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REIJI MATSUMOTO 

Breve Biografia

Akira Matsumoto, noto con lo pseudonimo di "Reiji", nasce il 25 Gennaio 1938 a Kurume, prefettura di Fukuaka (Kyushu).

Figlio di un pilota di "Zero" ( i caccia dell'aeronautica giapponese della seconda guerra mondiale ), resterà per tutta la vita attratto dalla guerra in se stessa tanto da diventare un grande collezionista di cimeli e da renderla protagonista di tutte le sue opere.

Inizia a disegnare manga all'età di otto anni. La sua carriera di fumettista inizia nel 1953 quando, a soli quindici anni, vince il premio di miglior fumettista esordiente messo in palio dalla rivista "Manga Shonen".

La storia si intitola "Mitsubachi no Boken" (Le avventure di un ape) che ha l'onore, in quanto vincitrice, di essere pubblicata.

In seguito, per la necessità di crearsi una posizione, si dedica al fumetto per ragazze realizzando per la rivista femminile

"Shojo" una storia romantica: "Kuroi Hanabira" (Petalo nero).

La prima storia di fantascienza è datata 1961 quando realizza "Denko Ozma" (Lampo elettrico Ozma), per il periodico "Dokura". Dell'anno successivo è "Zero Pilot" ambientato nella seconda guerra mondiale.

Autore versatile nel '67 si dedica al western con la storia "Western Gohiki no Yojinmo".

Di quegli anni sono anche "S no Taiyo" (Il sole di S), "Akage no Hitotsu" (Manto Rosso), "Super 99","Sexaroid" e "Kosoku Esper". Nel frattempo migliora la qualità dei disegni e sopratutto del mecha-design.

Nel 1971 crea uno dei suoi più grandi successi: "Otoko Oidon" (Io sono un uomo), uno spaccato in chiave umoristica della gioventù giapponese. La storia tratta di un ragazzo che, a causa delle belle donne, non riesce mai a superare

gli esami di accesso all'università. Nel 1973 ritorna al filone bellico con "Senjoo" (Campo di battaglia), composto da una serie di brevi storie tra cui spicca "Borei Senshi" (Il guerriero fantasma).

Il vero successo arriva con la serie "Uchu Senkan Yamato" (La corazzata spaziale Yamato) pubblicato nel 1974 dalla Shoonen Gahodha. Nel 1977, pressato dalla casa editrice, compie l'unica incursione nel filone robotico con "Wakusei Robot Danguard Ace" (Il robot planetario Danguard Ace). La storia è realizzata con superficialità a causa dell'avversione dell'autore per il genere.

Il 1977 lo incorona come grande stella nel firmamento fumettistico giapponese realizzando le quattro opere che gli daranno l'immortalità: "Uchu Kaizoku Captain Harlock" (Il pirata spaziale Capitan Harlock), "Queen Emeraldas",

"Ginga Tetsudo 999" (Linea ferroviaria galattica 999) e "Sennen Jo'o" (La regina dei 1000 anni).

Questi plot vengono tutti acquisiti dalla Toei Doga che li trasforma in anime nel 1978 (tranne "Sennen Jo'o" che viene realizzata 

nel '81). Nel 1978 realizza "SF Saiyuki Starzinger", mentre cura per l'Office Academy la serie Tv "Uchu Kubo Blue Noah

(Blue Noa la Portaerei dello spazio). Negli anni '80 realizza nuove storie a fumetti, legate soprattutto al tema della guerra: 

"Hard Metal" (pubblicato nella collana "Big Comics") e "The Cockpit" (edito dalla casa editrice Shogakukan). 

Successivamente, realizza "Yotsu Gen Sekai" ("Il quarto inizio del mondo") nel quale riprende i temi fantascientifici. 

Nel 1980 realizza il film "Marin Snow no Densetsu" ("La leggenda di Marin Snow") e nel 1985 realizza "Halley No Kagami

("Lo specchio di Halley"). Reiji Matsumoto è ancora in attività e continua a creare dal suo studio, nel quale vi è 

una gigantografia della Terra vista dallo spazio, nuove avventure e nuovi eroi.

 

 

Capitan Harlock e Reiji Matsumoto

 

"Il mio sogno è sempre stato vivere come un uomo che, in ogni momento della propria esistenza, è pronto a partire a bordo del proprio vascello, per mari sconosciuti [...]. Egli incarna ciò che ho sempre voluto essere e può compiere imprese che un uomo comune, ritrovandosi nella propria realtà, può emulare soltanto in un modo: avventurandosi nell'immenso mare della propria anima [...]. Harlock è disposto a sacrificarsi, a faticare, a bere sangue e sudore in nome di un ideale, ed ha una fervida fede [...] quasi religiosa per la vita. E' dunque il simbolo stesso del possibilismo [...]. Io spero che i giovani, sebbene vivano in un epoca che non garantisce un futuro promettente, imparino da Harlock a [...] coltivare i propri sogni gelosamente [...] senza mai rinnegarli, come un pirata non abbandonerebbe la propria nave neppure se stesse per colare a picco!"

 

[Cfr. Reiji Matsumoto: Harlock sono io, <<Super Japan Magazine>> n. 12 ]

http://digilander.iol.it/kojiandcutei

 


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