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I SOGNATORI E GLI INTEMPERANTI

 

 Il tema che più a mio avviso si riscontra in Berserk e che forse più di tutti rimane impresso e condiziona è il tema del “sogno”.

Miura ci chiede quanto siano importanti i sogni per noi, cosa significhino e cosa sacrificheremmo per essi.

Presenta il tema con un personaggio, ormai noto a tutti, Grifis!

Egli è l’incarnazione della determinazione per raggiungere l’obbiettivo prefissato, lontano come un sogno, è l’incarnazione della più totale dedizione per un qualcosa desiderato  intensamente. Affianca a questi Gatsu, che nel momento del loro incontro rappresenta invece l’insicurezza e l’immaturità, è una persona che non capisce cosa desidera, privo di sogni, che è nata e vissuta facendo sempre la stessa cosa senza mai chiedersi perché.

Non credo si possano trarre esempi di vita da questo manga, bensì porsi in chiave di lettura critica di fronte alla storia e ai personaggi. Da Grifis si può imparare a non “autoplagiarsi” o più semplicemente ad essere umili di fronte al futuro. Nulla porta avere delle fissazioni, ( dette nevrosi in psicologia) e non rimettere mai in discussione ciò che si pensa, l’elasticità mentale di accettare di aver speso energie e tempo, dedizione, per un progetto che si rivela sbagliato o fallimentare è sinonimo di maturità, la troppa testardaggine non porta nel nostro mondo a superpoteri, ne a vittorie eclatanti. Nella vita la determinazione fa bene e fa crescere ma la fissazione, lo stare male se non si raggiunge il risultato, non è positivo. Non è forse lo stare bene con se stessi, felici e sereni, in pace, l’obbiettivo che tutti cerchiamo?

Non è facile capire fin dove arriva la determinazione, che è una qualità, e dove comincia la nevrosi, che è una malattia. Il confine può risultare sottile.

Sicuramente Grifis ha oltrepassato alla grande la linea. A prova di ciò il fatto che non capisce che l’amicizia con gatsu è per lui importantissima, come la squadra dei falchi e caska, che in cuor suo amava. Si ritrova solo, adirato col mondo perché la sua vita non è andata come aveva pianificato e sconsolato alla prima difficoltà si lascia andare e commette un errore che gli costa la prigione e la tortura.

Mi vengono in mente i ragazzi d’oggi che abituati sempre a vincere non accettano la sconfitta, ne in campo amoroso, che si chiudono e perdono la capacità di amare e fidarsi ancora di una persona, ne in altri campi, passando poi alla lascivia, bevono fumano e si drogano senza sapere che così facendo non vivono ma si lasciano vivere.

Grifis una volta che è stato liberato è consapevole della sua situazione e tenta il suicidio. Questo fatto non è da sottovalutare, è anzi il fulcro del fumetto, ciò che spiega l’enorme sofferenza del condottiero. Le vignette parlano chiaro e molte sono dedicate ai suoi occhi che guardano Gatsu e Caska mentre combattono contro Wiald, il capo dei cani infernali. Capisce che non c’è più spazio per lui ne per il suo sogno che causa la sua testardaggine gli è costato tantissimo. Il momento di sconforto è al culmine e vede come unica via di scampo alla sofferenza appunto il suicidio. Qui ci sono diversi modi di pensare al riguardo, io obbiettivamente credo che il suicidio sia la scelta dei deboli di fronte alle difficoltà, anche se ammetto di non essermi mai trovato in condizioni così critiche.

Tuttavia anche qui mi vengono in mente i molti suicidi d’oggi che spesso di fronte a difficoltà minime, come dei problemi scolastici o… decidono di farla finita. E la vera colpa sta nei genitori che tralasciano insegnamenti importanti, quali la capacità di reagire alla sofferenza, la voglia di vivere, la bellezza della vita, e cosa sono le cose veramente importanti, quelle per cui è “lecito” demoralizzarsi.

 

Dal 3 volume di Berserk collection:” il sacrificio della cerimonia di richiamo del male non può essere un semplice ammasso di carne e sangue, ma deve essere una persona importante per te, che fa parte del tuo cuore, deve essere la tua metà! sacrificandola al male potrai separarti dalla tua personalità, si creerà così nel tuo cuore una crepa attraverso la quale potrà scorrere lo spirito maligno… …togliendoti la vita speravi di poter vincere l'angoscia ma anche quella disperazione apparteneva al flusso del karma! il pianto della tua anima che nessun dio potrà mai lenire ha aperto la porta della nostra dimensione! rivolgendoti a noi dicesti -non m'importa basta che mi liberiate da questa sofferenza! se lo farete vi offrirò qualsiasi cosa!- così ti promettemmo di donarti un'anima immune alla tristezza e alla disperazione”

 

Mi sembrano molto chiare le condizioni degli apostoli. Mi sembrano i falliti del sistema che fuggono e cercano riparo alla loro sofferenza in qualsiasi soluzione, anche assurda, gli si mostri loro.

Gatsu d’altra parte è colui che non ha un sogno e per questo parte alla ricerca di quel “qualcosa” che sente gli manca. E’ l’intemperante tipico di Aristotele e Platone, colui che non contento della sua situazione cerca qualcosa che lo completi, che lo riempia ulteriormente, segue uno stile di vita tipico del Siddharta di Hesse, cercando la felicità e la realizzazione di se stesso nei luoghi più disparati, senza mai essere appagato,senza mai raggiungere la pace. Capirà che non è il luogo della sua ricerca ad essere sbagliato ma la ricerca stessa ad essere priva di fondamento perché basata su istinti egoistici. Infatti la felicità risiede nelle altre persone e nella comunione con loro. L’amicizia e l’amore (in senso lato) sono le uniche cose che apprezzate riescono a riempire la vita di un uomo e a renderla degna di essere vissuta.

Quante persone al giorno d’oggi sono intemperanti o come il Siddharta continuano a cercare l’atman senza raggiungerlo, senza capire dove si trovi lo cercano ovunque, nel lavoro, nei piaceri mondani, nella trasgressione, nei viaggi, nello sport…?

Che Miura ci voglia spronare ad essere più profondi?

A capire l’importanza vera dei nostri sogni, a non essere così orgogliosi da renderci incapaci di tornare indietro, di ricrederci?

Io penso che lui si limiti a porre domande, spetta a noi coglierle, meditarle, capire la sua risposta dal fumetto e cercare una nostra risposta, capire cosa vogliamo fare della nostra vita.

Non è sensazionale un manga che permetta interpretazioni così varie e profonde?

 

by Giacomo "Minoboia" Cestari

 

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