei ideali.", e
comincia a lacrimare.
Harlock si alza dal letto su cui si
era seduto e guardandolo in faccia gli dice: "Ti prego, accetta di
bere assieme a chi combatte per i tuoi stessi ideali di allora!".
Zoru, infine, accetta di bere assieme
a lui e alzando il bicchiere per brindare esclama: "Goram!"
Harlock si chiede cosa significhi.
"E' l'augurio che si rivolge ad un
uomo valoroso. L'Alkadia ha accettato la sfida delle terribili
mazoniane pur lottando da sola. Guardandola dall'interno, non dubito
più della sua vittoria.", e finalmente beve il vino che Harlock gli
aveva versato nel bicchiere.
Questo breve momento di pace viene
interrotto bruscamente da un nuovo allarme per la minaccia di una
corazzata mazoniana di dimensioni enormi (lunga 2 km e larga più di
500 metri), ma l'Alkadia ha sicuramente una forza d'urto maggiore e
questo Harlock lo sa benissimo, tanto che, con un ghigno
consapevole, ordina con determinazione: "Chiudere tutti i
compartimenti stagni della nave. Aprire i circuiti automatici
dell'ossigeno e attivare le attrezzature di emergenza! Mettere in
funzione i circuiti bellici! Issare le insegne!", ma proprio in
questo momento entra Met che avverte Harlock della fuga di Zoru (Met
non l'aveva sorvegliato, non sembrava che ce ne fosse bisogno)
consegnandogli un piccolo oggetto che lo stesso Zoru ha lasciato
prima di andarsene: si tratta di un memorizzatore cosmografico, che
contiene immagini della flotta d'assalto mazoniana fotografata
clandestinamente da lui stesso.
Harlock realizza che Zoru ha scelto di
morire, ma tenta ugualmente di convincerlo a tornare sull'Alkadia,
perché è ovvio che Zoru da solo non può farcela a sostenere un
combattimento con le Mazoniane.
Zoru risponde dicendo: "Ho trovato dei
veri amici, ma ormai è troppo tardi, peccato. Penso ai miei figli in
mano nemica, che si vergognano del loro padre. Mi vergogno. Capitan
Harlock, se incontrerai i miei figli in qualche luogo nello spazio,
ti prego di dir loro che mi ero pentito di essere diventato uno
sgherro."
Sconvolto e dispiaciuto al suono di
queste parole, e anche se Zoru non lo può più sentire, Harlock
promette: "Glielo diro'. Dirò che il loro padre ha combattuto
coraggiosamente, e ha avuto una morte gloriosa in battaglia. Dirò
loro l'odioso ricatto patito dai difensori di Tobaga. Addio Zoru!",
e intanto si vede la navicella di Zoru che scoppia, colpita dal
fuoco mazoniano.
Episodio n.22
Titolo: IL SEPOLCRO DELLO SPAZIO
Prima che l'episodio cominci e compaia il titolo, c'è una sorta di introduzione: si inizia con il suono dell'ocarina di Mayu e con l'immagine della stessa Mayu seduta sotto un albero a suonare. Il suono poi si interrompe perché Mayu alza gli occhi al cielo per vedere l'Alkadia che viaggia. Forse non sarà realistica come immagine, ma serve comunque a far capire che Harlock e il suo equipaggio si sono avvicinati alla Terra. Più tardi si scoprirà infatti che si trovano vicino a Marte.
Quando l'episodio comincia,
l'attenzione si sposta sull'Alkadia, che sta entrando nel satellite
Ombra di Morte per analizzare quel memorizzatore cosmografico che
aveva lasciato Zoru, quello contenente informazioni segrete
sull'esercito mazoniano. Sottoposto il memorizzatore all'analisi del
potente computer di Ombra di Morte, Yuki fa in modo di proiettarne
il contenuto sullo schermo tridimensionale del laboratorio.
Inizialmente viene proiettata l'immagine di una miriade di navicelle
che però sono ovviamente solo l'avanguardia della Flotta d'Attacco:
si tratta per lo più di navicelle in disarmo e navi postali, dice
Harlock. Pian piano (poiché l'immagine è in movimento) si comincia a
intravedere, in coda alle navicelle, quella che Met definisce
un'enorme massa di luce, ma che Harlock, fatta ingrandire l'immagine
sullo schermo, individua come la vera flotta mazoniana, una flotta
che non esita a definire la più potente che abbiano mai incontrato.
Tutti coloro che sono presenti in questo momento all'interno del
laboratorio, e cioè Yuki, Tadashi e Met (gli altri membri
dell'equipaggio si stanno prendendo il meritato riposo) rimangono
spaventati di fronte alla grandezza di tale flotta, incluso Harlock,
che ora ha compreso appieno la pericolosità e la potenza del nemico:
"Il nemico è più potente di quanto io mi potessi immaginare. Tadashi
questa volta avrà di che smaltire la sua bellicosità. Io ho fiducia
nell'Alkadia e nei miei 40 compagni di lotta.", dice stando in piedi
di fronte al Computer dell'Alkadia (...terminata l'analisi, tutti
sono rientrati a bordo).
Nel frattempo la Regina Raflesia ha
dato ordine ad un suo Ufficiale di lanciare ora il pennant su Marte,
proprio ora che Harlock si trova nelle vicinanze, con lo scopo di
attirarlo dove vuole lei e poterlo poi cogliere di sorpresa.
Harlock però, non appena sull'Alkadia
scatta l'allarme per l'avvistamento di questo pennant e non appena
Yuki scopre che la provenienza del pennant è esattamente la stessa
di quello che si trova sulla Terra, pensa bene di non avvicinarsi
più di tanto a Marte (in realtà ci si avvicinerà, ma per l'esattezza
si metterà in allineamento tra Marte e la Terra per scoprire se ci
sono delle onde di frequenza tra i due pennant: cosa che si rivela
vera e che denota che le Mazoniane stanno seguendo un piano
preordinato), bensì di partire alla volta del luogo da cui
provengono i due pennant, ossia dalla nebulosa di Andromeda.
L'obiettivo di Harlock è attaccare la flotta nemica senza che se lo
aspettino. Ciò che in fondo voleva fare la Regina Raflesia lanciando
il pennant su Marte!
Harlock è consapevole della
pericolosità della missione e teme che la prossima battaglia presso
la nebulosa Andromeda possa essere l'ultima per loro, ma a
sostenerlo c'è una fede incrollabile nella nobiltà dello loro
impresa, che sostiene anche l'intero l'equipaggio.
Quindi l'Alkadia esce dal satellite
Ombra di Morte per dirigersi verso la nebulosa. Passano 17 giorni
senza che succeda nulla, anche se la Regina Raflesia ne controlla
continuamente i movimenti per poter approfittare di ogni possibilità
e farli cadere in trappola. L'occasione le si presenta ben presto
quando l'Alkadia entra nella zona di attrazione di un pianeta che
porta lo stesso nome del satellite artificiale dell'astronave: Ombra
di Morte. Il nome di quest'ultimo, infatti, venne dato al satellite
dal suo costruttore (lo stesso dell'Alkadia) con l'augurio che tale
satellite sarebbe stato ugualmente inattaccabile. Ciò, quindi, ci fa
intendere come il pianeta vicino al quale si trova l'Alkadia non sia
un pianeta come tutti gli altri, ma, anzi, molto pericoloso. Ombra
di Morte è un pianeta antigravitazionale che esercita su ciò che gli
sta intorno una forza di attrazione molto forte, e non valgono a
nulla i tentativi di contrastare la sua azione. Harlock ordina la
massima potenza di propulsione e per utilizzare al meglio tutta
l'energia ordina di sospendere tutti i servizi ausiliari e di
inserire il terzo generatore di potenza. Viene inserita poi la
retromarcia (non si ha il tempo di effettuare manovre, per cui la
cosa migliore è rimanere nella posizione in cui ci si trova). Tutti
i membri dell'equipaggio, senza esclusione, sono pronti e agiscono
con estrema velocità e coordinamento.
Questa prontezza e precisione al
momento del bisogno è una caratteristica che contraddistingue questi
40 pirati. L'equipaggio dell'Alkadia non è certo ciò che si può
definire un equipaggio ordinato e sempre attento, ma bisogna
ammettere che nei momenti di pericolo e di effettivo bisogno
divengono efficientissimi e affidabili come non si sarebbe mai
detto.
Tornando al discorso lasciato, tutto
ciò che viene fatto per contrastare la forza magnetica, portando
l'astronave ai limiti della resistenza, non fa altro che rallentare
il tempo di avvicinamento, ma nulla più. "Cadremo sulla sua
superficie tra 22 minuti e 32 secondi.", secondo il calcolo di Yuki.
Harlock, in questa situazione irrisolvibile, pensa di nuovo al suo
amico invocandone quasi l'aiuto, e per un attimo si vede il Computer
dell'astronave che si accende, come se avesse potuto percepire i
suoi pensieri.
Improvvisamente però il pianeta
scompare, e per un attimo sembra che la situazione si sia risolta da
sola, ma non è affatto così, semmai è peggiorata. Il pianeta infatti
non è scomparso, si tratta dell'effetto conseguente al suo
avvicinarsi. Yuki osserva che non c'è gravità, né velocità, né
quota. Gli schermi non segnalano nulla. E' di certo una situazione
atipica e l'Alkadia sembra galleggiare nel vuoto, in un luogo
silenzioso dove gli unici suoni sono quelli dell'astronave
(piuttosto sinistri, visto il contesto!), ma ora Met ed Harlock
hanno finalmente capito con quale pianeta hanno a che fare. E' qui
che per la prima volta nell'episodio si pronuncia il suo nome, che è
appunto Ombra di Morte, il cosiddetto "Sepolcro dello Spazio". Una
volta catturati dalla sua forza magnetica si rimane bloccati in una
condizione di impotenza e non resta che arrendersi e sperare che
succeda qualcosa. Sembra quasi che i timori di Harlock stiano
diventando realtà.
Le ore passano e ognuno tenta di
ingannare il tempo impegnandosi in qualche attività: Met suona,
Harlock ascolta il suono dell'arpa di Met bevendo il solito
bicchiere di vino, Yattaran costruisce il suo ennesimo modellino...
l'unico che mostra segni di nervosismo è naturalmente Tadashi, che
si stupisce del motivo per cui nessuno faccia nulla per sbloccare la
situazione. Harlock, molto semplicemente e con molta pazienza, gli
spiega che il motivo per cui nessuno fa nulla è che non si può fare
effettivamente nulla. Sembra assurdo ed è difficile da accettare, ma
è così:
"Lo spazio stellato è infinto e
meraviglioso, ma a volte è più spietato degli uomini.".
Ormai sono trascorse 38 ore e
l'equipaggio comincia ad essere stanco dell'attesa, ma (e stavolta
dovremmo dire per fortuna!) Raflesia vuole approfittare del fatto
che l'Alkadia è intrappolata per annientarla definitivamente. La
flotta mazoniana parte all'attacco, mancano solo 20 secondi e
l'Alkadia verrà raggiunta, quando all'improvviso quest'ultima si
muove da sola e riesce a liberarsi. Non si sa come, ma per ora
saperlo non è importante. Importante è casomai affrontare il nemico
e, sfruttando anche l'elemento sorpresa (di certo la flotta nemica
non si aspettava un azione da parte di Harlock), riescono ad avere
la meglio.
Note
-Il dubbio che rimane alla fine del
combattimento è come mai l'Alkadia si sia mossa da sola e come
abbia fatto a liberarsi da una prigionia che era stata prospettata
come eterna.
Harlock: "Per nostra fortuna ha voluto
aiutarci anche questa volta."
Yuki: "Chi?"
Harlock. "Lo sai bene. Qualcuno che ha
modificato la struttura nucleare di Ombra di Morte per
neutralizzarne l'energia. Grazie!"
Episodio n.23
Titolo: YATTARAN: MODELLISTA POETA
Questa serie, grazie alla sua
lunghezza (42 episodi), ha tra le sue caratteristiche il fatto di
poter lasciare ampio spazio (episodi interi o a volte due) ai
singoli personaggi che fanno parte dell'equipaggio dell'Alkadia e
non, anche se l'impressione è che la figura di Harlock sovrasti
sempre e cmq in ogni istante. Harlock è sì sempre presente, ma non
fino al punto di lasciare totalmente in ombra gli altri.
Questo è il quarto episodio dedicato
ad uno dei membri dell'equipaggio dell'Alkadia (se escludiamo
Tadashi ai primi episodi e Zoru, che non fa parte dell'equipaggio).
Il protagonista lo svela il titolo stesso ed e' Yattaran,
l'Ufficiale di Rotta, l'appassionato di modellismo.
Yattaran è sdraiato sul pavimento
della sua stanza, tra i suoi modellini, e sta sognando un fatto che
si sottintende essergli accaduto da giovane. In questo sogno si vede
il giardino di una scuola e uno Yattaran in età adolescenziale e in
divisa scolastica che sta di fronte ad una ragazza, anche lei
studentessa, seduta su una panchina. Il paesaggio è autunnale e per
questo anche molto malinconico. Yattaran nel sogno tiene il
modellino di una nave nascosto dietro la schiena e sembra intimidito
di fronte alla ragazza. Sembra volersi avvicinare ma non trova il
coraggio; è evidente che Yattaran ha un debole per la ragazza! Il
sogno termina così e si presuppone che anche Yattaran si sia
svegliato, visto anche che viene lanciato da Yuki un allarme per
l'avvicinamento di una formazione nemica.
Tutti, come loro solito, sono pronti
all'attacco ed escono con i caccia pronti a fronteggiare il nemico,
tranne Yattaran, che non se ne proccupa minimamente e anzi se ne sta
tranquillo a completare la sua nave. E così continuerebbe se non
fosse che Yuki l'avesse chiamato intimandogli che era un ordine del
comandante. "E va bene! Pazienza! Che rompiscatole!" dice deponendo
la scatola con il modellino in un fazzoletto che si annoda attorno
alla schiena. Non vuole proprio saperne di allontanarsene!
Il combattimento contro le Mazoniane è
piuttosto cruento e lo schieramento nemico sembra imbattibile, anche
perché nel momento in cui si riesce a distruggere una formazione,
subito ne arriva un'altra. Harlock è preoccupato, ma riesce a
trovare abbastanza velocemente il punto debole della formazione
nemica. Questa infatti ha una particolare forma a "Z" e l'intuito
di Harlock lo porta a pensare che una formazione così ben
funzionante e organizzata può essere sconfitta soltanto mettendo
appunto in discussione il suo ordine! In questo caso la cosa
migliore è colpire la navicella che funge da anello di congiunzione
tra due file (praticamente quella che forma angolo), in modo tale da
ottenere una veloce dispersione di almeno una fila con il
conseguente indebolimento di tutta la formazione.
Dato l'ordine, ciò che era previsto
non tarda a verificarsi e le navicelle mazoniane si disperdono
diventando automaticamente più vulnerabili, a tal punto che viene
ordinata loro la ritirata. Alcune navicelle però sono rimaste (sono
ovviamente quelle colpite) e Harlock ordina subito a Yattaran di
andare a recuperare le eventuali sopravvissute che sono al loro
interno.
La risposta di Yattaran, che intanto
ha ripreso ad armeggiare con il suo modellino è quasi scontata: "Ho
sentito! Ho sentito! Con questa gente non c'è mai un minuto di pace!
Ci vuole una gran pazienza!".
Yattaran ha sempre di che lamentarsi
quando interrompono il suo lavoro, ma non si tira mai indietro
quand'è necessario il suo intervento!
Dunque, dicevamo che Harlock aveva
dato l'ordine di prendere le Mazoniane sopravvissute. Yattaran
obbedisce e dopo aver abbordato una navicella in avaria entra al suo
interno per catturarne la pilota, che all'apparenza sembra svenuta
sulla consolle, ma che in realtà sta aspettando che Yattaran venga
avanti per azionare un congegno che lo immobilizzi emanando delle
speciali onde (ricordiamoci che si tratta sempre di una Mazoniana,
la cui scorrettezza dovrebbe essere ormai nota!). Dopodiché parte
alla volta dell'astronave madre, quella da cui è partita, per
consegnare il suo bottino di guerra. Questa Mazoniana non è
consapevole dell'importanza del ruolo che quell'ostaggio ha
sull'Alkadia e non si rende ancora conto delle importanti
informazioni che tale ostaggio sarebbe in grado di fornire loro, se
volesse.
Non appena sull'Alkadia vengono a
conoscenza del rapimentto, la partenza all'inseguimento della
navicella e' immediata, ma è comunque troppo tardi e per ritrovare
il loro amico si vedono costretti a perlustrare tutta la zona
attorno a Saturno, dove si stava dirigendo la navicella con dentro
Yattaran.
Mentre vengono effettuate le ricerche,
noi abbiamo la possibilità di conoscere meglio Yattaran e il suo
passato per bocca del Dottor Zero, che a quanto pare lo conosce da
quando andavano alle elementari e, visto che è questo l'episodio
dedicato a Yattaran, allora vale la pena approfittare per conoscerlo
meglio e quindi ascoltare direttamente le parole del Dottor Zero,
che è l'unico che lo conosce da così tanto tempo. La prima cosa che
dice di lui, la dice al gatto di bordo, che in quanto animale
avverte il pericolo che sta correndo Yattaran: "Riuscirà a
cavarsela, vedrai, perché è un uomo in gamba, nonostante le
apparenze." e continuando: "Era un genio. Sapeva risolvere equazioni
differenziali e integrali da far restare a bocca aperta. Era tanto
geniale che i suoi compagni non avevano il coraggio di avvicinarlo,
o forse era lui a non avvicinarli, pensando che non fossero
abbastanza intelligenti da perderci del tempo. Rimaneva quasi sempre
in casa, completamente assorbito a costruire modellini d'ogni tipo,
senza curarsi di nessuno. Crescendo il suo genio si manifestava
sempre di più e sempre di più lasciava tutti a bocca aperta. Poi
improvvisamente fuggì di casa. Era l'inizio del suo secondo anno di
scuole superiori."
Durante il racconto del Dottor Zero
sullo schermo passano immagini delle varie fasi della vita di
Yattaran, ma l'ultima è quella che rimane sicuramente più impressa:
è quella del modellino di una nave, spezzato, a terra, come se fosse
abbandonato. La cosa strana è che sia rotto e apparentemente
abbandonato (vale a dire senza Yattaran vicino), ed è strano perché
conosciamo bene il suo attaccamento a queste riproduzioni in
miniatura.
Ma vabbè, il racconto continua. Beh,
si fa per dire, perché il Dottore non conosce il motivo di quella
sua fuga improvvisa, né ne ha avuto più sue notizie fino al giorno
in cui anche Yattaran è entrato a far parte dell'equipaggio.
La prima volta che salì a bordo
(stavolta a raccontare è Met) fu quando l'Alkadia aveva dei guasti
da riparare e lui, data una letta veloce agli schemi dell'astronave,
riuscì con facilità a riparare il guasto. "Non c'è nessuno che
conosca la struttura meccanica dell'Alkadia con tanta precisione
quanto lui." aggiunge Harlock accennando un sorriso.
Ora sappiamo perché Yattaran è
un'illustre ostaggio nelle mani delle Mazoniane.
La Mazoniana che ha rapito Yattaran
(il suo nome è Elsa) ha intanto ricevuto dal suo superiore (che
ovviamente sa con che tipo di prigioniero hanno a che fare) l'ordine
di ottenere dall'ostaggio tutte le informazioni possibili
sull'astronave di Harlock, e il tutto entro poco tempo, perché ben
presto l'Alkadia troverà la loro astronave. Elsa non smentisce la
propria natura mazoniana e le basta guardare un'attimo Yattaran
nella sua stanza per capire qual'è il suo punto debole e sfruttarlo
a proprio vantaggio senza pietà e senza farsi problemi di coscienza.
Bisogna però dire che l'idea di Elsa è geniale: ella propone a
Yattaran di fare una gara (lui e lei) su chi costruisce il modellino
più bello e più fedele della propria astronave. Praticamente per
Yattaran è un invito a nozze! Non se lo fa ripetere due volte e
addirittura comincia a lavorare sul suo modellino quando Elsa è
ancora dentro la stanza!
Yattaran per la verità aveva già
costruito l'Alkadia (era quel modellino che aveva sempre portato con
sé), ma era incompleto e non poteva nemmeno sperare di riuscire a
completarlo perché lì sull'astronave nemica gli mancavano tutti gli
attrezzi per le rifiniture. A dargli questi attrezzi è stata Elsa
stessa, il cui obiettivo era quello di impossessarsi della
riproduzione perfetta dell'Alkadia e consegnarla per tempo al
proprio Comandante.
In pratica Yattaran rimane sveglio
tutta la notte per completare il lavoro e si addormenta solo quand'è
finito; peraltro si addormenta così come si trova: seduto a terra,
appoggiato al letto e tenendo l'Alkadia tra le mani... e sogna di
nuovo, lo stesso sogno di prima, di cui stavolta, però, riusciamo a
vedere il seguito. Nel pezzo precedente eravamo rimasti al punto in
cui Yattaran titubava di fronte alla ragazza; ora vediamo che
comincia a farsi avanti mostrandole il modellino e offrendoglielo
gentilmente come regalo. In pratica quella di Yattaran è una
dichiarazione, forse poco ortodossa, ma sicuramente molto sincera e
apprezzabile, considerata l'importanza che ha per lui quell'oggetto.
Insomma, non si può non apprezzare un regalo del genere, dato poi in
modo così gentile e delicato. Il sogno continua con l'arrivo di un
ragazzo dall'aria arrogante, che scansa con una mano la nave che
Yattaran stava porgendo alla ragazza (allontanando così lo stesso
Yattaran) e dandole in modo rozzo un mazzo di fiori incartato alla
buona con un foglio di carta bianco, senza dire nemmeno una parola e
con un sorriso che di dolce non ha nulla, ma che di strafottenza
certo ne ha.
E' arrivato a questo punto del sogno,
che Yattaran si sveglia all'improvviso, ansimante e preoccupato, ma
basta la vista della piccola Alkadia che ha tra le mani a ridargli
il sorriso. Proprio in questo momento entra la Mazoniana e Yattaran,
tutto felice, le fa vedere il modellino per cui ha faticato così
tanto rubando ore al sonno, certo di vincere la gara, e le chiede
dove sia il modellino dell'astronave mazoniana che doveva fare lei.
Qui lei si scopre definitivamente e stufa di chiacchierare, nonché
desiderosa di impossessarsi della perfetta riproduzione
dell'Alkadia, minaccia Yattaran con la pistola, ma non riesce a
concludere nulla perché tanto, ormai, l'Alkadia (quella vera!) è
arrivata e sta iniziando la battaglia, per cui corre via
improvvisamente lasciandosi fuggire questa frase che Yattaran riesce
a sentire: "Non ho fatto in termpo ad averlo prima che
arrivassero!".
"Ma allora?", dice Yattaran... e
capisce tutto.
Gli uomini dell'Alkadia si sono
introdotti facilmente a bordo aprendosi un varco con la lama
d'abbordaggio che sta sulla prua dell'astronave e hanno cominciato a
far fuori tutte le Mazoniane, mentre Tadashi cerca Yattaran.
Quando finalmente lo trova (divertente
l'espressione di Yattaran nel vederlo:"Ah! Questa è una delle poche
volte in cui non mi disturbi! Bravo!") e stanno fuggendo via per i
corridoi, spunta di nuovo fuori Elsa, che decisa e risoluta ferisce
Tadashi mettendolo fuori combattimento e sta per uccidere Yattaran.
Yattaran prende la pistola di Tadashi ma non ha il coraggio di
uccidere la Mazoniana, nonostante questa si sia comportata
scorrettamente nei suoi confronti. E' troppo buono e non ce la fa ad
uccidere una che per lui, pur essendo una Mazoniana spietata, è pur
sempre una giovane ragazza. Lei però non si fa troppi problemi e sta
per uccidere lui quando da dietro arriva un
colpo che la uccide; è quello di Met,
che intanto è arrivata e si trova alle spalle di Elsa, insieme con
Harlock.
Il corpo della Mazoniana comincia a
bruciare lentamente, mentre Yattaran la guarda: "Ora capisco perché
insistevi tanto per avere il mio modellino. Sono proprio uno
stupido, ecco!". Depone su di lei la piccola Alkadia, lasciando che
brucino assieme: "Me ne accorgo sempre troppo tardi quando mi si
vuole ingannare. Povera ragazza. Che te ne fai adesso del mio
modelino, eh? Che te ne fai?".
Ora è il momento giusto per venire a
conoscenza della conclusione del sogno di Yattaran (o, se vogliamo,
del flashback su di un episodio importante della vita di Yattaran).
La nave che Yattaran voleva donare alla ragazza cade a terra
spezzandosi. E' lui stesso che l'ha lasciata cadere vedendo come la
ragazza, quella a cui lui stava per regalare la sua piccola nave,
abbia invece preferito un anonimo e banale mazzo di fiori e se ne
stia andando via, mano nella mano, con l'altro ragazzo.
Tutti, nel mentre, sono rientrati a
bordo per dare il via alla distruzione definitiva dell'astronave
mazoniana, che chiude simbolicamente (ma anche materialmente!)
questa avventura. Così l'atmosfera torna quella di prima, sulla nava
pirata, e Yattaran può tornare felicemente al suo passatempo
preferito (nonostante sia a letto con una gamba ingessata!).
Note
-Una cosa carina da notare è la
somiglianza del Comandante dell'astronave mazoniana ad Esmeralda!
Capelli lunghi e rossi fermati sulla fronte con una forcina (proprio
nel punto in cui la porta anche Esmeralda). Il fermaglietto di
Esmeralda rappresenta un teschio con le ossa incrociate, mentre
quello della Mazoniana rappresenta il simbolo del proprio popolo,
ossia un piccolo stemma a forma di "V" arrotondata (ricorda
vagamente quello di Star Trek!).
-Al termine dell'episodio il narratore
sposta l'attenzione su Tadashi e torna a parlare della sua crescita
interiore e del suo rapporto con l'equipaggio. Ricordiamo che gli
inizi, per Tadashi, non erano stati semplici, per via anche del suo
carattere ancora immaturo. La scena su cui il narratore fa il suo
commento è quella che si svolge nell'infermeria, dove tutti i pirati
sono in fila per farsi curare le ferite dell'ultimo combattimento e
Tadashi guarda i compagni che sono intorno a lui:
"Harlock e il suo equipaggio, sono
proprio ottimi compagni" pensa Tadashi "e dire che in principio mi
avevano fatto tanta cattiva impressione!". Ora Tadashi si sente
finalmente uno di loro, la sua determinazione di lottare contro le
terribili mazoniane, è più consapevole, più seria. L'ideale di
Capitan Harlock comincia ad apparirgli meno lontano, meno confuso,
ma dovrà superare ancora molte prove, anche crudeli, prima di
dimenticare completamente il piccolo Tadashi, iroso e vendicativo."
Episodio n.24
Titolo: STELLA
CADENTE
"Se c'è una cosa triste e nello stesso
tempo di così breve durata, questa è la cometa. Essa
consuma la sua rapida vita bruciando,
e quindi dissolvendosi rapidamente."
E' una frase contenuta nell'episodio
"La libreria della cometa" (n.6 della serie TV "Galaxy Express
999"). Non compare nella serie "Capitan Harlock", ma risulta
perfetta anche per questo episodio.
"Stella cadente" è il nome di una
navicella che viene intercettata e catturata dall'Alkadia e da cui
scendono due ragazzi (un uomo e una donna): Zolba e Rucia. Harlock
li interroga e dalla frase che lui usa per presentarsi ("Sono Zolba
di Zoru") scopre che lui non è altro che uno dei due figli a cui
aveva accennato Zoru (vedi episodio n.21). Lei inverce si chiama
Rucia, è una Mazoniana e faceva parte del Reparto ospedaliero
dell'esercito.
Effettivamente fino ad ora non si era
mai parlato della composizione dell'esercito mazoniano. Avevamo
avuto modo di conoscere solo la sezione bellica, e solo
nell'episodio n. 21 si era accennato alla sottomissione di un intero
popolo obbligato a combattere per la Regina Raflesia. Si parla
sempre dell'enorme estensione dell'esercito, ma non si accenna mai
chiaramente alla sua composizione.
"La flotta mazoniana al completo è
tanto estesa che sembra la via lattea. La coda della flotta arriva
ai confini dello spazio. Questo sterminato schieramento di ordigni
di morte guidato dalla Regina Raflesia si avvicina all'Alkadia
sempre più.", sono le parole del narratore all'inizio dell'episodio,
che verranno poi approfondite poco più avanti: "La gigantesca flotta
mazoniana non comprende soltanto navi da guerra, ma anche navi da
trasporto civili, navi ospedale, navi da carico e navi per gli
schiavi, e ciò la fa apparire simile ad un'immensa favolosa
carovana.". Tra
queste ci sono le astronavi che
trasportano i deportati di Tobaga (il pianeta di Zoru). La cosa ci
interessa perché una squadra di ricognizione mazoniana è impegnata
proprio nella ricerca di un fuggitivo di Tobaga, un ragazzo fuggito
assieme alla donna che ama. I loro nomi sono Zolba e Rucia.
Quindi i due ragazzi ora si trovano
nell'Alkadia e vengono interrogati. Solo dopo essersi accertato
delle loro buone intenzioni Harlock decide di mettere loro a
disposizione gli strumenti dell'Alkadia per riparare "Stella
cadente".
Harlock parla con Zolba e, come
promesso a Zoru prima della sua morte, gli parla del coraggio di suo
padre, di come la sottomissione del suo popolo non avesse comportato
la sua sottomissione, e di come abbia preferito morire con fierezza
combattendo contro le Mazoniane, riscattando se stesso dall'iniziale
obbedienza al nemico.
Zolba non sembra stupito di questo;
egli conosceva bene il padre e nonostante molti pensassero di lui
che fosse un traditore, Zolba sa bene che ciò non è vero e che se
così si era comportato inizialmente, era solo per via della minaccia
di Mazone di massacrare tutta la gente di Tobaga.
Harlock chiede a Zolba maggiori
informazioni su Rucia, che è pur sempre una Mazoniana, ma Zolba lo
tranquillizza raccontandogli di come anzi sia stata ella stessa a
salvarlo un'altra volta che aveva tentato di fuggire e di come
l'idea di fuggire nuovamente per conquistare la libertà sia stata
sua. Harlock sa che si può fidare delle parole di Zolba e della
buona fede di Rucia. Lo dimostrerà poi il loro estremo sacrificio
per salvare l'Alkadia.
Le Mazoniane infatti non hanno alcuna
intenzione di lasciare impuniti i due fuggitivi ed essendo venute a
conoscenza del fatto che Harlock gli ha fornito ospitalità, gli
intimano di consegnargli immediatamente i due ragazzi.
Zolba e Rucia, vedendo che Harlock non
ha nessunissima intenzione di darli in pasto alle Mazoniane,
decidono loro stessi, di comune accordo, di abbandonare l'Alkadia
per attirare il fuoco nemico su di loro distogliendolo dall'Alkadia,
ormai circondata dalle navi nemiche. Zolba si rivolge così a Rucia:
"Se in questo momento io avessi deciso di andar fuori a combattere
nell'estremo e disperato tentativo di salvare questa nave e il suo
equipaggio, tu, che cosa mi diresti Rucia? Che Cosa mi diresti'?",
"Vengo con te!". E' questa la conferma delle loro buone intenzioni e
della buona fede della Mazoniana.
Harlock non sa nulla della loro scelta
e quando viene dato l'allarme per l'uscita di "Stella cadente"
dall'astronave, rimane sorpreso e spaventato. Il nemico, come
previsto, scioglie l'accerchiamento per seguire i due ragazzi, che
nel momento in cui vengono colpiti si guardano, e sorridono. La loro
navicella, colpita e distrutta dalle Mazoniane,
compare sullo schermo dell'Alkadia e
il suo aspetto ricorda proprio quello di una stella cadente.
Harlock, triste, chiudendo gli occhi,
da loro l'ultimo saluto.
Note
-In questo episodio si viene a sapere
che l'altro figlio a cui aveva accennato Zoru (aveva detto che erano
due) è morto anch'egli in un tentativo di rivolta contro il nemico.
Anche la moglie, di Zoru, non è da meno, e quando viene imprigionata
e torturata dalle Mazoniane nel tentativo di impressionare Zolba per
farlo tornare indietro, ella non demorde e nonostante la sofferenza
conserva il proprio orgoglio e prega il figlio di non cedere al
ricatto, così come non avevanon ceduto il padre e il fratello.
Episodio n.25
E’ la volta del Dottor Zero. Stavolta
vuole anche lui combattere contro le Mazoniane e lascia a Masu-san
il compito di occuparsi dell’infermeria e di Mew, la gattina che per
lui è come una figlia.
Lasciandola nelle mani di Masu-san, il
dottore ricorda di quando la gattina entrò nella sua vita. Il tutto
si svolse in un giorno di pioggia, nel vecchio e abbandonato
ospedale in cui il dottore esercitava la sua professione. Congedata
l’ultima paziente, rimandando il pagamento della parcella in un
momento successivo, egli si stava accingendo a mangiare il suo
pesce... che gli era appena stato rubato da una gatta! Per niente
arrabbiato, e anzi dispiaciuto nel vedere la zampa ferita della
gatta, il Dottore aveva tentato di medicarla, ma la gatta scappò via
a dar da mangiare al suo cucciolo. Così, mentre il Dottore stava
riposando dopo il pasto, la gatta compì un gesto di grande fiducia
nei suoi confronti, smentendo la sua inziale, ma solo apparente,
diffidenza. Essa, sapendo di dover morire, consegnò il proprio
cucciolo a quell’uomo che si era mostrato così buono nei suoi
confronti; il suo istinto le aveva fatto capire che il cucciolo
sarebbe stato in buone mani.
E così cominciò l’amicizia tra il
Dottor Zero e la sua gattina, che in seguito si sarebbero
affezionati l’uno all’altro (“Diventammo compagni inseparabili e
quando eravamo in bolletta lei procurava da mangiare!”).
Tornando al presente, in realtà
l’entrata in scena del Dottore merita una certa attenzione. Egli
entra sul Ponte di Comando indossando l’armatura tramandatagli dai
suoi antenati (ovviamente giapponesi), e da loro indossata nei
momenti decisivi della loro vita, durante le battaglie. Questa
armatura oltre che provocare la sorpresa dei presenti, invoglia le
ingenue prese in giro di Yattaran (“Siete più buffo del solito, ah
ah!”) e della cuoca Masu-san, a cui l’armatura sembra nient’altro
che una maschera. Dice che addosso a qualcun’altro starebbe
sicuramente meglio! Il Dottore non se ne cura, le sue intenzioni
sono serie e sa bene che potrebbe non tornare da questa battaglia.
Per questo affida Mew a Masu-san. Quest’ultima, poi, in fondo gli
vuole bene, e infatti durante la battaglia pregherà per lui affinché
torni sano e salvo.
Intanto l’esercito mazoniano sta
uscendo pian piano allo scoperto abbandonando la nebulosa di
Andromeda, ma la nave ammiraglia, quella della Regina, è ancora
lontana. L’attacco, per ora, è affidato alle avanguardie, guidate
dal Comandante Catandra. Harlock, ben sapendo che la superiorità
numerica delle Mazoniane è schiacciante, decide di procedere passo
passo senza scoprirsi troppo e a tale scopo approfitta delle
tempeste magnetiche (ben tre) che stanno attraversando la zona;
ordina di attraversarle a velocità elevata per avvicinarsi il più
possibile alla prima linea nemica senza che questa possa
individuarlo per poi attaccare di sorpresa al momento apportuno.
Yattaran, senza peli sulla lingua
(altrimenti non sarebbe lui!) esprime i suoi dubbi al Capitano: “Non
so se riusciremo a superare la tempesta andando sempre a questa
velocità.”, ma Harlock dà una risposta piuttosto eloquente, che
denota il suo carattere: “E’ una scommessa, Yattaran, e possiamo
vincerla soltanto giocando il tutto per tutto!”.
Insomma, l’attacco ha inizio e la
battaglia sembra volgere per il meglio; il Dottor Zero realizza il
suo desiderio di combattere e grazie a Mew, che è riuscita a
sgattaiolare via e a salire sul caccia del suo padrone, riuscirà ad
evitare un agguato mazoniano. Praticamente Mew “funziona” meglio di
un radar!
Harlock, con precisione e
determinazione, dà ordine di correggere l’angolo di tiro per colpire
la nave ammiraglia della prima linea, quella del Comandante
Catandra, che a quanto pare sta fuggendo via, ma proprio in questo
momento Tadashi dal suo caccia nota che all’interno di
quell’astronave ci sono dei civili. Cerca di avvertire il Capitano,
ma nulla da fare, è troppo tardi, ed Harlock ormai ha già mandato
l’ordine. Solo dopo verrà a sapere ciò
che è successo.
Il narratore: “L’azione di Raflesia
non era un semplice attacco militare, anche se in grande stile, ma
una colossale migrazione in massa del suo popolo e dei popoli
asserviti. Nonostante la sua forza d’animo, Harlock ne e’
sconvolto.”
Episodio n.26
Titolo:LUNGO
VIAGGIO VERSO LA PATRIA
Qualcosa di strano sta succedendo nell'esercito mazoniano. Un'astronave della flotta ha appena distrutto una navicella, anch'essa mazoniana. Dall'Alkadia assistono alla scena, rimanendo piuttosto interdetti. L'accaduto, per lo spettatore, si spiega immediatamente attraverso una riunione che Cleo, il braccio destro della Regina Raflesia, ha convocato e a cui partecipano tutti i Comandanti della flotta. Cleo è il Comandante dell'intera Guardia Imperiale, che circonda l'astronave madre. Cleo, appunto, convoca la riunione con il preciso scopo di interrogare il Comandante della terza squadra, Catandra, sul motivo per cui ha distrutto un'astronave di civili. Così, ora, sappiamo chi erano i protagonisti di quell'inseguimento visto anche dall'Alkadia.
La risposta di Catandra esprime in
poche parole la filosofia di fondo di tutta la loro organizzazione:
era colpa di quella nave mercantile se la terza squadra era stata
battuta; per via del loro arbitrario tentativo di battere in
ritirata, hanno creato disordine in tutta la squadra. Per di più,
continua, stavano tentando anche di fuggire. Questo era il motivo
che l'aveva portata a decidere per la loro distruzione. La sua
proposta, ora, è di allontanare le navi mercantili tenendole lontano
da quelle militari, ma non si limita solo a proporre uno schema
tattico. Ella rivela che anche Tessius, il Comandante dei civili e
fedele e stretta collaboratrice della Regina, ha in progetto di
fuggire.
Contemporaneamente, Tessius è in
riunione con i comandanti delle astronavi civili, che si stanno
lamentando del fatto che la Regina non aveva detto loro che
avrebbero lottato contro un nemico così pericoloso (Harlock). Ciò
che accade qui in questa sede, ricalca a grandi linee ciò che era
accaduto nella riunione indetta da Cleo. Infatti anche qui si fa una
proposta e contemporaneamente si rivela un tradimento: la proposta è
di mandare i civili a vivere sul pianeta Beta, lì vicino, anziché
sulla Terra, e la rivelazione riguarda la possibilità che le
astronavi militari usino quelle civili come avanguardia. Insomma,
pare che ci sia una pericolosa atmosfera di sfiducia in quello che
sembrava essere un esercito compatto e senza punti deboli.
Mentre gli alti ufficiali
dell'esercito mazoniano discutono e cercano di trovare rimedio alle
discordanze, di contro, quasi ad evidenziare il contrasto e le
diversità tra i due avversari, l'atmosfera sull'Alkadia è pervasa da
una grande serenità: c'è chi dipinge, chi suona, chi riposa, chi
beve, chi lavora alla propria postazione. L'unico pensiero che li
impegna è che si sta in qualche modo cercando di interpretare e
capire il nemico. Ora si sono resi conto che Mazone non è solo
esercito, bensì un'intera popolazione. Una grande migrazione verso
la Terra, che alla luce delle parole del pennant, ora si rivela
essere stata l'antica patria di quel popolo che veniva da lontano e
che si credeva così estraneo. Yuki intanto ha localizzato la
posizione del nemico, verso cui Harlock ordina di partire. Si trova
nella galassia "N". La ribellione dei civili intanto continua e
Catandra distrugge un'altra astronave in fuga. Di nuovo una
convocazione: Cleo, Tessius e Catandra discutono animatamente e
Tessius, ovviamente, disapprova con forza il comportamento di
Catandra, che invece afferma che il loro ordine è proprio quello di
uccidere senza esitazione tutti i traditori. La Regina, con cui si
mettono in collegamento le tre Ufficiali, con stupore e delusione di
Tessius, conferma: "La mia volonta è di arrivare sulla Terra a
qualunque costo, L'ho deciso quando il nostro pianeta fu distrutto.
Tu" -riferendosi a Tessius- "eri l'unica persona che condividesse
pienamente la mia volontà di rientrare in possesso della terra dei
nostri avi.". Tessius supplica la Regina di non ostinarsi in questa
impresa che rischia di dimezzare l'intera flotta, ma nulla da fare:
"Il destino vuole che noi si torni a vivere nella nostra antica
patria. Per non tradire la mia missione ho accettato di diventare la
regina più crudele dell'universo, e di sopportarne il peso odioso e
l'atroce pena.". Il collegamento si interrompe e le tre Ufficiali
devono tornare al comando delle rispettive astronavi perché
l'Alkadia è tornata all'attacco. Catandra stavolta giura che
ucciderà Harlock, colui per colpa del quale sono sorte quelle
incomprensioni tra civili e militari. L'Alkadia chiama il satellite
Ombra di Morte nella zona, per potervisi nascondere dietro e colpire
di sorpresa il nemico, Catandra, distruggendone totalmente
l'astronave per mezzo del rostro di prua. Tessius ha approfittato
del momento per sbarcare, con i civili della sua astronave, sul
pianeta Beta e la Regina, certo dispiaciuta per quell'abbandono che
proprio non si aspettava, non esita però a ordinare a Cleo di
partire all'inseguimento di Tessius.
Sull'Alkadia tutto è tornato
tranquillo, ma l'immagine di Raflesia compare ad Harlock. Raflesia:
"Sei sempre ugualmente inaccessibile, Capitan Harlock?" Harlock:
"Non vedo l'utilità di parlare con un fantasma.", dice
tranquillamente Harlock versandosi del vino nel bicchiere. Raflesia
ride e Met le chiede perché stia ridendo in quel modo. Raflesia:
"Quando l'Alkadia era stata imprigionata nel pianeta Ombra di Morte,
il noto sepolcro dello spazio..." Harlock: "...sei stata tu a farmi
uscire vivo." -continua Harlock interrompendola- "Lo avevo pensato
infatti." Met le chiede il motivo. Raflesia: "Perché soltanto
l'esistenza di un nemico possente mi avrebbe consentito di
rafforzare l'organizzazione del mio popolo. Tu non sai a che cosa
possa giungere la forza del mio orgoglio, ma vedrai presto i frutti
dello stupido orgoglio di Harlock." Harlock: "Stai parlando di
orgoglio e non sai nemmeno quale sia il vero significato di questa
parola!" Raflesia: "Harlock! Tienti lontano dalla mia strada. La
Terra appartiene al mio popolo. Stiamo ritornando nella nostra
patira, non hai il diritto di fermarci!" Harlock: "Non ne ho il
diritto?!" Raflesia: "Che cosa credi? Ti illudi di potercelo
impedire con la forza, usando i tuoi sistemi da pirata?" Harlock:
"Io sono un pirata, ma non come intendi tu." -(e pensa a Mayu che
suona l'ocarina)- "Io non uso la forza per offendere, ma per
difendere! Per quanto malvagi siano gli uomini sula Terra, io li
proteggerò, anche a rischio della mia vita."
-Note-
Questo episodio ha la durata di 17
minuti. Troppo poco, visto che la durata in genere è tra i 22 e i 25
minuti. Difatti, osservando l'episodio con attenzione, ci si accorge
che manca indiscutibilmente un pezzo: esattamente quello in cui
Cleo, dietro ordine della Regina, insegue Tessius e i suoi civili
sul pianeta Beta, e li uccide. Tutto ciò non si vede, ma lo si può
intuire. Inoltre, il riassunto dell'episodio 26, che si fa
all'inizio dell'episodio 27, comprende immagini che effettivamente
non si sono viste e tra queste, anche quelle che riguardano il
momento in cui l'astronave di Cleo raggiunge i fuggitivi, con
conseguente loro eliminazione. In pratica sono stati tagliati almeno
5 minuti.
Episodio n.27
Titolo: LA DECISIONE DELL'ALKADIA
E' da tre giorni che i 41 uomini
dell'Alkadia stanno combattendo ininterrottamente. Alcuni si sono
ammalati e quelli che lavorano sono esausti. Lo stesso Yattaran, per
la stanchezza sbaglia la mira di un bersaglio e sviene. Harlock si
rende conto della gravità della situazione anche grazie al Dottor
Zero che gli mostra la situazione sull'astronave.
Per questo motivo decide allora che è
il caso di fare dei turni di 12 ore. La loro forza si dimezzerà,
come fa notare anche Tadashi, ma il piano che Harlock ha in mente è
di dimezzare anche la potenza della flotta di Mazone, puntando sulle
astronavi civili.
Cleo informa la Regina delle mosse di
Harlock e poiché quest'ultima sa bene che fare fuoco dalla posizione
in cui si trovano significherebbe coinvolgere anche i civili, ordina
un immediato loro allontanamento dalla flotta militare, dopodiché
potranno attaccare l'Alkadia. Harlock decide comunque di seguire le
astronavi civili, e all'osservazione di Tadashi sul fatto che
sarebbe una vigliaccheria attaccarli, Harlock spiega che la Regina
non attaccherebbe mai i propri civili. Fa capire che non ha la
minima intenzione di attaccarle, ma solo prendere tempo per
permettere all'equipaggiodi riprendersi. Intanto Cleo e la Regina si
interrogano sul motivo per cui Harlock difende strenuamente un
pianeta che lo ha bandito. Devono sapere il perché, e forse a
partire da questa informazione riusciranno a conoscere meglio questo
infaticabile e pericoloso nemico. Non si può dire che perdano tempo.
Sulla Terra, il Consigliere Kirita rimane vittima di un agguato
degli emissari mandati dalla Regina, e cosi' anche lui ora può
rendersi conto di quanto sia vera e concreta la minaccia di cui
aveva parlato Harlock. Ora può credergli e corre subito dal Primo
Ministro per comunicargli la notizia. Inutile dire che il Primo
Ministro (specchio dell'umanità del tempo) considera piu' importante
la corsa dei cavalli a cui sta assistendo. Così, Kirita, capisce che
sarà solo a combattere cotro quel nemico. Peraltro, cosa importante,
l'agguato tesogli dalle mazoniane aveva uno scopo ben preciso:
quello di raccogliere informazioni su Harlock per scoprire il suo
punto debole. Nonostante Kirita si rifiuti di consegnarli un nastro
contenente notizie importanti su Mayu, esse se ne impossessano con
la forza e subito metteranno Raflesia a conoscenza dell'esistenza di
una certa Mayu, figlia del costruttore dell'Alkadia e per cui
Harlock prova un affetto quasi paterno. Ecco la ragione per cui
Harlock rischia la vita per difendere la Terra. Cleo suggerisce di
prenderla in ostaggio per tenere la flotta dei civili al sicuro, ma
Raflesia non è d'accordo: "E' ancora una bambina, non possiamo
servirci di un'innocente per la nostra guerra.", e Cleo:
"Regina...!", "Ho detto di no!!
Non mi presto a simili espedienti! Non
darei mai a quel bandito di Harlock l'occasione di disprezzarmi!! ",
ma nel momento in cui il terzo battaglione dell'avanguardia si
rivolta e attacca l'Alkadia (eliminando anche l'astronave di civili
che ostacolava l'attacco), e dietro la minaccia di un gesto simile
anche da parte degli altri Reparti, Raflesia, sconvolta, triste,
accorda il suo permesso. In quattro e quattr'otto rapiscono Mayu e a
nulla valgono i tentativi di Kirita di nasconderla e difenderla: il
raggio paralizzante delle Mazoniane lo immobilizza. L'unica cosa che
può fare, terminato l'effetto del raggio, è avvertire immediatamente
Harlock. Harlock è incredulo e all'apparizione dell'immagine di
Raflesia sul Ponte di Comando, che gli dice che Mayu verrà custodita
su un pianeta della Nebulosa di Ulisse, egli risponde con parole di
fuoco: "Tu non hai né animo né cuore di Regina, vergognati!!".
L'immagine sparisce. Raflesia, seduta
sul suo trono, riflette, si rende conto del gesto che ha compiuto e
sicuramente se ne rattrista. Ora la flotta mazoniana ha abbassato le
difese e sarebbe il momento giusto per attaccare, ma... Harlock
pensa ai suoi uomini spossati dalla lotta, e a Mayu. Per un attimo
cede psicologicamente, è disperato e non sa che fare. Si dirige
verso la sala del Computer e gli si rivolge chiamandolo "amico": gli
chiede di aiutarlo nella scelta. Sarà il Computer dell'Alkadia a
decidere. L'episodio si chiude con l'Alkadia che parte senza indugio
verso la Nebulosa di Ulisse: questa è la volontà del Computer.
Episodio n.28
L'Alkadia si sta dirigendo verso la
Nebulosa Ulisse alla ricerca di Mayu, ma i pianeti da esplorare sono
sette: il Pianeta Ghiaccio, il Pianeta Verme, il Pianeta Capra, il
Pianeta Luna, il Pianeta Arcobaleno, il Pianeta Doppio e il Pianeta
Umano. Poiché dovranno pur cominciare da uno di questi, decidono di
partire dal più lontano, cioè il Pianeta Ghiaccio. Tori-san, invece,
forte del suo istinto animale, cerca di far capire ad Harlock,
indicandolo con il becco, che è il Pianeta Umano quello che deve
essere scelto come prima meta. E così si parte verso il Pianeta
Umano. Al loro arrivo vengono accolti da una piccola comunità di
esseri umani, unici abitanti del pianeta. Essi vivono in un
villaggio in riva al mare in un paesaggio che ricorda molto quello
delle isole del Pacifico, sulla Terra. Vivono tranquilli e sereni
nei loro piccoli bungalow. Colui che deve essere il capo della
piccola e felice comunità si avvicina ad Harlock accogliendolo con
calore e chiamandolo "figlio mio"... niente paura! Yuki,
prontamente, spiega allo sconcertato Tadashi che quel signore una
volta aveva aiutato Harlock. I due infatti non sono imparentati e
Harlock chiama quel signore "Dottor Hane". Del rapporto tra i due
non si sa altro, e nemmeno del rapporto che lega Harlock ad altri
due giovani abitanti del villaggio. Non si sa nulla di ciò che è
successo in passato ma si intuisce
solo che queste persone ed Harlock si
conoscono da tempo e sono evidentemente grandi amici. Il Dottor Hane
è uno scienziato che ha abbandonato la Terra assieme ad una trentina
di altri esseri umani per rifugiarsi in questo piccolo paradiso. Tra
gli abitanti del villaggio si nota subito una ragazza, un po'
misteriosa ma molto bella, che lega subito con i nuovi arrivati, in
particolare Tadashi.
La serata passa tra i festeggiamenti
per gli ospiti e tutti sembrano divertirsi, anche Harlock, che però
non può fare a meno di pensare a Mayu guardando i bambini del
villaggio giocare e ballare. Così, pensando a Mayu, si allontana dal
fuoco attorno al quale tutti erano riuniti. Il Dottor Hane,
vedendolo, lo segue. Evidentemente lo conosce bene e capisce che
qualcosa non va; gli si avvicina e senza tanti giri di parole
sorprende Harlock con questa domanda: "Che cosa hai in mente? Non
credo che tu sia venuto qui in vacanza.". Di certo Harlock non si
aspettava che il suo amico avrebbe intuito il suo stato d'animo. Ora
si vedono i due seduti sui gradini del bungalow del Dottor Hane e si
capisce bene che Harlock ha parlato di
Mayu e del suo obiettivo, infatti il Dottor Hane ha fornito ad
Harlock una mappa del pianeta e gli sta dando informazioni sui
luoghi in cui c'è stata maggior frequenza di avvistamenti di u.f.o.,
probabilmente la base mazoniana più importante della Nebulosa Ulisse
si trova proprio sul Pianeta Umano.
Il giorno successivo, Harlock e i suoi
partono in ricognizione divisi due gruppi: Yuki, Yattaran, Met e
alcuni membri dell'equipaggio a bordo dell'Alkadia hanno il compito
di esplorare il mare, mentre Harlock, Tadashi e il rimanente
dell'equipaggio esplorano la zona montagnosa. L'Alkadia viene quasi
subito imprigionata da una potente forza magnetica che la taglia
fuori da tuti i contatti radio. Da ciò Harlock capisce che qualcosa
non è andato e che forse è proprio il mare la zona più importante da
esplorare. Decide di prendere una barca (piuttosto piccola in
verità) e di andare a controllare di persona. Passano due giorni
senza che l'Alkadia si veda, ma Harlock non demorde. Il suo piccolo
equipaggio è stanco, alcuni dormono. ma lui continua a scrutare
l'orizzonte alla ricerca della sua nave. Al termine del secondo
giorno (ricordiamo che l'Alkadia è ancora prigioniera dei raggi
magnetici), il tempo si guasta e minaccia tempesta: si vede una mano
che tira giù una leva e questo gesto, che potrebbe sembrare essere
fatto dall'interno dell'Alkadia, coincide stranamente con l'inizio
del maremoto. Per fortuna la barchetta riesce a raggiungere
l'Alkadia, giusto in tempo per non essere travolta dal mare. Senza
avere neanche il tempo di pensare, l'astronave viene risucchiata
sotto il mare verso la fonte dell'energia magnetica (un giganteso
macchinario), che ha lo scopo di attirarli dentro una spaccatura del
terreno che in teoria si dovrebbe richiudere schiacciando la preda.
Solo in teoria, però, perché grazie al
rostro di prua e ad una prontezza di riflessi provvidenziale, la
nostra astronave e il suo equipaggio riescono a far esplodere il
macchinario e a risalire verso l'alto.
Raflesia, che nel frattempo, dalla sua
postazione, si era goduta la scena a partire dall'arrivo della
piccola barca fino all'esplosione sottomarina finale, credendo
l'Alkadia ormai distrutta, rimane di sasso nel vederla riemergere
dal mare! Una brutta sorpresa, comunque, attende anche Harlock con i
suoi: quel villaggio e quegli uomini che pochigiorni prima li
avevano accolti così calorosamente, ora non ci sono più. Il
villaggio è stato distrutto dal maremoto e i suoi abitanti sono
tutti morti ad esclusione di quel bambino e di quella bambina che si
erano visti all'inizio dell'episodio, Ikaru e Wina. Ikaru è il
nipote del Dottore e si affretta subito a dire che suo nonno è salvo
e a portarli da lui. Harlock, Yuki e Tadashi seguono i due dentro
una grotta che li porterà nel laboratorio in cui si trova
Hane. Solo ora si capisce che quella
mano che si era vista attivare la leva proprio all'inizio della
tempesta, era la sua. L'arrivo di Harlock è inaspettato, come
inaspettata è la presenza di quella ragazza misteriosa, amica di
Tadashi, che sta minacciando Hane con una pistola. Ella accorgendosi
degli intrusi, pensa bene di ucciderli e poiché Ikaru rischia di
essere il primo, Hane si lancia a salvarlo, rimanendo vittima del
laser della ragazza, senza sapere che intanto Tadashi aveva sparato
contro di lei (che brucerà, rivelandosi una mazoniana) e Harlock ha
afferrato il bambino per toglierlo dalla linea di tiro. In fin di
vita, Hane spiega di aver costruito un congegno che potesse
permettergli di controllare gli eventi naturali del pianeta per
difenderlo da quegli invasori: il suo scopo era far scoppiare dei
cataclismi nelle zone di maggior concentrazione del nemico. Non
immaginava che sarebbe stato costretto, dietro ricatto, ad usarlo
contro i suoi stessi simili. Se non lo avesse fatto, Ikaru e Wina,
in cui erano riposte tutte le sue speranze, sarebbero stati uccisi.
-Note-
Quando Harlock e l'equipaggio della
barca con cui aveva raggiunto l'Alkadia stanno finalmente per
risalire sulla loro astronave, viene inquadrata la scaletta da loro
usata per salire a bordo; sono tre le persone che si vedono salire.
In ordine a partire dall'alto: Harlock, Yuki, il Dottor Zero. C'è un
errore, in quanto Yuki, in realtà faceva parte del gruppo rimasto
sull'Alkadia. Al posto di Yuki, su quella scaletta, doveva invece
esserci Tadashi. Difatti, nell'inquadratura successiva, che vede i
tre finalmente nei corridoi dell'astronave, le persone che compaiono
sono sempre tre e nello stesso ordine, solo che al posto di Yuki ora
c'è, giustamente, Tadashi.
Episodio n.29
Titolo: SCONTRI SUL PIANETA ARCOBALENO
E' da mesi che non si hanno notizie di
Mayu né delle Mazoniane. L'astronave naviga nella noia e nella calma
piatta e i membri dell'equipaggio danno segni di malessere (chi
soffre di insonnia, chi dorme troppo, chi beve troppo , chi si
annoia). Harlock uno dei pochi ancora padroni di sé. Grazie al cielo
(sembra un paradosso), si avvistano delle navicelle mazoniane che
però non sembrano puntare contro l'Alkadia, bensì verso il Pianeta
Arcobaleno... Harlock ordina a Tadashi di mettersi alla guida di una
squadra e di inseguirle. Le navicelle, tuttavia, non reagiscono
all'inseguimento e come nota Tadashi, sembrano comportarsi come se
fossero un'esca, tanto che dall'Alkadia ordinano un rientro. Ma
Tadashi è un testardo e continua, da solo, ad inseguirle, proprio
con lo scopo di farsi catturare e magari scoprire successivamente
dove si trova Mayu. Insomma, alla fine sembra riuscirci, poiché
viene colpito e sembra attratto verso una grande astronave mazoniana
(se ne vede solo la sagoma luminosa), ma a quanto pare è solo
un'impressione, visto che alla fine si ritrova sulla superficie
dello splendido Pianeta Arcobaleno, circondato dai civili Mazoniani.
Questi si preoccupano subito di tranquillizzarlo sulle loro
intenzioni e addirittura gli chiedono di poter parlare con lo stesso
Harlock, di persona, per chiedergli protezione contro i loro stessi
simili, ossia la flotta militare della loro Regina. Anziché partire,
Tadashi decide di rimanere nascosto e nel frattempo si affeziona ad
una dolce ma poco effusiva bimba mazoniana di nome Gurikan. Tadashi
è molto tenero con lei e pian piano si convince a mettersi in
contatto con Harlock, in particolare dopo aver avuto prova della
serietà delle intenzioni di Raflesia, che proprio sotto i suoi occhi
aveva attaccato il pianeta per far fuori i profughi.
Nell'attesa dell'arrivo di Harlock,
Tadashi scopre per caso una base mazoniana e rischia proprio per
questo di essere ucciso dalla bambina di cui ormai si fidava
ciecamente. L'unico motivo per cui Gurikan non lo uccide, ma si
limita a ferirgli la spalla, è perché in fondo ha dei sentimenti
anche lei (piange per ciò che il suo sangue mazoniano la obbliga a
fare ). In qualche modo si era affezionata a Tadashi, che con lei
era stato così buono e affettuoso. Comunque, ora Tadashi è ostaggio
della stessa Sherock, che vorrebbe usarlo per limitare le mosse di
Harlock, ma poiché vede che Harlock non è intenzionato a fermarsi di
fronte a questa minaccia, e poiché Tadashi, nonostante le minacce,
non esita ad avvertire Harlock del tranello che gli è stato teso,
allora Sherock stordisce Tadashi con il calcio del fucile e corre
immediatamente a dare man forte ai cecchini che si erano nascosti
tra le rovine della vecchia città in cui si svolge la scena. Harlock
riesce a procedere in mezzo ai fuochi dei cecchini, correndo, e un
po' viene spalleggiato dall'astronave, ma i cecchini sono troppi e
cade ferito durante la corsa. E' ora che Sherock interviene per
dargli il colpo di grazia, ma prima ancora che possa fare qualcosa
di concreto, Tadashi la precede e rimanendo a terra dove era
svenuto, impugna la pistola e le spara da dietro. Contemporaneamente
Harlock, sentito il movimento sospetto di Scerock, impugna la spada
laser e la colpisce. Tadashi e Harlock si rialzano e riescono
insieme ad eliminare gli ultimi, pochi cecchini rimasti e a tornare
sull'astronave sani e salvi. Quando i due rientrano sul Ponte di
Comando, Tadashi è dietro ad Harlock, e con voce bassa e realmente
rattristata, dice: "Harlock, sono mortificato. Perdonami.", ma
Harlock lo tranquillizza: "Tadashi, non sentirti in colpa. Gli
uomini imparano dai propri errori. Ogni errore è una nuova
esperienza.". Si volta a guardarlo e gli sorride in maniera
rassicurante.
Episodio n.30
TITOLO: AMICO MIO, MIA GIOVINEZZA
E' questo un episodio molto
importante. Insieme al n.31 ("La costruzione segreta dell'Alkadia"),
fornirà importanti conoscenze sul passato di Harlock, sulla
particolare costruzione della sua particolare astronave, su Mayu e
su due altri personaggi che non conoscevamo, ma che in qualche modo
non potevano mancare. Ma andiamo con ordine.
Dopo la battaglia sul Pianeta
Arcobaleno l'Alkadia ha bisogno di riparazioni e per permettere i
lavori si nascondono dentro un'isola pirata (uno dei satelliti
artificiali di cui dispongono). Le Mazoniane intuiscono le
difficoltà in cui si trova il loro nemico a causa della loro
improvvisa scomparsa e li cercano ovunque per tentare di
approfittare del loro momento di debolezza. Considerato che ci
vorranno almento tre giorni per tutte le riparazioni, di tempo ne
hanno. L'isola in cui si sono rifugiati è dotata di un meccanismo
che gli consente di nascondersi e mimetizzarsi continuamente in
mezzo a tutti i corpi celesti che incontra. Possono, per questo,
starsene relativamente tranquilli, tranne per un improvviso e
inspiegabile terremoto causato stranamente dall'astronave, che si
muove facendo tremare tutto intorno a lei. Il Computer infatti si è
acceso automaticamente, senza che nessuno avesse azionato nulla.
Solo Harlock, e Met, capiscono ciò che sta succedendo
effettivamente. Harlock entra nella sala del Computer e avvicinatosi
ad esso, lo tocca con la mano e comincia a pensare dolcemente, come
se stesse comunicando i propri pensieri ad una persona, anziché ad
un enorme e importante macchinario... "Capisco che cosa provi amico
mio. La tua impazienza di trovare Mayu ti rende così frenetico, ma
non dobbiamo perdere il controllo dei nostri nervi. Ci siamo avviati
in un viaggio senza fine, affrontando un nemico spietato e potente
-compare, nei pensieri di Harlock, l'immagine di una persona
piuttosto bassa, avvolta completamente da un mantello marrone e con
un grande cappello che permette a malapena di vedere un viso
occhialuto; Harlock accenna un sorriso- Quest'isola è la stessa di
allora, ricordi? Sarebbe bello tornare ai giorni della nostra
gioventù.". Il Computer, come per incanto, si spegne; si addormenta
come se fossero stati la vicinanza e i pensieri di Harlock a calmare
la sua irrequietezza. E' in occasione della scoperta di Tori,
quell'uccello nero che li accompagna nel viaggio, che comincia il
racconto di ciò che è accaduto prima della costruzione dell'Alkadia.
Tori-san trova infatti, nell'isola, un paio di occhiali rotti, e
piange, sembra, proprio per via di quegli occhiali. Si crea un certo
imbarazzo tra i presenti,: Yuki e Tadashi vorrebbero scoprire a chi
appartengono e perché Tori piange; Met interviene, cercando quasi di
far cadere il discorso. E' evidente che anche lei è a conoscenza di
qualcosa che finora si era cercato di nascondere. Harlock, tenendo
delicatamente gli occhiali tra le mani e guardandoli fisso, risponde
togliendo un po' tutti dall'imbarazzo e dalla confusione: "Lo so io.
Appartenevano al mio amico, l'uomo che ha formulato il progetto più
ardito dell'universo... e che ha costruito uno degli strumenti più
perfetti per poterlo realizzare." E' il costruttore dell'Alkadia.
Comincia il lungo racconto di Harlock.
Un saloon. C'è un piccolo gruppo di
uomini che gioca poker e tra loro anche una donna, dai capelli rossi
e lunghi, che sembra sapere il fatto suo. Entra nel saloon un uomo
di bassa statura, uguale identico a quello che immaginava Harlock
accanto al Computer dell'Alkadia, e con un uccello nero sulla spalla
(forse proprio Tori....). Gli uomini presenti non aspettavano altro
che qualcuno da prendere in giro e il nuovo entrato sembrava fatto
apposta per questo! Le battute sulla sua statura, ovviamente, si
sprecano, e superano il limite della grande pazienza dimostrata da
quell'uomo, che appena può (cioè dopo aver finito di mangiare!) si
lancia in una rissa da cui esce ridotto piuttosto male! E mentre gli
altri festeggiano la vittoria bevendo e facendo baldoria, ecco che
la vittima torna, stavolta in compagnia di un tizio un po' più
temibile di lui (almeno fisicamente!): è Harlock. In poco tempo
riesce a vendicare quel tipo basso che aveva appena conosciuto là,
fuori dal saloon, mettendo k.o. quelli che si erano presi gioco di
lui.
I due, poi, fanno appena in tempo a
fare la conoscenza di quella donna che era rimasta lì in ombra ad
osservare tutto fin dall'inizio, che subito Harlock viene preso
prigioniero grazie alla soffiata del proprietario del saloon (che,
mentre Harlock beveva tranquillo assieme a al nuovo amico e metteva
in guardia quella donna per il fatto che quello non era un luogo per
lei, intanto si era accorto dell'enorme taglia che pendeva sul capo
di quel ragazzo con la benda all'occhio...). Comunque sia, quella
donna si era presentata con il nome di Esmeralda., mentre il tipo
basso faceva, di nome, Tochiro. E' il primo incontro fra i tre, e
non sara' l'ultimo. Il giorno dopo, la corda per l'impiccagione del
prigioniero è già pronta. Stavolta Harlock pensa che sia davvero la
fine per lui: non sa che Tochiro è nascosto, pronto a lanciare il
pugnale che taglierà la corda e gli permetterà di fuggire via con il
cavallo!
La fuga prosegue nello spazio,
inseguiti dalla Pattuglia Spaziale terrestre che nel frattempo era
stata avvisata.
Esmeralda li segue senza che loro se
ne accorgono e riesce ad entrare nel loro nascondiglio (un isolotto
pirata costruito da Tochiro), con grande sorpresa di Tochiro e un
certo disappunto di Harlock. Il motivo della sua visita è presto
spiegato: Esmeralda vuole assoldarli per un lavoro che rimane non
specificato per il fatto che Harlock e Tochiro rifiutano di "essere
comprati" per qualsiasi cosa, perché hanno bisogno di tutto il loro
tempo per riuscire a realizzare un loro sogno. Non chiedono ad
Esmeralda nemmeno di cosa si tratta. Poco dopo la partenza di
Esmeralda dal loro isolotto pirata, essi sono costretti a fuggire di
nuovo per non essere presi dalla Pattuglia Spaziale che li ha
scoperti, ma alla fine vengono presi prigionieri dall'astronave
Everest, del Pianete del Male, che cattura uomini per farli lavorare
nelle miniere, in condizioni pessime e assai pericolose. Ecco perché
catturano le persone come se fossero mosche: hanno un continuo
bisogno di nuove braccia per sostituire quelle rimaste vittima degli
incidenti. La Everest, a questo scopo, non si fa scrupoli a
distruggere le navicella della Pattuglia Spaziale, il suo Comandante
(l'Ammiraglio Horror) è il sovrano del Pianeta del Male ,
evidentemente nemico della Terra.
All'interno della miniera Harlock e
Tochiro fanno amicizia con un ragazzino, che nel tentativo di
infondere coraggio ad un Tochiro spossato, gli parla proprio di
Esmeralda... e del suo progetto di venire a salvare tutti i
prigionieri della miniera. Solo ora i due capiscono cosa aveva in
mente Esmeralda quando si era presentata da loro con quel denaro.
Decidono quindi di giocare d'astuzia e fare qualcosa dall'interno.
Decidono di arruolarsi nell'esercito dell'Ammiraglio Horror, e una
volta riusciti ad entrarvi costruiscono, grazie al genio di Tochiro,
delle bombe per posizionarle nei punti focali dell'astronave. Il
lavoro di Esmeralda, in questo modo, viene facilitato, e quando
arriva per occupare il pianeta e salvare i prigionieri, può evitare
di affrontare la potente nave da guerra Everest (perché le scoppia
inspiegabilmente proprio davanti agli occhi!). Quando Esmeralda li
vede, vestiti peraltro con la divisa del suo nemico, le basta un
attimo per capire tutto, o meglio, quasi tutto! Harlock interviene
subito spiegandole che in fondo tutti i meriti vanno a Tochiro, e
che senza il suo genio non sarebbero riusciti nel loro intento. Il
racconto è finito e Harlock se ne va, con quegli occhiali, di nuovo
nella sala del Computer, con cui brinderà alla loro eterna
amicizia... Ah, si.... Tochiro ed Esmeralda si sposano e da loro
nasce Mayu!
Episodio n.31
Titolo:LA COSTRUZIONE SEGRETA
DELL'ALKADIA
Non credo che riuscirò a trasmettere la bellezza di questo episodio; mi dovrò limitare come sempre a descrivere ciò che vi viene raccontato, nella maniera più fedele possibile. Al solito, per almeno il 90% degli episodi di questa serie, la cosa migliore è vederli e ascoltarli.
Continuano le riparazioni
dell'Alkadia. Continua la ricerca delle Mazoniane. E continua pure
il racconto di Harlock a Yuki e Tadashi. Questo è un luogo pieno di
ricordi per lui, e non può fare a meno di ripensare a quel periodo e
a quelle persone che avrebbero cambiato la sua vita. Nel suo
racconto per la prima volta si parla di Kirita che stranamente non è
interessato a catturare Harlock, ma quella persona che, invece, gli
permetterà di sconfiggerlo.
Harlock è un pirata, e a capo di un
astronave con il suo equipaggio crea seri problemi alle navi da
carico terrestri, bloccando spesso il flusso dei rifornimenti.
L'unico modo per eliminare seriamente il problema, è combatterlo
rafforzando le Pattuglie Stellari con astronavi e strumenti
sofisticati. L'uomo che cerca Kirita è Tochiro Ooyama, l'amico di
Harlock, "il più grande scienziato in ingegneria astronavale
dell'universo". Le ricerche porteranno Kirita sul Pianeta Hog
Melder, perché è lì che Tochiro si è auto-esiliato.
Hog Melder era un pianeta dove
finivano col rifugiarsi coloro che avevano perso le speranze nei
propri sogni e tutte le illusioni sugli stessi esseri umani. Era
praticamente un'ultima spiaggia dove potersi abbandonare. Ma
Tochiro, disilluso anche lui come gli altri, l'aveva scelto come un
nuovo punto di partenza, una sorta di trampolino per realizzare,
anziché abbandonare completamente, i propri sogni. L'arrivo di
Tochiro sul pianeta porta una nuova vita, e ora è da lui che dipende
la salvezza dei suoi abitanti. Tale pianeta è difatti condannato
alla distruzione per l'avvicinarsi di Ganda, "la stella infausta"che
si sta pericolosamente avvicinando a Hog Melder.
Tochiro sta costruendo qualcosa, ma
non si capisce ancora cosa... si sa solo che ha bisogno di un
particolare e raro minerale presente solo sul Pianeta di Ghiaccio.
Si chiama Blenium 3006, ed è Harlock l'incaricato di rimendiarne un
po'. Se Harlock non c'è, c'è comunque Esmeralda a difendere il
pianeta dagli attacchi della flotta terrestre, riducendo in fin di
vita colui che era a capo della flotta durante il primo attacco.
Tornando poi alla base, dal suo Tochiro e dalla sua piccola Mayu, è
costretta quasi subito a riallontanarsi da loro; lascia Mayu nelle
braccia del padre, e decide di andare lei ad affrontare direttamente
Kirita e i suoi uomini che intanto sono riusciti ad atterrare di
sorpresa sul Hog Melder. Tochiro è stanco e sembra malato ("è solo
l'anemia", dice), non sarebbe in grado di
affrontare colui che è venuto per
rapirlo. Ma in fondo nemmeno Esmeralda lo è: l'astronave che avevano
usato fino al quel momento per difendere il pianeta era stata
distrutta, e gli uomini di Kirita erano armati e in maggior numero.
Tochiro, esce allo scoperto, in un ultimo tentativo di salvare
Esmeralda, ma sarebbe una battaglia persa, se non fosse per il
tempestivo arrivo di Harlock, che per fortuna era riuscito a trovare
anche il prezioso minerale.
Riescono a mettere in fuga Kirita, e
riescono loro stessi a salvarsi dalla distruzione provocata dalla
deleteria influenza di Ganda, che si sapeva si sarebbe fatta sentire
presto. Tutti i pochi abitanti del pianeta riescono a rifugiarsi
nella base in cui lavorava Tochiro, ormai il "Blenium 3006" è
arrivato e il lavoro può considerarsi completato. Il sogno di
Tochiro si è avverato, e la base si può rivelare ora per ciò che
veramente è: una grande e bellissima astronave, che Tochiro stesso,
in onore di Harlock, chiamerà "Alkadia": "Gli antenati di Harlock
erano cavalieri erranti, vissuti in una favolosa terra tutta foreste
e laghi chiamata 'Alkadia'. Quando gli esseri umani cominciarono a
volare, superando in quest'arte persino gli uccelli, quei cavalieri
erranti percorsero gli spazi a bordo di un astronave che
battezzarono 'Alkadia, nostra giovinezza'. Ooyama, in omaggio al suo
migliore amico Harlock, battezzò la sua nave 'Alkadia'.".
Una volta sull'astronave, Tochiro è
felice, ma non ce la fa più a continuare, le forze gli mancano e
malgrado tenti di non darlo a vedere, non riesce a rimanere nemmeno
in piedi, e cade. Le sue ultime parole sono per Harlock, Esmeralda e
Mayu: "Esmeralda! Harlock! Addio! Voi pensate che io stia morendo,
ma non preoccupatevi, io sto solo partendo per un viaggio verso un
mondo differente dal vostro. Esmeralda, porta Mayu sulla Terra,
sulla nostra grande valle verde...". Tochiro viene salutato per
l'ultima volta e la sua salma viene lanciata nello spazio: in questo
esatto momento, il Computer dell'Alkadia si illumina e comincia a
pulsare, con lo stesso ritmo e con lo stesso suono di un cuore
umano... Harlock deve affrontare, però un'altra difficile prova. Sta
leggendo una lettera che Esmeralda gli ha lasciato: "Addio amici
miei. Non voglio abbandonarlo, gli sarò sempre vicino. Harlock, ti
prego di prenderti cura di Mayu. Se è possibile, portala su quella
che Tochiro chiamava 'la grande valle verde', la Terra. Perché
cresca fra quella natura che amava tanto. Lo seguirò sempre.".
Esmeralda sta realmente seguendo la capsula di Tochiro, nello
spazio. Harlock fatica a credere a ciò che è successo, ma accetta la
scelta, e sappiamo bene che farà di tutto per rispettare il volere
di Tochiro ed Esmeralda. Termina definitivamente il racconto di
Harlock, i suoi pensieri vengono interrotti dall'improvviso attacco
delle Mazoniane. Harlock è pronto e sicuro di se stesso (quei
ricordi gli hanno dato una nuova energia), e l'Alkadia ha finito con
le riparazioni. L'attacco del nemico non poteva avvenire in un
momento migliore!
Episodio n.32
Titolo: MUSICA DAL PIANETA VENTO
Sul Pianeta Vento le Mazoniane stanno sperimentando la loro nuova arma che permetterà di distruggere totalmente l'Alkadia. Basterà farla atterrare in una determinata valle del pianeta e la pressione dell'astronave sul terreno farà il resto azionando un meccanismo esplosivo. Per attirare Harlock e i suoi sul pianeta si serviranno del suono dell'ocarna di Mayu, registrato e trasmesso all'infinito: il vento del pianeta, che soffia senza sosta a 3 metri al secondo, penserà a diffonderlo nello spazio circostante. L'avanguardia della flotta si occuperà intanto di attaccare la Terra.
Il consiglio degli ufficiali mazoniani
si riunisce per discutere se davvero sia conveniente fare questo. Il
dubbio che hanno è se davvero si ha la certezza che Harlock non
abbandoni Mayu per salvare la Terra. Se una cosa del genere
succedesse, le loro avanguardie non potrebbero sostenere una lotta
con l'Alkadia. Raflesia interviene lei stessa nel Consiglio, sempre
attraverso la propria immagine proiettata su uno schermo (raramente
riusciamo a vederla di persona). Sa ciò che sta facendo e stavolta
prenderà lei stessa il comando dell'operazione. Un'ufficiale le
esterna i dubbi di tutto il Consiglio, facendosi portavoce della
loro titubanza: "Maestà, che cosa vi dà la certezza che Harlock non
torni sulla Terra?", "Il fatto di conoscerlo molto bene e di
conoscere il suo modo di pensare, e soprattutto i suoi sentimenti.
Harlock conosce Raflesia, ma Raflesia scruta più profondamente nel
cuore di Harlock." Sull'Alkadia, intanto, Yuki ha intercettato un
messaggio di S.O.S. lanciato nel Sistema Solare da una nave da
trasporto terrestre. Parlano di un'aggressione da parte di una
piccola flotta militare sconosciuta... la notizia si sparge
immediatamente per tutto l'equipaggio e un piccolo gruppo corre
subito da Harlock sul Ponte di Comando per comunicargli la loro
volontà: quella di tornare sulla Terra e difenderla dagli attacchi
del nemico. Mayu, dicono, è un ostaggio troppo importante per
Raflesia e per questo si può andare via senza timore di metterla in
pericolo.
Raflesia non le farebbe mai del male.
Durante tutta la durata del discorso e della discussione che prende
vita sul Ponte, Harlock ha le spalle voltate e guarda verso lo
spazio. Pare che in quel momento riesca a catturare la sua
attenzione solo il gattino del dottor Zero, che gli si avvicina e
gli si comincia a strofinare sullo stivale (con il modo solito dei
gatti!). Addirittura Harlock lo prende in braccio e comincia ad
accarezzarlo, mentre intanto gli altri discutono tra loro. Ma, quasi
a confermare le parole appena pronunciate da Raflesia, Harlock
risponde: "Non credevo di dovere tante spiegazioni a uomini come
voi," - finalmente si volta - "a uomini che hanno scelto di
condividere i miei ideali condividendo gli stessi rischi. Mayu è
preziosa quanto la Terra per me e me ne sento ugualmente
responsabile. E' la figlia del mio migliore amico, l'uomo che in
cambio di un dono straordinario fatto all'intera umanità, ha chiesto
soltanto che noi non abbandonassimo la sua creatura, dopo la sua
morte. Mayu è quindi un simbolo sacro per me. Un simbolo che voi
pure avete promesso di difendere, anche a costo della vita, in nome
della libertà. Se qualcuno di voi vuole riprendersi la sua parola, è
padrone di farlo." Nessuno di coloro che erano saliti sul Ponte di
Comando si rimangia il giuramento fatto, semmai ora lo riconfermano
con maggiore convinzione.
Ad un tratto Harlock afferma di
sentire il suono di un'ocarina, che nessun altro però riesce ad
avvertire. Solo il Computer, che prende quindi il comando
dell'astronave e si mette in viaggio verso la fonte del suono. In
realtà non si tratta ancora del piano congegnato dalla Mazoniane
(guidate in questo frangente dal Comandante Dinez), ma solo dei loro
preparativi. Stavano solo registrando l'ocarina di Mayu e invece si
sono ritrovate (inspiegabilmente), l'Alkadia alle costole. Una di
loro ipotizza che siano riusciti a sentirlo, ma l'ipotesi viene
scartata perché impossibile. Poco importa, l'essenziale è
approfittare di questa situazione per far atterrare l'Alkadia sul
Pianeta Vento (la fase più difficile del piano), e da lì, poi, il
suono diffuso dal vento avrebbe sicuramente fatto uscire allo
scoperto Harlock. Altro elemento
importante del piano sarebbe stato far atterrare l'Alkadia nel punto
prestabilito: per ottenere questo annullano l'azione del radar in
modo tale che l'unico maniera per atterrare sia avvicinarsi al
terreno e posizionarsi sul primo ampio spazio visibile all'occhio
umano... esattamente quella dove il contatto dell'Alkadia con il
suolo avrebbe azionato il meccanismo esplosivo. E' il Computer ad
accorgersi del trucco e a salvare l'astronave, cioè se stesso e
tutto l'equipaggio, bloccando l'atterraggio e tenendo l'astronave a
pochi metri dal terreno, fino poi a portarla via dal luogo e ad
ingaggiare una lotta con le astronavi mazoniane che a questo punto
sono venute allo scoperto.
Tutto ciò accade senza che Harlock sia
a bordo: lui, assieme a Met e Tadashi era sceso prima
dell'atterraggio per effettuare una ricognizione sul pianeta. I tre
si erano divisi ed era stato il loro ritardo nel rientro a far
preoccupare gli uomini del suo equipaggio e a farli decidere per
l'atterraggio. Harlock effettivamente è in pericolo, ma riesce a
salvarsi grazie all'intervento di Met e Tadashi, che giungono
provvidenzialmente sul luogo in cui era stato attratto dal suono
dell'ocarina. Non solo. Le Mazoniane non si sono limitate ad
utilizzare la musica suonata da Mayu, ma hanno usato un fantoccio
meccanico in tutto simile alla bambina e tale che riproducesse anche
il suono della sua voce. Ovvio che in questo modo Harlock sarebbe
facilmente caduto nella loro trappola, e nel momento in cui lui
riesce a raggiungere colei che crede essere Mayu, ecco che una
botola si apre sotto i suoi piedi e il numeroso gruppo di Mazoniane
che già avevano tentato di ucciderlo seguendolo (....così poteva
sembrare: per la verità avevano fatto in modo di far fuggire Harlock
verso la direzione che volevano loro), lo assalgono prima che si
possa rendere conto dell'accaduto. Inoltre sono troppo numerose, e
sebbene Harlock riesca inizialmente a ucciderle e a difendersi, non
può resistere più di tanto perché continuano ad assalirlo senza
sosta. E' qui che intervengono Met e
Tadashi. Anche questa battaglia
termina senza che Mayu sia stata trovata e l'Alkadia riparte alla
sua ricerca.
Harlock da dentro l'astronave guarda
fuori nello spazio e pensa: "Raflesia, come puoi giocare così
crudelmente con i sentimenti umani? La tua colpa merita una
punizione e la punizione stavolta sarà spietata come la tua ferocia!
Sei la mia sola, vera nemica, Raflesia, ma il conto fra noi due
rimarrà sempre aperto, fino al momento in cui dovrai chiedere pietà.
Quel giorno non è lontano." Raflesia è determinata a continuare su
questa linea. Continuerà nei suoi tentativi di prendere in trappola
Harlock servendosi di Mayu.
Note -
All'inizio dell'episodio Tadashi fa
una lista dei pianeti della nebulosa che gli sono rimasti da
esplorare. Dice che mancano il Pianeta Ghiaccio, il Pianeta Insetto,
il Pianeta Capra, il Pianeta Vento, e il Pianeta Gemelli.
Nell'episodio 29 ("La Nebulosa
Ulisse"), due nomi erano diversi: si parlava di Pianeta Verme
(dovrebbe corrispondere con quello che qui viene chiamato "Insetto")
e di Pianeta Doppio, che qui dovrebbe essere "Gemelli". -Altra
cosina da notare è la velocità del vento sul pianeta. 3 m/s vuol
dire che non è poi quel forte vento che si voleva far credere!
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