Publisher:
Sammy Studios
Platforms: PS2
Release Date: 10/7/2004
Le origini del
guerriero nero…
Sono passati nove anni da quanto la Marvel Manga portò in Italia
un titolo che inizialmente veniva letteralmente evitato per due
semplici motivi: il primo era l’influenza delle prime, orride
copertine (ricordo con ribrezzo quella del numero 1; perché il
vostro buon Chomog comprò quel manga davvero nessuno lo sa,
forse voleva solo allargare la sua collezione di fumetti
giapponesi), il secondo era invece da ricercare nel design delle
tavole che ricordavano il “sacro” Hokuto no Ken (Ken il
guerriero), amato ed adorato nel nostro paese ed al quale
nessuno poteva avvicinarsi; Berserk non era (come Jojo del
resto, titolo che nei primi volumi presentava questa
caratterizzazione “massiccia” dei personaggi alla Tetsuo Hara)
un prodotto che cercava di percorrere l’onda di Kenshiro, ma era
basato sul continuo e solitario cammino (sempre nei primi
volumi) di un uomo che combatteva contro il proprio destino da
sacrificato.
Ma il marchio era solo il principio. Andando avanti il manga
presentava cruente scene (tanto da essere consigliato ad un
pubblico maturo) sia dal punto di vista del gore che da quello
sessuale: corpi maciullati e sventrati, mostri deformi e scene
di sesso accompagnavano la strada fatta di sangue di Gatsu
(nella doppiaggio italiano della serie animata rinominato Guts,
cioè…ehm…palle). Quello che però coinvolgeva maggiormente il
lettore (non potete immaginare quanta pubblicità abbia fatto a
questo prodotto, spero che la Panini mi ripaghi un giorno) erano
i discorsi moralisti che i protagonisti facevano tra loro,
quelle ambizioni che ogni uomo dovrebbe avere ma che dovrebbe
anche saper controllare (basta vedere Grifis).
Il manga ebbe un grande successo in Giappone e ne fu tratta una
serie televisiva (che a mio parere non rende giustizia, tranne
che per le musiche di Susumu Hirasawa, al fumetto di Kentaro
Miura) nonché un titolo per Sega Dreamcast di alto livello
qualitativo.
La responsabilità di un uomo…
Distruggendo quella che era l’idea iniziale di questo guerriero
solitario, che portava con se il rimorso di non aver adempiuto
ai suoi doveri (per il resto leggete il manga, io la sorpresa
non ve la tolgo visto che la produzione merita), da qualche
numero Miura ha cambiato registro, creando un gruppo più o meno
affiatato di compagni che circondano Gatsu e lo accompagnano
verso l’ipotetico combattimento finale contro il suo acerrimo
nemico, la nemesi del sacrificato, il falco bianco Grifis.
Presenti nel titolo come personaggi da “richiamo” il carismatico
Serpico con il suo fioretto, l’odioso Isidoro, bambino sempre
pronto a mettersi in mezzo (sogno un episodio dove Gatsu sbagli
“casualmente” mira e lo affetti…scherzo!), l’elfo asessuato Pak
con tutte le sue caricature presenti nel manga (Pak era assente
nella serie animata), l'ex-donna di Gatsu ormai impazzita Caska,
la nobile Farnese e la streghetta Shilke.
Ambientato negli ultimi volumi usciti in Italia, il titolo
ripropone le ambientazioni viste nel manga (colline innevate,
foreste dagli alberi deformi pronti a proteggere gli eletti,
villaggi desolati, eccetera) nonché tutto il bestiario di nuova
generazione creato dal maestro Miura (la sua interpretazione
degli orchi, i troll ed i sottoposti agli eletti dalla mano di
dio).
Il male si ripaga con il male…
Stupendo, questo è quel che mi viene in mente pensando al
suggestivo filmato introduttivo con Sign di Susumu Hirasawa, che
ci inizia al gioco vero e proprio, un misto di riassunto ed
anticipazione di quello visto nel manga e di quello che vedremo
nel gioco, estasiante la musica di Susumu Hirasawa che si fonde
con le immagini dell'introduzione in computer grafica.
Assolutamente sconvolgente il quantitativo di sangue digitale
che i programmatori della Sammy hanno inserito in questo titolo;
graficamente parlando, il videogiocatore viene letteralmente
invaso da queste continue schizzate sanguigne che avvolgono
tutto, la spada di Gatsu, la sua armatura e l’ambiente
circostante, nel mutilare i mostri uccidendoli nel modo più
atroce possibile (ma non è forse vero che chi semina vento
raccoglie tempesta?).
Dal punto di vista simbolico questo rappresenta la voglia di
combattere del personaggio, quel lottare contro il suo destino,
il non volersi arrendere; anche se sa che un giorno tutto questo
dovrà finire, perché ormai è marchiato da quello che pensava
essere una persona simile a lui.
Ma non c’è solo questo, c’è anche il voler proteggere chi gli ha
dato l’amore e i nuovi compagni, difenderli con le sue arti, con
la sua esperienza di guerriero, nata sui campi di battaglia con
Gambino ed evolutasi fino ad adesso (Gatsu dovrebbe avere circa
25 anni in questi episodi).
Gli scenari si presentano molto vasti e ben realizzati:
un’architettura povera e rurale è presente nei villaggi; belli i
paesaggi nevosi ed i boschi tenebrosi che rispecchiano il tono
medievale di quell’epoca oscura di passaggio. I nemici sono
invece le vere vittime del videogiocatore, attaccheranno in
massa il nostro eroe, invadendo lo schermo in larga misura, ben
disegnati e fedelissimi alle loro rappresentazioni nel manga
(l’orco è a dir poco stupendo, sempre se era piaciuto come era
stato disegnato dal mangaka).
Le animazioni di Gatsu sono più che soddisfacenti, il
personaggio riesce a trasmettere il peso della sua armatura,
quel fuoco che gli brucia dentro, la sete di vendetta, il
ribellarsi a chi vuole sottometerlo, a torto o a ragione che
sia; le scene di intermezzo, infine, presentano un livello di
dettaglio ancora maggiore rispetto a quello presentato in-game,
enfatizzando i momenti durante i quali viene chiarita la storia
per chi non ne è a conoscenza ed allo stesso tempo si va avanti
in quella narrata nel titolo.
Ben realizzato il sonoro in-game con musiche di Shinya Chikamori,
Yasushi Hasegawa, Hiroshi Watanabe e Tomoyo Nishimoto, tutti
compositori che ben riescono ad inquadrare l'atmosfera del mondo
di Berserk, nota dolente è che il maestro Hirasawa ha prestato
la sua partecipazione solo nella canzone di apertura ed in
quella si chiusura (Sign e Sign-2) ed effetti che richiamano
quelli già apprezzati nel precedente titolo di ASCII.
Infine paragonando il comparto tecnico di questo titolo PS2 con
quello per Dreamcast, non posso che rimanere ben soddisfatto,
globalmente parlando, dei molteplici passi avanti nel
trasportare il mondo di Berserk in formato videoludico, anche se
su DC il ritmo del gameplay era sicuramente più dinamico.
Il dolore mi darà la forza per farli a pezzi…
Gatsu ha con se l’ammazzadraghi, l’enorme spada, creata dallo
scomparso maestro forgiatore, in grado di tagliare in due queste
leggendarie creature; l’insonne eroe (effettivamente di notte
combatte e di giorno si sposta, con rari pisolini…che faccia uso
di efedrina?) ha però con se il ricordo di un compagno
scomparso, Judo, il lanciatore di coltelli che gli insegnò la
tecnica per queste letali armi da lancio; la balestra
automatica, le mine da lancio ed il cannone nel braccio
artificiale completano il quadro delle armi, ma è possibile
anche richiamare i compagni (Pak, Serpico e Isodoro) ed
usufruire delle loro particolari abilità.
Il metodo di combattimento risulta facile: come nel titolo
Dreamcast, avremo la possibilità di "slashare" a caso per lo
schermo (la spada è grande quindi prima o poi qualcosa prenderà)
oppure, tramite il lock-mode (esclusiva di questa versione
Playstation 2), fissarci su un unico nemico.
La novità più gustosa è l’aggiunta di “fatalità”: durante le
combo di spada (tasto attacco più croce direzionale / levetta
analogica sinistra) apparirà il simbolo dei sacrificati (il
famoso marchio) e, se in quel momento premeremo il tasto
corrispondente, eseguiremo una violentissima fatality che
mutilerà l’avversario e l’uccidera nel modo più cruento
possibile. La vecchia modalità berserk è frequente; la furia
rende rosso l’occhio di Gatsu, che non sente il dolore divenendo
così quasi invincibile e soprattutto molto più potente.
Piccola aggiunta alla tipologia standard del titolo (slash’em up
a scorrimento in ambiente tridimensionale) è l’assegnazione di
punti per aumentare le statistiche del personaggio: quanti più
nemici uccideremo, tanti più punti riceveremo e tanto più
potremo divenire potenti; modalità comunque già vista in titoli
anche recenti come l’ottimo Bujingai di Taito (sviluppato da Red
Entertaiment, team di Gungrave).
Berserk per Playstation 2 è un degno seguito della versione
Dreamcast, ben realizzato (tranne che per la telecamera
leggermente ballerina) e giocabile (unico vero difetto quando i
mostri ci useranno letteralmente come un pallone, facendoci
rimbalzare di colpo in colpo tra loro). Assolutamente stupendo
il combattimento con il divino Zodd (anche se non nascondo che
al tempo mi lasciò ben più scosso quello per Dreamcast).
Un titolo sicuramente indirizzato ai fan del manga, discreto
invece per tutti gli altri. Non abbiamo fra le mani un
capolavoro ma è sicuramente divertente ricreare in forma
digitale quello visto nelle pagine di un fumetto che alcuni di
noi portano nel cuore.
Pubblicato
dai Sammy Studios, ormai 5 mesi fa, ma non ancora adattato per
un pubblico europeo, possiamo apprezzarlo solo in versione
d’importazione, con i soliti problemi di traduzione
giapponese-italiano!
Ha una bella grafica e dei filmati mozzafiato, la giocabilità è
da normale RPG, con una bella avventura da affrontare, e con
tanti mostri e nemici da affrontare.
Insomma: un titolo imperdibile per gli appassionati di uno dei
personaggi più brutali e sanguinolenti di tutta la storia dei
manga!
Maio
p.s.: la
notizia mi è stata data da Francesco Panfili! Come al solito i
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